Come funziona il filo diretto con i lettoriTutti i numeri delle 9 grandi Coop (Tabella)
La fiducia dei soci è linfa vitale per una Coop. Un attestato di stima che è tutto espresso negli 11 miliardi depositati nei prestiti sociali (anche se sarebbe più appropriato chiamarli libretti di risparmio per i soci), che rappresentano il vero motore per il funzionamento delle cooperative di consumatori che operano con il marchio Coop. Ma la fiducia va conquistata e conservata con fatti concreti e con la massima trasparenza.
Il socio che affida i suoi risparmi alla cooperativa per sostenerne lo sviluppo, ha diritto di sapere come sono utilizzati. Rispetto alle inchieste condotte da Plus24 sui bilanci 2010 e 2111 delle Coop (si vedano le pubblicazioni del 4 febbraio e del 29 dicembre 2012, nonché del 12 e 26 gennaio 20l3) solo Coop Lombardia si è aggiunta a Coop Adriatica, Coop Nordest e Coop Estense nella lista delle cooperative che mettono a disposizione sul proprio sito internet l'intera informativa di bilancio. Per le altre grandi Coop, i buoni Propositi espressi dopo le precedenti inchieste sono rimasti per il momento lettera morta un deficit di informazione e trasparenza che non va nella direzione dell'ostentata attenzione ai quasi 8 milioni di soci (di cui 1,2 milioni anche prestatori) rimarcata negli slogan della Coop. Non si è credibili se non si rendono facilmente recuperabili i bilanci e tutta la documentazione relativa al prestito sociale, comprese le policy d'investimento e di gestione dei rischi.
Anche perché dai bilanci consolidati 2012, emerge chiaramente il peso della finanza rispetto a quello della gestione commerciale: prestiti dei soci anche superiori al 150% del fatturato (Coop Nordest) e al 125% delle attività finanziarie (Unicoop Firenze), oppure pari a 4,9 volte il patrimonio consolidato (Unicoop Tirreno).
Volumi di raccolta di risparmio che surclassano quelli dell'8o% delle banche italiane: con i suoi 2,4 miliardi di prestiti, infatti, Unicoop Firenze si collocherebbe, per raccolta, fra le migliori 100 delle 693 banche italiane. Prestiti gestiti senza alcun presidio di vigilanza finanziaria e privi di un sistema di garanzia a favore dei depositanti. II ruolo di tutela è assegnato al solo patrimonio aziendale, peraltro completamente investito in immobili e beni strumentali che in caso d'insolvenza si deprezzano in modo considerevole. Banca d'Italia ha già fatto sapere, rinviando la palla al ministro dell'Economia, che non può intervenire nemmeno per il solo ripristino della trasparenza informativa e contrattuale.
Che cosa deve succedere perché il quadro delle regole e dei limiti sia adeguatamente ridefinito? Occorre attendere altri "imprevedibili" crack, come quelli
descritti a pagina 6? Anche perché dai dati esposti in alto, estratti dagli ultimi bilanci disponibili delle nove grandi Coop emerge con evidenza non solo l'impatto della crisi sulla gestione commerciale e sull'ammontare delle somme raccolte (-7%), ma anche quello delle svalutazioni (spesate, ma ne rimangono anche di latenti) sugli investimenti della cosiddetta "finanza strategica'.
Libretti ma anche polizze, conti correnti e mutui
Ltro della Bce anche per Coop Lombardia e Unicoop Tirreno
Supermercato o banca? Oltre a depositare i propri risparmi nei prestiti sociali, negli spazi commerciali delle grandi Coop i soci possono ormai mettere nel carrello anche polizze, conti correnti, prestiti personali e mutui. Prodotti assicurativi e bancari che le Coop offrono ai soci grazie alla collaborazione con il Gruppo Unipol, di cui sono azionisti di riferimento.
In realtà le Coop non possono svolgere attività bancaria: possono autofinanziarsi attraverso i prestiti sociali solo per sostenere le attività svolte, offrendo ai soci libretti di risparmio a costo zero e con una remunerazione che, a seconda della Coop e degli importi versati, attualmente viaggia fra lo 0,65 e il 3,5% (al lordo della ritenuta del 20%). Da qualche anno alcune Coop propongono anche prestiti sociali vincolati, con rendimenti che non reggono però il confronto con quelli riconosciuti dai conti di deposito bancari con vincoli di pari durata, che in più offrono la garanzia del Fondo interbancario di tutela dei depositi.
Rispetto alle banche, le Coop di consumo non possono esercitare l'attività creditizia, ovvero concedere finanziamenti. Eppure nel bilancio di Coop Lombardia viene sottolineato che nel 2012, attraverso personale specializzato, nei punti vendita sono giunte 73 domande di mutuo prima casa. Coop Liguria evidenzia che attraverso Unipol Banca, e con il supporto della cooperativa, nel 2012 sono stati erogati mutui per un milione e 156mila euro, sono state stipulate 1.030 polizze, per oltre 19 milioni di euro, e 197 piani pensionistici.
Coop Adriatica, invece, ha costituito insieme alla rete Assicoop e Unipol Banca, CoopCiConto Srl attraverso la quale nel 20l2 sono stati sottoscritti dai soci 4.498 polizze assicurative, 1.861 conti correnti e 391 prestiti e mutui. Un business creditizio che viene sempre più sviluppato nei punti vendita delle Coop, seppur indirettamente e con l'ausilio del Gruppo Unipol.
Sempre indirettamente, alcune coop (Coop Lombardia e Unicoop Tirreno), tramite Simgest e alcune banche, hanno tratto beneficio da operazioni correlate a quelle di Ltro attivate dalla Bce per consentire al sistema bancario di rifinanziarsi a condizione di favore. Cosa manca ai negozi Coop per aggiungere le insegne di sportelli bancari?
Il vaso di Pandora nei risultati della finanza strategica
Un quinto dei prestiti investito in Unipol, Monte de Paschi, Carige e Popolare di Spoleto
Nell'annus horribilis per i consumi, a pesare sui conti delle nove grandi sorelle Coop non è il risultato della gestione commerciale (+64 milioni di euro), ma la finanza "strategica" degli investimenti in grandi gruppi quotati, come Mps e Unipol. Le svalutazioni delle partecipazioni (371 milioni) hanno fatto complessivamente chiudere i bilanci consolidati in perdita (153 milioni), nonostante lo straordinario saldo positivo della gestione finanziaria (221 milioni).
INVESTIMENTI «STRATEGICI»
Per comprendere la destinazione dei 10,4 miliardi di risparmi raccolti dai soci è utile parlare dei bilanci consolidati. Un aggregato con un attivo di 22,3 miliardi dove le attività finanziarie rappresentano l'investimento prevalente e pesano per il 52% distribuite tra disponibilità liquide (8%, compresi i depositi a tempo), titoli pubblici (15%), altri titoli e strumenti finanziari quotati e non (19%, di cui 7% immobilizzati) e, infine, partecipazioni (10%). Quest'ultime ammontano a 2,2 miliardi e, oltre ai fondi immobiliari, comprendono i cosiddetti investimenti strategici effettuati per complessivi 1,8 miliardi, in Mps (223 milioni suddivisi tra Unicoop Firenze 129 milioni e Coop Centro Italia 94 milioni), in Banca Carige (72 milioni di Coop Liguria) e in Unipol (1,5 miliardi, investimento presente in ogni Coop). Le partecipazioni assorbono in media il 16% del prestito dei soci, con punte superiori al 20% per Coop Adriatica e Coop Nordest. Sono tre le Coop che hanno chiuso il consolidato 2012 con una perdita significativa fatta eccezione per Unicoop Tirreno (-16 milioni), che evidenzia disequilibri persistenti già nella gestione caratteristica commerciale (-28 milioni), Unicoop Firenze e Coop Centro Italia hanno in comune rilevanti svalutazioni delle loro partecipazioni in Mps.
UNICOOP FIRENZE
Nel bilancio consolidato 2012, chiuso con una perdita di 131 milioni, la Coop ha iscritto una rettifica di valore della partecipazione Mps pari a 198 milioni, portando "prudenzialmente", dicono gli amministratori, il valore medio dell'azione da 0,76 euro a 0,30 (la quotazione di questi giorni è in area 0,25). Ma non si stratta della prima svalutazione. Già nel 2008 era stata spesata una rettifica di 203 milioni alle azioni e bond convertibili Mps. Nell'ultimo quinquennio le svalutazioni arrivano a 430 milioni e sale la preoccupazione, oltre che per il costo delle ambizioni strategiche e per i risparmi dei soci affidati alla Coop, per la consistenza del patrimonio aziendale che a fine 2012 ammonta sì a 1.419 milioni, ma che comprende una rivalutazione dei fabbricati di 749 milioni effettuata nel 2008 in contemporanea con la prima svalutazione e a crisi immobiliare non ancora conclamata, sulla base del 90% del valore di perizia.
COOP CENTRO ITALIA
La Coop Centro Italia chiude il consolidato 2012 con una perdita di 63 milioni innescata da 101 milioni di svalutazioni, di cui 77 su Mps. Ma la peculiarità della cooperativa e di possedere investimenti strategici oltre che in Mps (94 milioni) e Unipol (31 milioni), anche nella popolare di Spoleto (4 milioni) in amministrazione straordinaria dal febbraio 2013.
Per quanto riguarda Unipol, tuttavia, non avendo condiviso con Fonsai, la cooperativa non ha aderito hai relativi aumenti di capitale deliberati nel 2012 e ha mutato lo status delle azioni da partecipazioni strategiche a titoli del circolante. Nonostante la procedura in corso, invece, la Coop ha raccolto l'invito a partecipare all'operazione promossa dal veicolo societario Clitumnus Srl e da una cordata d'imprenditori e istituzioni, sottoscrivendo un accordo per l'acquisizione del controllo della Popolare di Spoleto. Confermato anche l'investimento in Mps, ma svalutato a causa della perdita ritenuta durevole, riducendo il valore delle azioni a 0,44 euro, importo maggiore del 50% del valore di 0,30 euro applicato da Unicoop Firenze.
L'UBIQUITA' DI UNIPOL
Ognuna delle grandi Coop detiene partecipazioni in Unipol, il conglomerato finanziario del settore assicurativo controllato dalle cooperative aderenti a Legacoop. L'ammontare va dai 356 milioni di Coop Adriatica ai 10 milioni di Unicoop Firenze. Effettuati prevalentemente tramite società partecipate (Finsoe, Lima, Holmo, Spring 2), gli investimenti sono valutati in bilancio al costo, perché inferiore al valore di stima. Il confronto con il "prezzo di mercato", in ogni caso, evidenzia rilevanti minusvalenze latenti, anche se con ampie fluttuazioni per la volatilità del mercato. A fine 2012, per esempio, Finsoe deteneva 225.307096 azioni ordinarie Unipol (partecipazione di controllo al 50,75%) al prezzo di carico di 9,954 euro, contro il prezzo medio di dicembre in Borsa di 1,467 euro. Risultato: una minusvalenza latente di 1,9 miliardi che, rapportata alla quota del 12,4% del capitale di Finsoe detenuta da Coop Adriatica, si traduceva, al 31 dicembre, in una minus di 237 milioni che, aggiornata ai prezzi attuali (in area 3,99), si riduce a 166 milioni. Fra le coop c'è quindi apprensione per le sorti degli investimenti "strategici".
19 ottobre 2013, Adriano Melchiori, Gianfranco Ursino, Plus24-il Sole 24 Ore