L’alternanza scuola lavoro va in crociera! Anche le compagnie navali hanno diritto ai loro studenti da sfruttare, o no?

lunedì 16 ottobre 2017


Risultati immagini per arbeit macht freiSi chiama “alternanza scuola lavoro” ed è l’ultimo inchino del Governo italiano ad una insostenibile economia che si nutre di disastri sociali e ambientali.


Con la scusa di “imparare un mestiere” e di “abituarsi alla vita da adulti”, ragazze e ragazzi delle scuole superiori vengono distolti dallo studio e spediti a fare i camerieri al Mac Donald o in qualche posto infame dove, anche una volta diplomati, non avranno nessuna possibilità di essere assunti.
La cosa ci ha pure una sua logica. Questa economia da collasso planetario ha bisogno di manodopera gratuita per tirare avanti come noi dell’aria che respiriamo. E tanti saluti a tutto il resto, buono solo a fare tanti titoli di giornale come: “Quattro minorenni violentati durante lo stage”, “Gravissimo l’incidente dello studente spezzino”… ma i giornalisti, si sa, esagerano sempre.
Intanto, le imprese ringraziano che risparmiano non poco assumendo meno lavoratori con sempre meno garanzie sociali, sfruttando i giovani che lavorano gratuitamente senza nessuna garanzia sociale o versamento contributivo.
Adesso, che un  protocollo di intesa alternanza scuola lavoro venga stipulato tra il Miur, il ministero dell’Istruzione, e un museo allo scopo di tenere aperte le sale che dal Governo di soldi per la cultura non ne arrivano più (devono darli alle banche), fa comunque schifo. Che un  protocollo di intesa alternanza scuola lavoro venga stipulato tra il Miur e una compagnia croceristica, e che per farsi sfruttare gratis gli studenti devono pure pagarsi la “crociera”, è una cosa che fa venir voglia di prendere un mitra in mano anche a San Francesco.
Non ci credete? Leggete in allegato il protocollo che il ministero ha stipulato con il Grimaldi Group, compagnia che possiede 10 navi tra traghetti e passeggeri.
Lo scopo naturalmente è quello di “Rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli indirizzi specifici dell’Istruzione tecnica e professionale” tramite “la realizzazione di percorsi formativi a bordo delle navi Grimaldi”. Certo, lavorare su una nave costa! Mica più andare a lavorare gratis! Per fortuna ci fanno lo sconto: “Per la permanenza a bordo delle navi, Grimaldi si impegna a ridurre al minimo i costi a carico degli studenti (vitto, alloggio e assicurazione) assorbendo interamente i costi del personale preposto alla formazione”.
E poi ci sono pure i premi finali: “Individuazione degli studenti meritevoli del I ciclo a cui sarà conferita la nomina di Ambasciatore dell’alternanza scuola/lavoro nell'ambito del progetto Grimaldi Educa”. Un progetto, come è lecito aspettarsi, più green di così non si può e che mira a “promuovere le visite guidate e i viaggi d’istruzione con il mezzo navale, al fine di perseguire obiettivi di sicurezza, economicità e salvaguardia dell’ambiente”.
Proprio così. Avete letto bene. Salvaguardia dell’ambiente.
E tu vallo a spiegare a San Francesco che si sta caricando il mitra, adesso!
riccardo bottazzo

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