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Risultato dell'elezione del consiglio dei lavoratori (Betriebsrat) nello stabilimento principale ThyssenKrupp a Duisburg-Hamborn

Risultato della nuova elezione del consiglio di lavoratori (Betriebsrat) nello stabilimento principale ThyssenKrupp a Duisburg-Hamborn:

13,295 I colleghi hanno avuto il diritto di voto. 
Il consiglio dei lavoratori è composto da 39 delegati.
                      

                                                              2015                                     2014

Non elettori (abstaination)                 5,241                                    4,675

IG Metall ardesia                                5,049 voti 26 delegati         6,249 voti, 30 delegati
Ardesia Alternative                               698 voti 3 delegati           1.012 voti, 4 delegati
Belegschafts ardesia                     1.824 voti 9 delegati            797 voti, 3 delegati
Slate 2 (2014:. IG 35 Std Woche)       216 voti 1 delegato              465 voti, 2 delegati
Ardesia christian metal                        142 voti 0 delegati                  93 voti, 0 delegato

(La  percentuale del risultato ufficiale è diverso, perché contano solo gli elettori, ma non tutti i lavoratori, compresi gli astenuti).

IG Metall ardesia 
è un sindacato concertativo-collaborazionista. Avevano contrattatto con ThyssenKrupp un taglio dei salari del 10%.
"Alternativa"-ardesia  non è un'alternativa, ma un gruppo di lavoratori di colore bianco, che fa concertazione, come IG Metall.
"Belegschafts"ardesia (Belegschaftsliste) è l'unica lista con uno spirito combattiva, che rappresenta anche l'immigrazione turca e curda.
Slate 2 è un piccolo gruppo di immigrati conservatori. Per loro il "Belegschaftsliste" è troppo a sinistra.

1.Per il  fatto che ThyssenKrupp è in una profonda crisi, con il taglio dei salari e servizi sociali dei lavoratori, un forte gruppo di 5,241 (39,5 %) sui 13,295 colleghi non ha preso parte alle elezioni. Anche un gruppo che promette di reagire non li attrae.

2. L'ardesia IG Metall ha preso solo 5.049 voti = 37,9 % di tutti i 13,295 colleghi. Un risultato inferiore al gruppo delle  astensioni! Ma il 92% di tutti i colleghi sono membri/iscritti alla IG Metall. Una parte di loro ha fatto un boicottaggio, perché hanno protestato individualmente contro la politica della IG Metall. Un'altra parte di loro si è dimesso.

3. Un vero successo ha avuto la lista comune 
di opposizione"Belegschaftsliste" . Questa era la prima volta, che l'opposizione ha avuto un 'unità. Questa è l'unica lista contro i tagli, a favore di azioni contro la politica ThyssenKrupp. Hanno ottenuto 1.824 voti e 9 delegati. Hanno ottenuto 13,7 % di tutti i colleghi.


Terni,"la neve che uccide"

mercoledì 12 marzo 2014 · Posted in , , , ,

A Terni nevica. In dieci minuti la telecamera diventa bianca. C’è il sole, ma la neve non si scioglie perché non è di ghiaccio ma di granelli di polvere. «Quando l’acciaieria Ast Thyssenkrupp “spara”, tutto diventa bianco. Ma qui di candido non c’è nulla. - spiega Andrea Liberati di Italia Nostra – Questa polvere contiene veleni che ci stanno uccidendo nel silenzio generale. I valori ufficiali dell’Arpa di nichel, cromo e arsenico sono ben sopra la soglia benchmark tedesca (max 15 microgrammi/mq per il nichel; max 4 per l’arsenico). Abbiamo infatti registrato un superamento della soglia di 15 microgrammi al metro quadro fino a 23 volte rispetto a questa soglia di riferimento e per il cromo anche punte di 2500 microgrammi al metroquadro. Ci chiediamo se sia eticamente giusto che un’azienda tedesca in Italia non rispetti i limiti che nel proprio paese sarebbero tassativi?».

LE ACCIAIERIE - Prisciano, quartiere di Terni a ridosso delle acciaierie, potrebbe essere un borgo di casette e campagna. Solo che qui le piante diventano grigie, come le auto, i tetti delle case, i pavimenti. Gli abitanti della zona mostrano le tegole nuove che dovranno sostituire quelle ormai inservibili corrose dalla polvere. «Io compro litri di acido al mese. Per me è come se fosse acqua minerale. Lo uso per pulire ma riesco solo a tamponare. Questo grigio non va mai via», racconta un’abitante della zona mentre solleva taniche di acido. Alcuni di loro hanno fatto causa alle acciaierie e hanno ottenuto dei risarcimenti ma ora questo non basta più: «In ognuna delle nostre famiglie ci sono ammalati di cancro. Ci stiamo ammalando tutti. Devono dirci cos’è questa polvere, bonificare, smetterla di spararcela addosso. Le acciaierie ci stanno togliendo la vita. Stiamo diventando come il quartiere Tamburi di Taranto».

I RILEVAMENTI - La centralina di Prisciano da fine dicembre 2012 è disattivata. Si trova accanto ad un parco giochi per bambini. «La centralina era di per sé già obsoleta e registrava valori tra il 25% e il 30% più bassi di quelli effettivi, come attestato a seguito di interrogazioni comunali. - precisa Liberati - L’eliminazione del misuratore è stata determinata dalla scelta della Regione di scorporare le centraline industriali da quelle urbane. Faccio presente che ancor oggi né quella di Prisciano, né quella di Maratta (dove insiste un inceneritore), sono state riavviate e noi non sappiamo nulla di quello che avviene nell’aria. La Thyssenkrupp conformemente alle disposizioni dell’Aia, è stata delegata all’acquisto del nuovo impianto, fatto che a noi ambientalisti non piace molto. Questa centralina caratterizzerà finalmente i metalli pesanti: finora a Terni ciò veniva fatto soltanto tramite un’unica centralina collocata a c.a km 3 dai forni fusori (differentemente da quanto avviene ad Aosta, per esempio: lì ne hanno messe tre tutt’attorno allo stabilimento Cogne Acciai Speciali). Comunque con il dispositivo di Prisciano registrammo anche 123 giorni di PM 10 oltre la soglia di legge. Poi è stato deciso di cliccare su off».

I METALLI E LE EMISSIONI - Andrea snocciola i dati di una classifica da brividi: «Secondo il rapporto Mal’Aria-Legambiente 2012, siamo primi in Italia per cromo prodotto: kg. 968. Siamo certamente ai vertici anche con riferimento al nichel, sebbene la rete di monitoraggio sia molto carente, come detto. Secondi in Italia per mercurio nell’aria; terzi per cadmio». Gli ambientalisti denunciano che non è stata mai eseguita un’analisi delle emissioni diffuse dell’acciaieria, quelle cioè non captate. A guardare dall’alto gli impianti dell’acciaieria si resta impressionati: è una struttura enorme che fa lavorare tantissima gente. Lo stupore viene però annientato alla visione della discarica di scorie dello stabilimento: due montagne di strati a cielo aperto in mezzo agli ulivi e sopra le strade a scorrimento veloce. E’ uno dei cosiddetti siti Sin (siti di interesse nazionale ndr.) da bonificare, operazione che spetterebbe anche al comune di Terni che l’ha utilizzata anche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

LE BONIFICHE MAI AVVIATE - Come nella maggior parte dei casi dei siti Sin la bonifica non è mai stata avviata. In discarica c’è un continuo via vai di camion che scaricano scorie. «Siamo in una situazione paradossale - spiega Giuseppe Rinaldi del Wwf – la Tyssenkrupp anziché favorire la bonifica della discarica, ha chiesto al Ministero dell’Ambiente una sua ulteriore espansione in direzione della Valnerina e della Cascata delle Marmore, con un evidente impatto paesaggistico e ambientale in un’area che è candidata a diventare patrimonio dell’Unesco. La capienza complessiva che la Tyssenkrupp otterrebbe se il Ministero assecondasse la loro pretesa, è pari a ben 7.000.000 di tonnellate di rifiuti -scorie di acciaieria».

LA GALLERIA DEI VELENI - Il paradosso più grande di tutta questa storia è però un’opera che sembra essere un caso unico in Europa: una galleria, costata un centinaio di milioni di euro circa che si trova esattamente sotto la discarica. Nella galleria Tescino piove acqua contaminata con metalli e cromo esavalente. L’autorità giudiziaria ne ha disposto il sequestro per alcuni periodi e il corpo forestale dello stato ha eseguito i rilievi sul liquido che cade lungo la galleria. «Siamo stati noi a fare le denunce – spiega Liberati – ma il problema è la discarica che andrebbe bonificata e che invece sta infiltrando un’opera, come la Tescino, costata tanti soldi».
In effetti, nonostante una serie di evidenti rinforzi applicati alle pareti continuano a venire giù liquidi sia lungo le pareti che direttamente sull’asfalto. Della tossicità di quel liquido se ne è accorto Alessandro Ridolfi che lavorava in galleria come tecnico per la prevenzione degli esplosivi e che asciugandosi il viso con una manica impregnata di quel liquido ha cominciato a sviluppare ulcere negli occhi e su tutto il corpo. «Da allora tutti i giorni mi alzo tra lenzuola insanguinate: secondo i medici dell’asl di Arezzo ho sviluppato una sensibilità ai metalli pesanti e al cromo. Ma queste sostanze sono contenute in tutti i prodotti, circa 1200 e così non posso avvicinarmi a nulla. Sono costretto a vivere isolato ad avere pochissimi contatti umani. Nessuno mi fa più lavorare perché prendere uno come me è una responsabilità enorme. Come vengo in contatto con una sostanza che contiene gli agenti immediatamente comincio a sanguinare e si aprono delle ulcere. La mia non è più vita. Ovviamente devo stare lontano dalla galleria e dalle acciaierie. Vorrei che fosse fatta giustizia: so che la procura sta svolgendo un’inchiesta. Spero che si vada avanti anche per i cittadini di Terni. Molti si stanno ammalando e non si accorgono di nulla».
11 marzo 2014 /Corsera

THYSSENKRUPP: LA SCORIA INFINITA...

venerdì 21 febbraio 2014 · Posted in , , ,


Come volevasi dimostrare, l'inquinamento industriale che si sta denunciando in questi giorni a Terni è ciò che è già successo a Torino, dove sulle scorie delle ex Fiat Ferriere sorgono centri commerciali, negozi e decine di caseggiati in cui vivono migliaia di persone, costrette a convivere con il gravissimo rischio alla salute che ciò comporta. La zona infatti è piena di tonnellate di materiali pericolosi e sostanze nocive, tra cui il cromo esavalente, un metallo utilizzato in siderurgia per la sua azione anti ruggine, dalle proprietà cancerogene e mutagene (modifica il DNA) di cui sono già noti e documentati gli sversamenti nel fiume Dora da parte della ThyssenKrupp (http://www.youtube.com/watch?v=5d3xXn58LbU). Ne ha parlato anche il quotidiano La Stampa nell'art. "Palazzi costruiti su scorie e veleni" di Alessandro Mondo del 25/05/2008 (in allegato). Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai cittadini ternani, ai lavoratori della ThyssenKrupp e alle loro famiglie. Non si può barattare la salute con il ricatto occupazionale: la ThyssenKrupp ha tutti gli strumenti e le risorse (economiche e materiali) per mettere in sicurezza l'area, ma non ha alcun interesse a farlo! L'unica soluzione è che i cittadini ternani si organizzino per costringere la multinazionale tedesca a bonificare l'area prima che questa, come ha fatto a Torino, delocalizzi le produzioni (come fa presagire la poco trasparente operazione di riacquisizione, da parte del colosso tedesco, della Inoxum, dopo la finta vendita ai finlandesi di Outokumpu) lasciando come "regali"alla collettività esuberi e veleni.

http://www.ilmessaggero.it/UMBRIA/terni-tescino-galleria-discarica-villa-valle-ast-rifiuti/notizie/526698.shtml

Terni, la galleria Tescino finisce in Procura
L'Arpa: «Trovato cromo esavalente»


TERNI - Una galleria inquinata e una discarica inquinatrice. Le analisi effettuate dall’Arpa e dalla Guardia Forestale per conto della Procura hanno confermato la contaminazione delle acque che piovono da settimane nella galleria Tescino, lungo la Terni-Rieti. Sono state trovate «tracce significative» di cromo esavalente, manganese, alluminio, nitrati ed altre sostanze tossiche.

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale, appena visionati i risultati considerati più che preoccupanti, ha chiesto all’Ast e Anas di mettere immediatamente in sicurezza la galleria, per evitare che i veleni provenienti dalla discarica continuino a piovere all’interno.

A far paura è soprattutto il cromo che ha effetti tossici e cangerogeni. Analisi che hanno confermato come in quel tunnel lungo quasi un chilometro e mezzo e costato più di cento milioni di euro, si corra il rischio di rimanere contaminati: «Le acque inquinate - ha voluto precisare il direttore dell’Arpa Adriano Rossi - poi finiscono direttamente in un pozzetto e vengono stoccate».

Analisi che entrano prepotentemente nelle indagini della Procura sulle acque contaminate di percolazione provenienti dalla discarica dell’Ast che vanno avanti da anni con gli agenti della Guardia forestale che già il 20 dicembre scorso hanno effettuato i primi rilievi all'interno del tunnel. Anche queste, come quelle dell’Arpa, hanno evidenziato la presenza di manganese e soprattutto di cromo esavalente. Con il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha ordinato una nuova perizia ad un consulente che dovrà verificare tutte le analisi effettuate nelle ultime settimane.

L’ipotesi di reato per ora è quella dell’inquinamento ambientale provocato dalla mala gestione della discarica, il sospetto è che le acque di percolazione possano aver intaccato non solo la galleria (che comunque ha problemi evidenti di coibentazione) ma anche le falde. Per ora l’unica contromisura presa dall’Anas è quella di interdire le aree di sosta per evitare che gli automobilisti e camionisti si fermino ed escano dalle loro vetture. Mentre vanno avanti a singhiozzo i lavori per bloccare le infiltrazioni, con l’ennesima chiusura notturna tra martedì e mercoledì.

Lavori che fino ad oggi non hanno dato i risultati sperati. Ricordiamo che è il ministero dell’Ambiente e non la Regione responsabile dell’aria visto che si tratta di un sito bonifica di interesse nazionale. Per questo in una riunione tecnica una l’assessore regionale Silvano Rometti ha chiesto al Governo di indire in tempi rapidissimi la Conferenza di servizi per trovare le soluzioni alle problematiche ambientali e strutturali emerse nelle ultime settimane. Con la messa in sicurezza definitivamente delle acque di percolazione inquinate provenienti dalla discarica come richiesto dall’Arpa.


EX AREE THYSSENKRUPP:
IL COMUNE PAGHI I SENZA LAVORO PER BONIFICARE LE SOSTANZE TOSSICHE

In questi giorni il Comune di Torino ha approvato il Programma di Trasformazione Urbana 2013-2016, presentato in prima istanza dall’Assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo e dal Sindaco P. Fassino nel luglio del 2013 e poi modificato, che comprende la riqualificazione delle ex Aree ThyssenKrupp, dove sorge lo stabilimento in cui trovarono la morte 7 nostri compagni di lavoro. Un’area enorme, oltre 300 mila metri quadrati, a ridosso del Parco della Pellerina, dove scorre e trova il suo ingresso in Città  la Dora Riparia. Ovviamente su questa area si sono già scatenati, da anni, molti appetiti, sia pubblici (oneri di urbanizzazione) che privati (speculazioni edilizie e aumento delle rendite fondiarie).

Il Comune non si pone neppure la questione, almeno morale (visto che quella giuridica finora non ha visto nessuna condanna per i responsabili della strage) di trattare l'area con la logica di penalizzare chi ha causato quelle morti. L’Amministrazione Chiamparino aveva affermato, all’indomani della strage, di non voler concedere alla multinazionale tedesca alcun beneficio, come il cambiamento di destinazione d’uso, ed espresso la volontà che l’area venisse ceduta alla Città a titolo gratuito come risarcimento “morale”. Nulla di tutto questo!  La TK , dopo aver causato la morte di 7 operai si è intascata anche decine di milioni di euro dagli appalti per la realizzazione e manutenzione delle scale mobili nelle nuove stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con tanto di marchio in bella mostra! In sostanza il Comune fa affari con i responsabili di una tragedia che rimarrà per sempre una ferita indelebile per la nostra Città.
Chiamparino e Fassino fate affari con degli assassini!?

Nel piano di riqualificazione appena approvato, e i cui lavori di realizzazione sono annunciati sin dalla prossima estate, si prevedono in sostanza i soliti interventi, totalmente inadeguati, proposti dagli indirizzi di un Piano Regolatore vecchio ormai di vent’anni, che non tiene minimamente conto di ciò che ha investito nel corso degli ultimi due decenni il capoluogo piemontese: le conseguenze seguite alla pesantissima ristrutturazione industriale seguita da un costante ma inesorabile calo demografico e la crisi, tutt’altro che alla fine. La riqualificazione prevede la realizzazione di una porzione residenziale (a fini abitativi), una di verde (da annettere al parco già esistente di v. Calabria adiacente al Parco della Pellerina) e una zona artigianale di terziario avanzato. Infine un luogo di testimonianza di ciò che accadde quel 6 dicembre 2007, che suona come lacrime di coccodrillo da parte dell’Amministrazione: l’istituzione che interviene solo “dopo” l’accaduto, quando corre ai ripari dimostrando totale e colpevole negligenza per quanto concerne controlli in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, del tutto inesistenti. Per questo si aprirà a breve un altro processo parallelo che riguarda 5 funzionari dell’Asl di Torino, rei di avvertire preventivamente l’azienda dei sopralluoghi ispettivi.

Anche se pare scongiurato, come sembrava nelle intenzioni iniziali, il trasferimento del deposito GTT di Venaria nell’area a ridosso del parco più grande di Torino, resta il fatto che l’area rimane pericolosamente disseminata di sostanze nocive dovute alle lavorazioni siderurgiche e la cui bonifica deve essere a completo carico dell’acquirente, che risulta essere  la Bonafous S.p .A. (società ad hoc composta da Gefim, società privata operante nei settori edile e immobiliare e Fintecna, società pubblica interamente gestita dalla Cassa Depositi e Prestiti e specializzata nella riqualificazione di grandi aree dismesse). Di questa riqualificazione lasciano fortemente perplessi e destano forti preoccupazioni molti punti: il Comune ha “snellito” i passaggi necessari per l’approvazione della riqualificazione passando da Variante Strutturale (n. 211 del 2011), come previsto dalla Legge, a semplice Variante Urbanistica Semplificata, accelerando notevolmente l’iter e mancando completamente di momenti di discussione e confronto con i cittadini, fermo restando che buona parte dell’area è pubblica; si è incluso nella metratura complessiva dell’Area anche una porzione del quartiere Lucento (comprese parrocchia Santi Bernardo e Brigida e scuole materna, elementare e media di v. Pianezza) e chiunque capirebbe che ciò ha il solo scopo di aumentare  la Superficie Lorda di Pavimento, da cui deriva la possibile quantità di edificabile, aumentando così la possibilità di speculare!; inoltre si continua con la logica criminale e anti ecologica di costruire altre soluzioni abitative assolutamente inutili se non a fini speculativi a fronte della decrescita demografica, lenta ma costante della Città, oltretutto in presenza di decine di migliaia di alloggi tenuti sfitti solo per mantenere alti i prezzi di vendita e locazione; il Comune, se ha intenzione di costruire case nell'area, non ha tenuto in debito conto il rischio, tutt’altro che remoto, di esondabilità (ultima alluvione nel 2000, stabilimento TK e aree limitrofe completamente sommerse dall’acqua). Ma ciò che desta maggiore preoccupazione, visti i recenti casi di cronaca (Terra dei Fiochi in Campania e Ilva di Taranto, solo per citarne due) riguarda la bonifica dell’area, trattandosi di un argomento che riveste grande importanza e dagli enormi risvolti morali, sociali ed ambientali. Preoccupazioni più che fondate visti i risultati di altri esperimenti analoghi: ci riferiamo in particolare alla Spina 3 e all’ex area delle Ferriere su cui sono stati costruiti parchi, centri commerciali ed edifici, questi ultimi utilizzati dagli atleti per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 e poi riconvertiti ad uso abitativo, zona Corso Mortara-IperCoop-Nuovo Passante Ferroviario, sotto i quali vi sono ancora tonnellate e tonnellate di scorie industriali nocive mai bonificate. Su questo argomento nessun cenno da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale! Sindaco Fassino, la soluzione non è far costruire palazzi e giardini sopra le scorie di un’acciaieria ma dare lavoro a chi è senza per bonificarle (previa adeguata formazione). Dall’indirizzo del provvedimento urbanistico se ne deduce che in ultimo piano vengono, come sempre, i diritti dei cittadini, mai interpellati quando si tratta di scelte che li riguardano in prima persona, come in questo caso.

Ci rendiamo conto anche noi che l’area così non può rimanere ma è oggettivo che la riqualificazione dell’area sia assolutamente imprescindibile dalla bonifica, a spese di chi ha inquinato. La cosiddetta “Porta Ovest” della Città, oltre a rappresentare un naturale biglietto da visita di ingresso alla Città può diventare un’occasione per creare nuovi posti di lavoro, misura che attenuerebbe, almeno in parte, gli effetti più devastante della crisi. Noi ex lavoratori TK siamo sempre stati disponibili a metterci in gioco, anche in percorsi di riqualificazione professionale, entro quel progetto della Gran Torino Capitale del Lavoro del Sindaco Fassino che per ora rimane solo sulla carta. Visto che il Comune da questo orecchio sembra non sentirci e che i buoni propositi sinora non sembrano essere serviti a nulla facciamo appello a lavoratori, disoccupati, cassintegrati, giovani, donne, studenti, immigrati e tutti quelli che lottano per difendere i propri diritti, primo fra tutti quello ad un lavoro utile e dignitoso, a creare un coordinamento tra associazioni e organismi (sindacali, ambientali, ecc.), esponenti politici e sindacali, singoli cittadini che lottano per non pagare gli effetti più nefasti della crisi a vigilare e mettere in campo tutte quelle azioni necessarie per impedire al Comune di speculare sull’area e costringere il Comune ad effettuare le dovute bonifiche. La scusa di Fassino che non ci sono soldi è una balla trita e ritrita: i soldi ci sono, basterebbe non sprecarli in un’opera assurda e criminale come  la Tav , in cui si continuano a sperperare, tra lavori e gestione dell’ordine pubblico, risorse preziosissime con le quali si dovrebbero creare invece posti di lavoro, fare manutenzioni urgenti alle scuole che cadono a pezzi, potenziare sanità, istruzione e trasporti. Misure concrete per contrastare la crisi più dell’effimero “museo” sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che si vorrebbe intitolare alla memoria dei nostri compagni di lavoro. La questione non è sensibilizzare maggiormente i lavoratori ma chi ha in mano la direzione della società, oggi nelle mani di chi lucra sulla vita dei lavoratori. Per questo tipo di reati vi è in pratica la totale impunità! Dimostrazione ne è che anche gli imputati coinvolti nel caso TK non hanno fatto né un giorno di galera né saranno mai condannati da tribunali che adottano i sistemi della giustizia borghese, quello dei due pesi e delle due misure: chi combatte per salvaguardare il lavoro e i propri diritti (per es. chi taglia le reti, del tutto illegittime, dei cantieri della Tav in Val Susa) viene messo in carcere e chi quei diritti li calpesta (come per es. gli imputati del processo TK) è libero di agire indisturbato.

Ciò che muove gli imprenditori (la stragrande maggioranza se non altro) è unicamente il proprio tornaconto personale, non il benessere dei lavoratori. Va da sé che questi due interessi non potranno mai coincidere, perché la sicurezza per il datore di lavoro rappresenta solo un costo, nulla più. I morti per profitto non sono altro che il frutto di questo sistema produttivo ormai distruttivo di uomini e risorse e di questo ordinamento sociale, ingiusto e superato, al quale dobbiamo opporci con ogni mezzo iniziando fin da subito appoggiando e promuovendo il coordinamento tra organismi, esponenti di partiti, sindacati, comitati e singoli che già oggi lottano, ognuno con proprie specificità e caratteristiche, non solo in difesa dei diritti ma mossi da un obiettivo più alto: creare una nuova società, l’unica alternativa possibile (ma soprattutto necessaria) a questo sistema produttivo ormai giunto al termine. Una società in cui saranno i lavoratori in prima persona a gestire il proprio luogo di lavoro e quindi anche la propria sicurezza, finora delegata a chi non ha alcun interesse a garantirla.

La salvaguardia dei diritti va conquistata con la lotta e la mobilitazione, come quella che ci attende il 24 aprile, giorno in cui  la Corte di Cassazione depositerà la sentenza di terzo grado del processo ThyssenKrupp. Per questo invitiamo tutti a presenziare a Roma davanti al Tribunale in solidarietà ai familiari di tutte le vittime del profitto. Solo in presenza della mobilitazione popolare  la Corte condannerà, anche se a pene (per noi) simboliche, i responsabili della strage.

Far rinascere l’area senza speculazioni, priva di sostanze tossiche e con finalità collettive, impiegando nella bonifica quelle migliaia di lavoratori rimasti senza lavoro, appare di gran lunga il miglior modo per ricordare Antonio, Bruno, Angelo, Roberto, Rocco, Rosario e Giuseppe, restituendo dignità a quel lavoro che è costato loro la vita e mantenendo fede al prestigio della nostra Città, Medaglia d’Oro della Resistenza partigiana e culla della tradizione operaia del nostro Paese.

Vorremmo costruire, con chi condivide queste idee, un momento di scambio e confronto per dare seguito all’appello che abbiamo lanciato.


24 APRILE A ROMA PER  LA SENTENZA DI CASSAZIONE SULLA STRAGE TK:  LA CLASSE OPERAIA NON DIMENTICA!



Torino, 14 febbraio 2014                                                                                                                           Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

http://www.ilmessaggero.it/UMBRIA/terni-tescino-galleria-discarica-villa-valle-ast-rifiuti/notizie/526698.shtml

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