BOCCIAMO I QUIZ INVALSI. NO AL LORO INSERIMENTO NEL POF

domenica 30 ottobre 2011

Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi (MARIASTELLA GELMINI, “La Repubblica” 9/10/2011)
Si erano affannati a dire che non era vero, ma ormai il progetto è dichiarato e chiaro a tutti: mentre si massacra la scuola pubblica -insieme alle pensioni, alla sanità, agli stipendi e ai diritti dei lavoratori- si cerca di far passare un modello meritocratico per il quale, se la tua scuola non ha soldi e il tuo stipendio è una miseria, la colpa è anche (anzi soprattutto) tua.
D’altra parte ciò era chiarissimo anche analizzando la manovra estiva, quando Tremonti, mentre tagliava ancora una volta le risorse alle scuole e bloccava contratti e stipendi continuando ad espellere i colleghi precari, trovava però il modo di aumentare le risorse per l’istituto INVALSI ponendolo sempre più al centro dei processi di ristrutturazione della scuola pubblica e cavallo di Troia per l’applicazione della legge Brunetta nella scuola pubblica, una sorta di riedizione, ancora peggiore, del concorsaccio di Berlinguer.
E un’altra, allarmante conferma ci viene dalla recentissima lettera di Berlusconi alla UE, laddove si afferma che tra le proprie azioni prioritarie il governo italiano assume il rafforzamento della valutazione delle scuole sulla base degli INVALSI, con finanziamenti differenziati a seconda del merito e già a partire dal prossimo anno, con azioni di “ristrutturazione” per quelle che andranno male (proprio sul fallimentare modello USA, che ha prodotto le charter school, al quale là si sta cercando di porre rimedio); vi si dice anche che si procederà all’aumento “dell’impegno didattico”, che si agirà sul “livello stipendiale” e che si introdurranno nuove forme di reclutamento (= la chiamata diretta dei presidi).
Stanno facendo pagare la crisi ai lavoratori e stanno distruggendo pezzo per pezzo i servizi pubblici, mentre salvano  e ingrassano quella finanza virtuale delle banche e banchieri che sono i primi responsabili del disastro delle nostre economie. Devono riscrivere un intero modello di società e hanno bisogno di abolire il concetto di “diritto”: alla scuola, alla salute alla vecchiaia. E’ lo stesso modello che si ripropone per i finanziamenti all’istruzione: si tagliano decine di migliaia di cattedre, si colpisce la didattica, si tagliano gli stipendi, ma si finanziano coloro che pretendono di  misurare i nostri risultati. Il “merito” per pochi al posto dei diritti di tutti.
NOI LA CRISI NON LA VOGLIAMO PAGARE e VOGLIAMO DIFENDERE LA SCUOLA BENE COMUNE.
Noi docenti abbiamo la possibilità di dare subito un segnale forte e concreto di contrapposizione netta riprendendo la mobilitazione contro i quiz INVALSI e votando contro l’introduzione delle prove nel POF, così come già sta accadendo in molte scuole italiane. I presidi nei collegi proveranno a ripetere il ritornello dell’obbligatorietà, ma ricordiamo a loro e ai colleghi che respingere le prove è un atto completamente legittimo così come anche confermato dalla Direttiva annuale del MIUR (n.88) e dalla la Nota n. 6830 (18.10.2011) che confermano che è il Collegio docenti a decidere. Il PAA, piano annuale delle attività  contiene delle attività obbligatorie (partecipazione a collegi, a consigli di classe, ecc.) per le quali non si percepisce nessun salario aggiuntivo, sono i nostri obblighi di lavoro previsti dal contratto nazionale; tutte le attività invece che vengono pagate in base alla contrattazione di istituto sono “aggiuntive”;  queste attività hanno due caratteristiche: 1) non sono obbligatorie 2) devono essere deliberate dalla scuola e inserite nel POF.
Dunque nei collegi chiediamo di votare contro i quiz INVALSI; è naturalmente più che legittimo respingere alcune parti del POF e approvarne altre. Se il governo vuole rendere obbligatori i quiz, faccia una legge, ma non si aspettino che siano i docenti italiani, massacrati negli stipendi e nei diritti, a legalizzarli.
Intanto il carrozzone INVALSI ha già dovuto rallentare dietro la mobilitazione dello scorso anno: la Gelmini aveva dichiarato che i quiz sarebbero stati introdotti agli esami di Stato (in sostituzione della terza prova), poi si era ridimensionata dicendo che per il 2012 si sarebbero svolti i quiz solo in alcune quinte campione; ma le quinte del 2012 possono stare tranquille: il MIUR svolgerà solo un’analisi a campione dei temi svolti; hanno avuto paura che l’opposizione ai quiz si rafforzasse con la presenza degli alunni e delle famiglie dell’ultimo anno delle superiori. Retromarcia anche nell’implementazione dei quiz per l’esame di terza media: tutto resta come prima e non ci sarà il quiz né per inglese né per scienze.
Il mondo della scuola sono anni che vive i quiz come un corpo estraneo alla didattica e sono anni che ne testa l’approssimazione e la scarsa scientificità; l’istituto INVALSI è un carrozzone che sbanda senza sosta: dopo i pastrocchi all’esame di terza media (risposte sbagliate, telefonate convulse alle scuole e raddoppio del lavoro per gli insegnanti), ecco l’incredibile vicenda del concorso a presidi, gestito da un baraccone privato il Formez: quiz sbagliati, approssimativi, oscuri, annullati, reinseriti); e noi dovremmo dare in mano a loro la valutazione dei nostri allievi, del nostro lavoro, delle nostre scuole?
Bocciate i quiz INVALSI oppure fate passare una mozione contro: ESEMPIO DI MOZIONE PER IL C.D.D.
Il Collegio Docenti dell’Istituto……………………………. riunito il ……………………………………., esprime un giudizio negativo sulle prove INVALSI,  in quanto le stesse non si presentano solamente come strumenti esterni di rilevazione degli apprendimenti, ma interferiscono nell’atto didattico-educativo e rappresentano uno strumento che, in vista delle rilevazioni,  modifica l’attività didattica e le sue metodologie proponendo una standardizzazione degli insegnamenti e mettendo in secondo piano le capacità di analisi, sintesi ed elaborazione critica degli allievi.  Pertanto le prove INVALSI non paiono coerenti con il piano educativo e didattico della nostra istituzione scolastica e dunque, in base ai poteri conferiti al Collegio Docenti dal Decreto Legislativo, n. 297/1994 e dall’art. 28  c.4 del CCNL
delibera
di non inserire nel piano annuale delle attività/nel POF relativo all’a.s. 2011/2012 le attività di somministrazione e correzione delle prove INVALSI.
Nel caso la mozione andasse in minoranza nel Collegio, fatela verbalizzare con i nominativi dei colleghi che la sostengono e motivate il vostro personale rifiuto come “opzione metodologica di gruppo minoritario” che, come recita l’art. 8 dpr 275, entra a far parte del POF. Nessuno poi vi potrà obbligare a somministrare e/o correggere le prove.

NO AI PRESIDI PADRONI, RIPRENDIAMOCI I COLLEGI DOCENTI, DIFENDIAMO LA LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO E LA QUALITA’ DELLA DIDATTICA

GIU’ LE MANI DALLA SCUOLA PUBBLICA BENE COMUNE
LA CRISI SIA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA
17 NOVEMBRE SCIOPERO GENERALE

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