DA Italia Oggi, Alessandra Ricciardi
La voglia c'era. E i decreti pure. Solo che, vista l'alzata di scudi dei sindacati, il ministro pare che alla fine non se la sia sentita. I decreti riguardano la sperimentazione del taglio di un anno della durata del percorso scolastico, per adeguarla a quella europea che consegna al sistema universitario i ragazzi diplomati già a 18 anni.
Il progetto, partito dallo studio condotto da una commissione ministeriale ad hoc presieduta da Vittorio Campione, era stato rilanciato come prospettiva di riforma dei cicli scolastici già nei mesi corsi. Anche in quel caso però, davanti alle critiche sollevate da sindacati e partiti, fu declassato dal ministero dell'istruzione, Francesco Profumo, a semplice dossier e rimesso in un cassetto. Poi nella direttiva per l'azione amministrativa 2013, lasciata alle buone intenzioni del successore, il ministro Profumo ritorna sull'argomento, ribadendo la necessità di allinearsi alla durata europea dei percorsi. La scorsa settimana la nuova puntata: i sindacati sono stati convocati d'urgenza per un incontro, tenutosi venerdì, nel quale sono state illustrate le sperimentazioni dei percorsi di riduzione; sperimentazioni e non di più, giacché i tempi per una riforma organica sono finiti da un pezzo per il governo in carica. Ma comunque si tratterebbe di lanciare un seme nel campo, e poi chissà. I sindacati, una volta compatti, hanno criticato l'assenza di confronto su una modifica dell'ordinamento che ha ricadute sulla didattica e l'organizzazione, e hanno evidenziato rilievi giuridici che lascerebbero tra l'altro intendere la facile impugnabilità degli stessi decreti (l'assenza di parere da parte del Cnpi, per esempio). Sta di fatto che, a stretto giro, i progetti sono stati sconfessati via comunicato. I decreti ritornano nel cassetto, fino a diverso ordine. I provvedimenti non seguivano un unico progetto, ma autorizzavano tutte le modalità di riduzione possibili: inizio a 5 anni del percorso scolastico, riduzione di un anno della primaria, accorpando quarta e quinta, e poi taglio di un anno delle superiori, trasformando il primo biennio in due semestri.
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