L'ultima rapina di Monti: stipendi e pensioni pignorabili per intero

giovedì 11 aprile 2013



L'ultima rapina di Monti: stipendi e pensioni pignorabili per intero
Per legge i pignoramenti su stipendi e pensioni non possono superare il 10% per debiti fino a 2.500 euro, un settimo per debiti da 2.500 euro a 5.000 euro e il 20% per debiti superiori a 5.000 euro.
Un governo criminale, che costringe la gente a togliersi la vita oppure gliela toglie direttamente. È il governo Monti, teoricamente in sella solo per il disbrigo dell'”ordinaria amministrazione”.
Nelle pieghe del Decreto Salva Italia, tra quei codicilli scritti in aramaico che nessuno può interpretare, c'è anche la possibilità di espropriare l'intero stipendio o pensione su richiesta dei creditori (il cosiddetto “pignoramento presso terzi”). Il codice di procedura civile, tutt'ora in vigore, prevede invece che l'entità del pignoramento non possa superare per legge la soglia di un decimo per debiti fino a 2.500 euro, un settimo per debiti da 2.500 euro a 5.000 euro e un quinto per debiti superiori a 5.000 euro.
Il decreto riguarderebbe – è fa incazzare ancora di più il fatto di dover usare il condizionale - anche i lavoratori dipendenti. In pratica, diventa possibile affamare famiglie intere fino all'estinzione totale del debito. E questo grazie a un decreto chiamato "salva Italia"... Assassini che prendono per i fondelli le vittime, insomma.
Eppure non c'è stata nessuna modifica delle norme contenute nel codice civile. Ma ad un governo di “tecnici” con intenzioni criminali non fa certo difetto la fantasia. L'escamotage passa per la norma che dal dicembre 2012 costringe a pagare esclusivamente tramite conto corrente bancario, postale o libretto di risparmio, gli stipendi o le pensioni superiori ai mille euro.
Il rischio, peraltro, è ancora peggiore: il concessionario della riscossione (Equitalia, ma anche altri creditori), piuttosto che avviare una procedura coattiva di pignoramento dello stipendio o della pensione, sottoposta come tale ai nuovi limiti sopra evidenziati, potrebbe addirittura aggredire direttamente l'intera somma detenuta sul conto corrente del debitore.
Naturalmente ora ci sarà bisogno di altri “tecnici” per vedere come possa accadere che una legge – quella che limita al 20% il pignoramento - possa essere aggirata da una norma che limita l'uso del contante. Sul piano giuridico, infatti, non è che la “forma” del denaro – elettronico o contante – possa incidere sulla determinazione del limite.
Al momento, il trucco sembra questo: una volta che la mensilità è arrivata sul conto corrente bancario o postale, essa perde la qualifica di "emolumento di lavoro dipendente o pensionistico". E quindi anche le tutele (la percentuale pignorabile) previste dalla legge.
Dovrebbe essere a quel punto il singolo debitore a dover "dimostrare" che su quel conto affluisce soltanto lo stipendio o la pensione, e che quindi eventuali cifre superiori alla singola mensilità sarebbero solo frutto di risparmi fatti sulle mensilità precedenti. Ma è materialmente impossibile che su un conto non vengano fatte anche operazioni differenti. Quindi...

In ogni caso, segnatevi i nomi dei partitti che hanno votato l'intero decreto dando la "fiducia" a questo governo: Partito democratico, Popolo delle libertà, Udc. Se volete tradurre in facce: Bersani, Berlusconi, Casini. Noi non crediamo alla macumba, ma le maledizioni corali della popolazione italiana qualche effetto potrebbero anche sortirlo...
Claudio Conti

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