No alle politiche del governo Renzi e dell’Unione Europea, No al Jobs Act, alla Legge di stabilità, al Piano-scuola
In questi giorni i mezzi di informazione continuano a domandarsi, con enorme spazio, se e quando la Cgil, da sola o insieme a Cisl e Uil, convocherà finalmente il tanto strombazzato sciopero generale, seppure in extremis rispetto alla parabola della Legge di Stabilità e dei decreti sul lavoro. Non dedicano invece alcuna attenzione o informazione (almeno la grande maggioranza di essi) al fatto cheuno sciopero generale è già stato convocato per il 14 novembre, da parecchio e con i tempi giusti visto che cadrà proprio nel mezzo della discussione parlamentare sui temi cruciali del conflitto con il governo Renzi e le sue sciagurate politiche economiche e sociali. E’ lo sciopero generale e sociale indetto dai COBAS e da altre organizzazioni del sindacalismo conflittuale (CUB, USI e ADL Cobas) insieme a numerose strutture dei Centri sociali e del territorio, dei precari e del piccolo lavoro autonomo, organizzazioni studentesche nazionali e locali, che contribuiranno a renderlo generalizzato anche oltre il lavoro dipendente pubblico e privato, cercando di coinvolgere nello sciopero – e nelle iniziative che si svolgeranno per tutte le 24 ore in tante città – anche parti significative del piccolo lavoro “autonomo”, schiacciato dalla crisi, i giovani delle partite IVA e delle decine di tipologie di precariato, e pure chi non può scioperare nelle forme tradizionali, chi non ha neanche un contratto o che addirittura lavora gratuitamente.
La giornata di lotta è stata fatta propria nei giorni scorsi anche dalla FIOM per uno sciopero dei metalmeccanici del Centro-Nord con manifestazione nazionale a Milano. Ci auguriamo che questa comunque positiva estensione della promozione dello sciopero del 14 non venga utilizzata, soprattutto dalla gran parte degli organi di informazione, per oscurare i motivi e la portata dello sciopero generale già indetto: e del rapporto tra i due scioperi, i loro obiettivi e di come rendere visibile la comunicazione tra di essi, parleremo, in particolare con la FIOM e con il suo segretario generale Landini, nell’Assemblea che si svolgerà martedi 11 (alle ore 19) nella facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma, promossa dal Laboratorio per lo sciopero sociale e generale. Come COBAS, il 14 sciopereremo contro le distruttive politiche di austerità della UE e del governo Renzi, contro il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà e le privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei contratti nel PI. Vogliamo l’abolizione della Legge Fornero, pensioni adeguate per tutti/e, un reddito minimo garantito, consistenti aumenti di salari e pensioni per recuperare almeno quanto perso dall’inizio della crisi, significativi investimenti nei servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, trasporti ecc..) e nei Beni comuni, nel diritto alla casa. Respingiamo il miserabile ricatto di Renzi che promette fantomatici nuovi diritti a chi non ne ha, e leva quei pochi rimasti ai lavoratori, aizzando il conflitto tra giovani e “anziani”, “stabili” e precari, per nascondere il fallimento delle politiche di austerità – che hanno aumentato il debito pubblico – e di precarietà estrema del lavoro, che hanno portata alle stelle la disocuupazione.
In particolare per la scuola, i COBAS rifiutano il Piano Renzi, i presidi-Marchionne con il potere di assumere e licenziare, l’abolizione degli scatti di carriera sostituiti da miseri scatti di presunto “merito”, l’ingresso delle imprese negli istituti scolastici, il Sistema di Valutazione con i grotteschi quiz Invalsi; e vogliono l'assunzione di tutti i precari/e che lavorano da anni nella scuola, 300 euro mensili netti per docenti ed Ata a parziale recupero di quanto perso con il blocco dei contratti, l’immediato pensionamento dei Q96. Durante la giornata del 14, si svolgeranno cortei a livello regionale e provinciale, ma anche iniziative diffuse nell’arco delle 24 ore, picchetti, sit-in e azioni in luoghi significativi del conflitto contro le politiche liberiste e di austerità.
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