Ormai siamo arrivati al punto che il pagamento degli stipendi vene definito da un esponente del Governo gesto di responsabilità politica. Di questo passo gli stipendi diventeranno una elargizione affidata alla bontà d'animo del Ministro di turno?
"Si tratta - afferma Faraone - di un gesto politico di grande rilevanza. È un chiaro segnale che questo governo sta investendo molto nella scuola e non intende penalizzare chi, come i docenti e il personale ausiliario tecnico e amministrativo, lavora ogni giorno per il funzionamento dei nostri istituti”.
La dichiarazione merita una piccola chiosa.
Che stanziare soldi per pagare un lavoro già svolto possa essere definito un "gesto politico di grande rilevanza" ci sembra davvero fuori luogo.
Forse il sottosegretario Faraone farebbe bene a rileggere ciò che sta scritto nel sito del Ministero del lavoro: "Il contratto di lavoro subordinato è caratterizzato da una "subordinazione" del lavoratore, il quale in cambio della retribuzione si impegna a prestare il proprio lavoro alle dipendenze e sotto la direzione di un altro soggetto" (definizione che peraltro richiama il disposto dell'articolo 2094 del Codice Civile).
Per essere ancora più chiari: il rapporto di lavoro di pubblico impiego ha natura bilaterale e prevede necessariamente un corrispettivo che, ove non erogato, configurerebbe una palese violazione dell'articolo 2094 del CC e non una semplice "penalizzazione" del dipendente.
Il cittadino che non paga le tasse è un evasore e in taluni casi il suo comportamento può essere sanzionato anche in sede penale. Nessuno si sognerebbe mai di affermare che pagare le tasse è un gesto di magnanimità nei confronti dello Stato. Per quale strano motivo il cittadino che paga le tasse "fa il suo dovere" mentre il Governo che paga i supplenti per un lavoro già svolto "compie un gesto politico di grande rilevanza"?
Il sottosegretario Faraone si rende conto di aver detto una autentica corbelleria?