PER UNA PIATTAFORMA UNITARIA DI TUTTO IL PRECARIATO DELLA SCUOLA
SOLO UNENDO LE LOTTE SI PUÒ VINCERE
I Cobas hanno sistematicamente
contrastato, negli ultimi due anni, l’impatto deleterio della cosiddetta “Buona
Scuola”. Abbiamo denunciato la logica privatistica della riforma
dell'istruzione voluta dal governo Renzi, che ha portato a compimento il
processo di aziendalizzazione della scuola.
E, così come abbiamo sempre lottato contro gli scellerati tagli al personale e
ai finanziamenti attuati da tutti i governi nei decenni passati, abbiamo per
ultimo denunciato l'iniquo meccanismo di assunzione previsto dalla legge 107,
il discriminante e punitivo piano straordinario della mobilità, il principio
arbitrario ed autoritario della chiamata diretta.
Un'attenta riflessione va posta
poi su tutta la situazione del precariato e sui conflitti che si vanno
determinando sia al proprio interno sia con i docenti neoassunti, in
conseguenza del sovrapporsi nel corso degli anni di incoerenti meccanismi di
reclutamento.
L'ultima fase di questa sistematica azione
di divide et impera si è concretizzata nel piano straordinario di mobilità
previsto dalla 107. Le operazioni di trasferimento già compiute e pubblicate
contengono numerosi errori. Ma, al di là degli errori “tecnici”, è proprio la
discriminatoria successione di fasi di questo sistema di mobilità, prevista dal
CCNI, a penalizzare ampi strati di lavoratori con decenni di esperienza alle
spalle e che si sono trovati di fronte al ricatto: o precariato o emigrazione.
Gli errori non possono essere “aggiustati” con il trucco della “conciliazione”,
né tanto meno sono accettabili accomodamenti particolaristici e provvisori,
talvolta lesivi delle legittime aspettative dei docenti delle GaE che hanno
deciso di non inoltrare la domanda di assunzione nell’agosto 2015.
ORA, COME ERA PREVEDIBILE, MOLTI ALTRI NODI
VENGONO AL PETTINE.
Siamo tutti a conoscenza della situazione in cui versano i diplomati
abilitati magistrali ante 2002 e della diversità profonda che si è creata al
loro interno in merito all'iscrizione nelle GAE. E' necessario affrontare
politicamente la questione per dare una prospettiva unitaria e di soluzione
equa per tutti. Allo stato attuale abbiamo precari che: non hanno fatto il
ricorso, lo hanno fatto ma lo hanno perso, l'hanno vinto con cautelare per
l'iscrizione in GAE ma non hanno avuto riconosciuto il punteggio, l'hanno vinto
con il riconoscimento del punteggio e, infine, pochi ormai inseriti a pieno
titolo. E' una condizione inaccettabile.
A tutto ciò si aggiunge l'attesa, per
novembre, delle sentenze della Cassazione che si deve pronunciare su quale
debba essere l'organo giudiziario competente (giudice del lavoro o TAR) e del
Consiglio di Stato che si esprimerà sul merito della questione con un parere
che diverrà dirimente.
Simile la richiesta di iscrizione in GAE degli abilitati TFA e PAS, inseriti in
seconda fascia d'Istituto, che se esclusi dalla lotteria del concorso,
rischiano di essere espulsi dalla scuola.
E' importante che prima di queste sentenze i precari della primaria, TFA e PAS
si mobilitino: spezzare il blocco delle iscrizioni nelle GAE significa aprire
una breccia verso la loro trasformazione in graduatorie permanenti come era
prima del 2007.
I precari di terza fascia d'istituto sono all'ultimo anno di vigenza delle
graduatorie; su tutti incombe l'ambigua formula del triennio lavorativo a
partire dal 1° settembre 2016. Per loro chiediamo un percorso abilitante
pubblico che garantisca l'immissione in graduatoria permanente. Così come un
percorso pubblico di reclutamento deve essere garantito agli ultimi fra tutti,
i neolaureati, ai quali si continua a prospettare, sola possibilità, la truffa
dei TFA.
E tutto questo mentre le condizioni delle
scuole e in particolare di quelle del Sud d'Italia rimangono molto critiche:
classi troppo numerose anche in aperta violazione della legge; edifici inadatti
e insicuri a causa dei tagli agli Enti locali; molti alunni con disabilità che
non hanno le necessarie garanzie in termini di assistenza, di sostegno o di
continuità didattica; il tempo scuola che si è drasticamente ridotto.
Sicuramente impressionante è il dato dei
402 docenti della secondaria di secondo grado della sola provincia di Napoli, i
quali, dopo aver lavorato per anni con contratto a t.d. dalle GAE, hanno
ottenuto la cattedra, su sostegno, in province del Centro-nord dal 1°
settembre, nonostante fossero disponibili posti nelle province di provenienza,
e che ora sono rientrati, con assegnazione provvisoria, mentre sarebbe bastato
immetterli in ruolo, come tutti, per scorrimento dalle graduatorie, nella provincia
in cui hanno sempre lavorato negli ultimi anni!
Condanniamo duramente l’atteggiamento di
quei sindacati concertativi o di quegli esponenti del ceto politico che brigano
per ottenere dilazioni e contentini a vantaggio dell’una e a detrimento
dell’altra “fascia” di docenti.
Il “si salvi chi può” non è una soluzione
praticabile. La 107, infatti, ha reso tutti parimenti flessibili e fungibili,
precarizzando anche gli stabili ed escludendo dalle dovute immissioni migliaia
di precari. Occorre che ci mobilitiamo finalmente in modo unitario e fermo su
una piattaforma di rivendicazioni radicali e di alto profilo.
Senza giochi delle tre carte su organico di
diritto e organico di fatto, tutti coloro, stabili e precari, che hanno
lavorato nell'anno scolastico passato devono poter essere riconfermati sulla
loro sede, dal momento che i posti c'erano e ci sono. Gli organici, docenti ed
ATA, devono essere ampliati per consentire alle scuole di funzionare.
Chiediamo:
La messa a disposizione di tutti i posti disponibili, in organico di diritto e
in organico di fatto, per permettere a tutti di lavorare nella propria regione;
L'ampliamento delle assunzioni (docenti e
ATA) e del tempo scuola;
L'immediata stabilizzazione di tutti i precari con 36 mesi di servizio, sulla
base della sentenza europea;
L'inserimento in GAE dei diplomati magistrali ante 2002, dei precari di seconda
fascia d'istituto, degli idonei del concorso;
La trasformazione delle GAE in graduatorie
permanenti come era prima del 2007;
Una modalità pubblica e gratuita di conseguimento dell'abilitazione per tutti e
l’inserimento degli abilitati nelle graduatorie permanenti;
Il ripristino effettivo del “doppio canale”
fino all’assunzione di tutti i precari della scuola. Prima di allora nessuna
ipotesi relativa a un nuovo sistema di reclutamento può essere presa in
considerazione.
I posti ci sono, come c'è la necessità di tenere il più possibile aperte le
scuole specie in regioni difficili. Servono docenti e ATA per farlo.
COBAS, COMITATI DI BASE
DELLA SCUOLA