Pubblichiamo un articolo di Bifo su cui siamo sostanzialmente d'accordo ad esclusione della chiusa: perchè la deflagrazione di questa Europa neoliberista dovrebbe portare a disgrazie maggiori di quelle dell'ultimo ventennio? cobasterni
Ciò che sta accadendo in Italia va letto nel contesto della deflagrazione dell’Unione europea, provocata dall’aggressione finanzista guidata dalla Banca centrale europea e dal governo tedesco.
Da Maastricht in poi, il ceto finanzista globale ha deciso di cancellare in Europa le tracce della forza operaia del passato, la democrazia, la garanzia salariale, la spesa sociale. In nome del fanatismo liberista ha finito per sradicare le radici del consenso su sui si fondava l’Unione europea. L’effetto, però, non è solo il dimezzamento del monte salari dei lavoratori europei, la distruzione della scuola e della sanità pubblica, l’abolizione del limite dell’orario di lavoro, la precarizzazione generalizzata. E’ anche la guerra.
Era prevedibile, era previsto, ora comincia ad accadere.
La disgregazione finale dell’Unione europea possiamo leggerla sulla carta geografica.
Cominciamo da est. L’insurrezione ucraina è prova di come sia mutata la natura d’Europa. Nata come progetto di pace tra tedeschi e francesi, e quindi di pace in tutto il continente, l’Unione è oggi divenuta l’esatto contrario. Gli europeisti ucraini usano l’europeismo come arma puntata contro l’imperialismo russo, e risvegliano fantasmi del nazismo. L’ingresso in Europa è visto come una promessa di guerra, e la precipitazione del conflitto in Ucraina non potrà che avere conseguenze spaventose per l’Europa intera. Bruxelles reagirà aprendo un confronto con la Russia di Putin, oppure lascerà che la Russia di Putin soffochi una rivolta che è nata nel nome dell’Europa?
Spostiamoci a ovest. Il Parlamento catalano ha indetto il referendum indipendentista per l’autunno del 2014. I franchisti del governo madrileno hanno risposto che il referendum non si farà mai.
Nel frattempo, in Francia i sondaggi prevedono che il Front National diverrà partito di maggioranza alle prossime elezioni. A quel punto il patto franco-tedesco su cui si fonda l’Unione sarà cancellato nella coscienza della maggioranza dei francesi, e la balcanizzazione del continente precipiterà.
Questa dinamica mi pare il contesto in cui leggere le convulsioni agoniche della penisola italiana.
Il governo Letta Alfano Napolitano, filiale del partito distruttori d’Europa, è in camera di rianimazione. Può durare o crollare poco importa: non è in grado di mantenere nessuna promessa, neppure quelle fatte ai suoi padroni di Francoforte.
Il movimento dei forconi è tracimare del nervosismo sociale. Nel 2011 il movimento anticapitalista tentò di fermare l’aggressione finanzista, ma non ebbe la forza per mettere in moto una sollevazione solidale. La precarizzazione ha sgretolato la solidarietà tra lavoratori, e il movimento si risolse in una protesta che il ceto politico-finanziario, per criminale interesse e per imbecillità conformista, rifiutò perfino di ascoltare.
Ma la sollevazione non si ferma, perché ha i caratteri tellurici di una disgregazione della base stessa del consenso sociale. E’ una sollevazione priva di interna coerenza, priva di strategia progressiva. Ci sono dentro elementi di nazionalismo, di razzismo, di egoismo piccolo-proprietario, ma anche elementi di ribellione operaia, di democrazia diretta e rabbia libertaria. Non è importante la sua confusa coscienza, le contrastanti ideologie e i contrastanti interessi che la mobilitano. Conta il fatto che il suo collante obbiettivo è l’odio contro l’Europa. Questo odio non può che essere portatore di disgrazie.
Franco Bifo Berardi
don Pierino Gelmini: riparte il processo per molestie sessuali.
Dopo oltre un anno si torna in aula il 6 febbraio, La data è stata fissata dopo che la corte costituzionale si è espressa sulla questione di legittimità sollevata dal tribunale di Terni
IL PARERE DELLA CONSULTA È ARRIVATO LO SCORSO 20
OTTOBRE DOPO OLTRE UN ANNO DI ATTESA – RIPRENDERÀ IL PROSSIMO
6 FEBBRAIO IL PROCESSO NEI CONFRONTI DI DON PIERINO GELMINI. L’88ENNE FONDATORE
DELLA COMUNITÀ INCONTRO È ACCUSATO DI MOLESTIE SESSUALI NEI CONFRONTI DI ALCUNI
OSPITI DELLA STORICA STRUTTURA DI AMELIA.
Dopo una lunga sospensione – il parere della Consulta è
arrivato lo scorso 20 ottobre dopo oltre un anno di attesa – riprenderà il prossimo
6 febbraio il processo nei confronti di don Pierino Gelmini. L’88enne fondatore
della comunità Incontro è accusato di molestie sessuali nei confronti di alcuni
ospiti della storica struttura di Amelia.
Sospensione Lo stop al processo, segnato da continui
rinvii, era stato imposto dal tribunale di Terni nel maggio del 2012. Dopo aver
preso atto delle gravi condizioni di salute del prete, di fronte
al’impossibilità di formulare una prognosi certa, i giudici avevano ‘passato la
palla’ alla corte costituzionale, rilevando il contrasto fra l’impedimento
reale e i principi – imposti dal codice – del ‘buon andamento degli uffici
pubblici’ e della ‘ragionevole durata dei processi’.
Si riparte Ad ottobre la Consulta si è espressa,
confermando quanto già affermato più volte: ovvero che ‘il mero impedimento
fisico non può essere assimilato all’infermità di mente’ con il primo che ‘non
costituisce un ostacolo assoluto alla celebrazione del giudizio’. Sciolto il
nodo, il tribunale ha fissato la nuova udienza per il 6 febbraio 2014.
Il ritorno della legge delega
di Cinzia Olivieri da EdScuola
Il ritorno della legge delega, tra vecchio e nuovo ed il miraggio della Costituente
Legge delega: ritorno o superamento del nuovo?
A distanza di qualche giorno dal comunicato stampa con il quale si annunciava che il testo del Disegno di legge delega in materia di Istruzione, doveva “ritenersi del tutto superato” e dalla notizia di una prossima Costituente della Scuola, la sorpresa dell’avvio in VII^ Commissione Senato della discussione sul DDL S958 che all’art 2 disciplina appunto la Delega al Governo in materia di istruzione, università e ricerca e tra i princìpi e criteri direttivi specifici il: “b) coordinamento formale e sostanziale delle disposizioni vigenti, per garantire coerenza giuridica, logica e sistematica, nonché per assicurare il riordino e la semplificazione delle strutture, ivi compresi gli organi collegiali della scuola, e dei procedimenti;”.
In realtà non si tratta di una novità, dal momento già a luglio risultava depositato appunto l’atto S958, presentato dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione di concerto anche con il Ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca. (1)
Promessa tradita o sua realizzazione?
Premesso che il concetto di superamento, piuttosto che il ritiro o l’abbandono, ci fa immaginare una sorta di competizione tra qualcosa che avanza ed un’altra che arretra,il vecchio a cui si sostituisce il nuovo, in realtà tutto appare coerente a quanto il Ministro aveva preannunciato già a giugno davanti Commissioni riunite (VII) di Camera e Senato. Infatti in tale occasione aveva anticipato l’inserimento di una norma di delega nell’ambito del disegno di legge sulle semplificazioni per un nuovo testo unico in materia di istruzione ed una riforma degli organi collegiali, notizia confermata a novembre in Consiglio dei Ministri, con la pubblicazione del testo del “collegato” alla legge stabilità depositato in presidenza che prevedeva il mantenimento delle sole funzioni consultive degli organi collegiali. Ed è appunto questo che dovrebbe ritenersi superato.
L’iter del DDL S 958 vede già a settembre cominciare la trattazione in commissione edin consultiva ed ora prendere avvio l’esame in VII^ commissione Senato che continuerànei prossimi giorni
Sono stati presentati alcuni emendamenti: dalla proposta di sopprimerecompletamente l’art. 2 (che prevede appunto la delega in materia di istituzione) o semplicemente il riferimento agli organi collegiali della scuola. Tra questi il preannunciato emendamento 2.21 (2), il quale prevede che i decreti emendativi siano adottati «previa consultazione obbligatoria di appositi tavoli tecnici di confronto, istituiti presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in materia rispettivamente di istruzione primaria e secondaria e di università e ricerca, ai quali partecipano i rappresentanti di tutte le istanze interessate ai settori oggetto del presente articolo».
Quale costituente. Quale coinvolgimento
Sarà questa la Costituente? E quali saranno i “rappresentati” delle varie categorie interessate? Giacché è in gioco la “democrazia scolastica”, dovrebbe prevedersi il coinvolgimento degli eletti negli organi collegiali, sebbene ad oggi sia stata annunciata la partecipazione del solo FoNAGS ed in generale dell’associazionismo. (3)
Ma chi, più di coloro i quali vivono la scuola quotidianamente, può esprimersi in merito ai problemi della collegialità? Occorre ricordare ancora una volta che le forme di consultazione previste dalla legge sull’autonomia prevedono il coinvolgimento dei cittadini, sia singoli che associati.
I genitori della scuola desiderano far sentire la propria voce al di là di pur apprezzabili petizioni che appaiono però necessariamente riduttive di problematiche di più vasta portata. Purtroppo non basta difendere la figura del rappresentante di classe, se a questo ruolo si collega la mera presenza da sostanziale uditore in riunioni di breve durata o la raccolta di quote di partecipazione a collette di vario tipo. Il problema vero è dare un senso e garantire la partecipazione tutta, proprio per stimolarla, consapevoli dell’importanza del contributo dei “portatori di interesse”.
Intanto si apprende dell’impugnazione da parte del MIUR della sentenza del Tar Lazio del 3 ottobre (4), che aveva ordinato al Ministro di emanare l’ordinanza di cui all’art. 9 del Dlgs 233/99 per il rinnovo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Cadrà definitivamente anche l’ultimo organo collegiale territoriale?
Dati statistici sulle scuole italiane
sabato 14 dicembre 2013
la società dello spettacolo
Prendete vip o pseudo-vip di seconda fila
(il cantante popolare con figlie al seguito, la showgirl, la giornalista
dei salotti buoni, l’attore corpulento, il rampollo di casa Savoia ecc.)
e mandateli per 15 giorni a visitare un campo profughi. Riprendeteli
in tutte le pose mentre toccano con mano la sofferenza umana («Ma non ci
posso credere!», «Non può essere vero!», «Povera gente!» ecc.) e poi portateli
in studio a commentare le loro avventure esotiche, alla presenza
dei responsabili ingessati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati
(Unhcr) e della Ong che ha sponsorizzato l’iniziativa.
Frullate il tutto e fatelo presentare da un conduttore de noantri e dalla collega palestinese,
visibilmente terrorizzati dalle polemiche passate e prevedibilmente
future. Che cosa otterrete?
Se non ci fossero di mezzo le vere sofferenze dei profughi,
la risposta sarebbe una sola: due
ore di comicità involontaria e irresistibile. Questo è Mission,
la cui prima puntata è andata in onda il 4 dicembre su Rai 1. Basterebbe
Al Bano, conciato come in una vacanza aziendale a Miami, con paglietta
e sciarpa bianca, e accompagnato dalle figliole Romina Jr
e Cristel. Inforna il pane, trasporta tappeti, accarezza bambini
e si produce in una gag da Oscar. C’è un signore siriano seduto per terra
che pensa ai fatti suoi: Al Bano arriva e lo benda con la sua kefiah, mentre
quello sorride cortesemente, un po’ imbarazzato. Dopodiché,
l’indimenticabile gorgheggiatore di Felicità porta due caprette, lo sbenda
e gliele consegna. Finalmente i bambini avranno un po’ di latte.
Commozione, gratitudine, lucciconi. Applausi in studio.
E che dire della coppia Candida Morvillo-Francesco Pannofino?
La prima, in trasferta in Mali e immortalata mentre pianta un chiodo
(senza riuscirci), è la perfetta parodia della radical snob che dà
un’occhiatina al terzo mondo — peccato però che non si tratti di una parodia.
Il secondo, in fondo, è il più sincero di tutti quando dichiara di
essersi «sentito come un cretino» durante la sua esperienza di turismo umanitario.
Applausi in studio.
Ma il picco del grottesco si tocca con il siparietto di immigrati
di Rosarno che hanno messo in piedi una squadra di calcio — accompagnati
dall’allenatore e dall’inevitabile prete. Mentre scorrono immagini
della rivolta di tre anni fa (senza che nessuno dica una parola sul lavoro
nero, sullo sfruttamento, sugli italiani che sparavano agli stranieri per
farli fuggire prima di essere pagati ecc.), arriva il giocatore Zambrotta —
un babbino Natale bianco — che li omaggia di palloni e magliette
e proclama profonde verità sul calcio che combatte il razzismo. Sintesi
e traduzione: non fate casino, se vi danno 25 euro al giorno per
9 ore di lavoro. Invece, giocate al calcio che vi passa. Applausi convinti
in studio.
Raramente si è visto in televisione qualcosa di così
dolciastro, ipocrita e buonista (ma perché, allora, non hanno invitato
Veltroni l’Africano?). L’idea di mandare delle facce televisive, più
o meno note, a farsi un po’ di pubblicità tra i profughi
della Giordania e del Mali è orrenda, e poteva venire solo in
un paese come il nostro, in cui i leader politici principali sono il
proprietario di tre reti, un comico diventato famoso con la tv e un
sindaco piacione che imperversa da mane a sera sul piccolo schermo
(speriamo che la smetta di perseguitarci, se diventa segretario
del Pd).
Se quelli dell’Unhcr e di Intersos speravano di farsi
pubblicità con Mission,
hanno preso una bella cantonata. Agli occhi del pubblico, qualsiasi
discorso sui profughi, d’ora in poi, sarà questione di vip e siparietti
commoventi. Ma, soprattutto, la realtà dei conflitti che producono profughi
— conflitti in cui è coinvolto anche il nostro bel paese, così buono
e sensibile — sarà ignorata quanto e più di prima, mentre invece
i vip non perderanno l’occasione di dirci come soffrivano, mentre
facevano la loro vacanza umanitaria.
E questa bella roba costa. Il mistero sui cachet dei vip in
sedicesimo è fitto: si parla di 700 euro al giorno di diaria, ma chi ci
crede? Il buon Al Bano, notoriamente genuino come il vino delle sue tenute,
ha dichiarato di aver preso una «miseria», 500.000 euro invece dei 750.000
previsti. Sarà vero? Sarebbe il caso di indagare, anche per non lasciare
solo alla destra le denunce degli sprechi Rai. Ma se fosse vero, non si tratterebbe
solo di dilapidazione di denaro pubblico: sarebbe un vero e proprio
insulto ai profughi, strumentalizzati per rinverdire l’immagine di cantanti,
attori e conduttori.
Vista la prima puntata, non possiamo che aspettarci il peggio
dalla seconda. Infatti, con altri turisti del dolore, è in arrivo dal
Congo niente meno che Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria di
Savoia, uno che di profughi s’intende (forse perché per anni non ha potuto
mettere piede in Italia?). Aspettiamo con ansia che ci racconti, con la sua
erre moscia, quanto ha sofferto in Congo.
Alessandro dal Lago
Alessandro dal Lago
Scuola: la legge delega ammazza organi collegiali non è stata ritirata
mercoledì 11 dicembre 2013
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la legge delega ammazza organi collegiali non è stata ritirata,
scuola
Tra il 9 dicembre ed il giorno 13 dicembre in Commissione Affari costituzionali al Senato si discuterà il noto provvedimento legislativo s.958 dal titolo misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo, il quale, ancora oggi, all'articolo 2 contiene una delega di intervento e riforma della scuola. Tra i criteri generali si evidenziano, in particolare, l'organizzazione ed il coordinamento delle disposizioni vigenti, il loro adeguamento alla giurisprudenza, l'indicazione esplicita delle norme abrogate e l'aggiornamento delle norme relative ai procedimenti amministrativi . Tra le materie oggetto della delega, sono contemplate, in particolare, per il settore dell'istruzione, il reclutamento del personale docente, gli organi collegiali della scuola, le reti di scuole, i procedimenti amministrativi relativi allo status giuridico e al trattamento economico del personale scolastico, la contabilità delle istituzioni scolastiche, la disciplina giuridica di altri soggetti riconosciuti dall'ordinamento vigente in materia di istruzione e formazione e l'organizzazione delle istituzioni dell'AFAM. Una delle norme che ha fatto più discutere è quella che vuole la fine degli organi collegiali. Questi perderebbero ogni funzione deliberativa, ma manterrebbero solo funzioni consultive e nessuna su quelle attinenti allo stato giuridico del personale, detto in breve sparirebbero le competenze deliberative sulle attività aggiuntive e sul FIS.
Dopo qualche sollevazione tramite comunicati stampa, erano giunte rassicurazioni sul superamento di quel testo.Ma in verità nulla formalmente ed ufficialmente è stato, ad oggi, ritirato.Il testo in discussione è ancora quello originario.Insomma che l'attenzione sia massima nonostante le chiacchiere e la scuola non ha bisogno di chiacchiere. Marco Barone GIU LE MANI DALLE EX AREE THYSSENKRUPP - ILVA NO A SPECULAZIONI EDILIZIO-URBANISTICHE
martedì 10 dicembre 2013
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ast,
GIU LE MANI DALLE EX AREE THYSSENKRUPP - ILVA NO A SPECULAZIONI EDILIZIO-URBANISTICHE
IL COMUNE DI TORINO ONORI E RISPETTI LA VOLONTA' DELLE FAMIGLIE DELLE SETTE VITTIME DELLA STRAGE DEL 6 DICEMBRE 2007 E DEGLI EX LAVORATORI TK
In coincidenza con il Sesto Anniversario della strage del 6 dicembre del 2007, che vide perire in modo così orrendo i nostri compagni di lavoro Antonio, Angelo, Roberto, Bruno, Rocco, Rosario e Giuseppe, noi famigliari ed ex-Lavoratori chiediamo al Comune di Torino, in particolare al Sindaco e al Consiglio Comunale di NON DIMENTICARE ciò che é successo in quella maledetta notte e mantenere viva la memoria della più grande ferita inferta alla città dopo i rastrellamenti e i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Città e cittadini, un’intera comunità che tanto rimasero colpiti e segnati in quei giorni di lutto e cordoglio e che in modo naturale e solidale si strinsero in un abbraccio collettivo attorno alle famiglie dei sette operai e ai lavoratori TK che in quei giorni drammatici oltre che veder perdere la vita dei loro compagni e rischiare essi stessi la vita, avevano visto attuarsi lo sciagurato piano industriale della direzione aziendale TK di chiudere senza alcun preavviso il sito produttivo di Torino. Senza che per altro il Comune (l'allora Amministrazione Chiamparino) facesse nulla per impedirlo.
Per noi mantenere viva la memoria ed il ricordo dei nostri compagni di lavoro non vuol dire solo commemorarli, una volta l’anno, in un doveroso e pur importante “momento istituzionale”, attraverso la celebrazione della messa e il saluto del Sindaco e delle Autorità, come si è appena rinnovato venerdì scorso al Cimitero Monumentale. Per noi ricordare ed onorare ciò che è successo vuol dire anche e soprattutto far diventare “Patrimonio Collettivo” il fatto che nella nostra città culla del lavoro, in particolare dell’industria e nel segno della tradizione e della storia operaia, non accadano più stragi sul lavoro e siano riattualizzati valori come la dignità del lavoro ed il rispetto della salute e della vita dei lavoratori, ma anche dei cittadini che vivono nei pressi degli insediamenti produttivi rimasti in Città, proprio come ha ricordato nel suo ultimo discorso il Sindaco Fassino.
Una città che in più di un secolo è radicalmente cambiata e si è trasformata, pur tra enormi sacrifici e notevoli travagli socio-economici, e dopo alcuni decenni è passata dall'essere universalmente riconosciuta come la Città dell’Auto, simbolo del lavoro operaio e manifatturiero all'odierna “Moderna Città dei Servizi e del Turismo Europeo”: in sintesi la Torino Olimpica e degli eventi mediatici, che in questo scenario si è trasformata anche sul piano urbanistico con massicci interventi di riqualificazione attraverso il cambio di destinazioni d’uso di enormi ex-aree industriali. Milioni di metri quadri spesso “donati” ai privati, che vi hanno speculato costruendoci residenze private e supermercati, con rivalutazioni fondiarie rilevanti e perdita, per la Città, di importanti Aree che sarebbero dovute essere trasformate e destinate ad un miglior utilizzo per tutta la comunità con finalità sociali.
Come Ass. Legami d’Acciaio e come ex lavoratori e quindi semplici cittadini torinesi invitiamo il Sindaco, l’Assessore all'Urbanistica e tutto il Consiglio Comunale affinché la variante urbanistica (ex 221), che prevede un cambio di destinazione urbanistica diverso dai fini industriali-produttivi previsti, venga discussa con le modalità e l’iter più corretto ed idoneo della variante strutturale e non come si sta tentando di fare, cioè velocizzando inspiegabilmente la discussione prima in Commissione e poi in Consiglio con una “variante semplice” che non terrebbe in debita considerazione la complessità, i numeri ingenti in ballo (metri quadri, SLP, ecc...) ma soprattutto le doverose bonifiche (che dovrebbero essere poste a carico della ThyssenKrupp e non del Comune; e quindi gravare su noi cittadini) e le relative criticità ambientali.
Area che è stata investita per circa 60 anni da attività industriali siderurgiche molto inquinanti, con il loro relativo impatto protrattosi per decenni anche a livello infrastrutturale, con cunicoli e/o gallerie sotto la superficie dei capannoni. Inoltre non bisogna sottovalutare l’altissimo rischio di esondabilità presente in tutta l’area a valle del Parco della Pellerina, come dimostrato nei fatti con l’alluvione dell’ottobre del 2000, che vide i nostri reparti di lavoro completamente invasi e gravemente danneggiati dalle acque della Dora Riparia.
Quindi chiediamo all’Amministrazione Comunale e a chi ne ricopre le responsabilità di soprassedere evalutare bene il destino di quelle Aree, di tenere bene in conto degli elementi di discussione accennati sui rischi e sulle ricadute ambientali (prima di cospargerci il capo di cenere o inutili recriminazioni su danni a cose o a persone che sarebbero a rischio alluvione), di considerare per le stesse cose dette e delle promesse fatte negli anni da questa e dalla precedente Amministrazione.
Per noi questo vorrebbe dire veramente Ricordo e Memoria per ciò che è successo, e non solo commemorare la data del 6 dicembre, un rito collettivo che appare anche solo in parte routine e retorica con cui lavarsi la coscienza. Il solo ricordo non aiuterà a migliorare la città e la vita quotidiana dei suoi cittadini.
Legami d’Acciaio non ha la presunzione né proposte specifiche da avanzare per la riqualificazione dell’Area, certamente non nel merito tecnico. Questo non compete a noi. L’unica cosa di cui siamo certi è che l’area così com’è non può restare, va restituita alla Città con un riutilizzo in termini di superfici a maggioranza con finalità pubbliche e siamo altrettanto convinti che sull’area non debbano esserci “svendite”, come già successo, a privati o amici degli amici che le usino a fini speculativi. Se non sono state vendute in sordina nel frattempo le ex aree ci risultano appartenere alla Fintecna o meglio l’immobiliare CimiMontubi S.p.A., almeno per le aree ex-ILVA.
Legami d’Acciaio esorta l’Amministrazione, il Sindaco, il Consiglio a confrontarsi con la cittadinanza, i comitati di cittadini nati o esistenti da anni in quelle Aree, che si stanno impegnando a valorizzare anche con progetti e proposte per il riutilizzo dei milioni di metri quadri di questo pezzo importante di accesso alla città (varco Ovest). Ragionare tutti insieme, anche con noi famigliari ed ex-lavoratori, non solo per salvaguardare la memoria un pezzo di Storia della città, di ciò che era, ma soprattutto per ciò che riguarda il proprio futuro di moderna città solidale e sostenibile e del volto che Torino dovrà per forza di cose ricostruirsi, dopo la pesantissima fase di dismissione e delocalizzazione industriale di numerosi siti produttivi dovuti alla crisi degli ultimi anni.
Torino potrà superare questa crisi solo se verrà rilanciato il LAVORO: per esempio realizzando i lavori di bonifica dell'ex area Thyssen assumendo tra i numerosi cassintegrati e disoccupati.
Tra questi pure alcuni ex lavoratori ThyssenKrupp a cui Fassino ha promesso un lavoro, mai giunto. Francamente sia questa che la passata Amministrazione hanno usato molto la vicenda a fini mediatici ma poi in concretamente non hanno fatto niente di niente sia sul versante del miglioramento della sicurezza e della salubrità dei luoghi di lavoro, sia per quanto riguarda l'occupazione (ai minimi storici e peggio che nel resto d'Italia). L'ex Sindaco Chiamparino è stato premiato per la sua politica “rivolta ai cittadini” con la nomina ai vertici della Fondazione San Paolo. Piero Fassino invece preferisce investire sulla militarizzazione della Val Susa e l'inutile progetto T.A.V. (Treno a vapore), la svendita ai privati delle ex società municipalizzate, il taglio dei servizi (taglio ai percorsi G.T.T., ridimensionamento del servizio e del numero degli asili, peggioramento delle condizioni di studio, nessuna manutenzione agli edifici scolastici), appaltare scale mobili e ascensori per le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa proprio a quei criminali della ThyssenKrupp. Proprio una bella mossa che rivela grande sensibilità da parte dell'Amministrazione! Ecco come si è concesso di recuperare gli oltre 36 milioni di euro che Thyssen ha dovuto risarcire a tutte le Parti Civili. Alla fine dopo la strage la ThyssenKrupp ci ha pure guadagnato: 7 morti, nessuno in galera, nessun colpevole, nessuna bonifica, introiti dalla cessione dell'area e anche proventi per i lavori nelle due stazioni ferroviarie torinesi. Il Comune di Torino: una manna per i padroni!?
Sindaco Fassino: possibile che non si rende conto che Torino sta morendo? E neanche tanto lentamente. Forse lei è troppo impegnato a seguire le questioni che riguardano il suo Partito ma la nella città in cui vivono 890 mila persone e che Lei amministra chiudono i negozi, nei mercati i banchi scompaiono, la Metro è pressoché deserta, i giovani non trovano lavoro, sempre più persone chiedono aiuto per arrivare a fine mese, la gente ruba per fame, gli spazi di aggregazione sono messi in discussione, sempre più tasse e meno servizi offerti ai cittadini. Ci manca solo uno scempio urbanistico di fronte al più grande e bel parco di Torino e siamo apposto! Ma noi siamo sempre ottimisti e propositivi. Ecco alcune misure che può attuare fin da subito: mantenere la promessa fatta agli ex lavoratori ThyssenKrupp di un posto di lavoro sicuro e dignitoso; abbandonare il folle progetto TAV e destinare i soldi a cose più utili; potenziare il trasporto pubblico anche nelle ore notturne; aprire musei e mostre oltre gli orari attuali, ristrutture le scuole che cadono a pezzi (le suggerisce niente il nome di Vito Scafidi?) e tante altre cose ancora.
In ultimo, caro Sindaco, la finisca di trincerarsi dietro questa puerile scusa che mancano i soldi per fare le cose. Nessuno la accuserà di infrangere il Patto di stabilità se userà l'influenza, l'autorevolezza e i mezzi di cui dispone per realizzare anche solo metà della metà delle cose che abbiamo proposto! Noi non vogliamo far crescere i nostri bambini in una città dove ci capita sempre più spesso di vedere anziani (e non) rovistare nei cassonetti della spazzatura! Non ci meritiamo questo e non vogliamo che la Città prima capitale d'Italia, culla del Risorgimento e dell'Unità d'Italia, Medaglia d'Oro della Resistenza (Lei lo sa bene, suo padre era un Partigiano) e del Movimento Operaio diventi una città vuota, sterile, indifferente e cinica proprio come chi fa profitti sulle spalle dei lavoratori. Altrimenti non si stupisca dei fischi e delle contestazioni che accompagnano sempre più spesso le sue (sempre minori, a dire il vero...) apparizioni pubbliche.
Sempre pronti a discutere e confrontarsi.
Torino, 10 dicembre 2013 Familiari ed ex Lavoratori ThyssenKrupp Torino
la tortura di Stato
lunedì 2 dicembre 2013
· Posted in
ANNI '70 / MEMORIA,
Lotta Armata,
tortura,
Torture in Italia,
Triaca
La denuncia delle torture di Stato, diretta e raccontata da uno dei tanti corpi caduti nell’ingranaggio più infame della guerra che lo Stato ha combatutto contro i rivoluzionari di una manciata di decenni fa.
Qui è difficile che se ne riesca a parlare: il 15 ottobre la condanna per calunnia che avevano dato ad Enrico Triaca nel momento in cui denunciò i suoi torturatori è stata annullata, a prova del fatto che la tortura c’è stata… ma nessuno ne ha parlato.
Dobbiamo andare oltre confine per veder proiettata un po’ di verità in spazi pubblici, per veder dibattito e ricerca di verità storica.
Qui l’oblio, o peggio: qui si denuncia anche chi va a salutare i proprio morti.
I 4 indagati per i funerali di Prospero Gallinari (leggi qui) ne son la ridicola prova
« J’accuse : torture d’Etat » un video-reportage de Enrico PorsiaEnrico Triaca, ancien militant des brigades rouges dénonce des tortures pratiquées par des fonctionnaires de la police italienne. Ce témoignage « J’accuse : torture d’Etat » a été recueilli par le journaliste Enrico Porsia qui participera à un débat à l’issue de cette projection.
Per dettagli sulla revisione del processo Triaca: LEGGI
- Per informazioni sulla figura di De Tormentis leggi:
*Chi è De Tormentis?
* Il segreto di Pulcinella sull’identità del torturatore
- Per informazioni sulle tecniche di tortura usate contro i militanti della lotta armata, leggi:
* Ecco come mi torturò De Tormentis
* Il pene della Repubblica
* Le torture su Sandro Padula
- La tortura sulle donne, quel pizzico in più di sadismo a sfondo sessuale:
* Le torture su Paola Maturi e Emanuela Frascella
* Cercando Dozier in vagina
* Chi è Oscar Fioriolli
- Per informazioni sulla figura di De Tormentis leggi:
*Chi è De Tormentis?
* Il segreto di Pulcinella sull’identità del torturatore
- Per informazioni sulle tecniche di tortura usate contro i militanti della lotta armata, leggi:
* Ecco come mi torturò De Tormentis
* Il pene della Repubblica
* Le torture su Sandro Padula
- La tortura sulle donne, quel pizzico in più di sadismo a sfondo sessuale:
* Le torture su Paola Maturi e Emanuela Frascella
* Cercando Dozier in vagina
* Chi è Oscar Fioriolli
Riparte il baraccone Invalsi
venerdì 29 novembre 2013
cONTINUIAMO A BOICOTTARE LA SCUOLA QUIZ
Con una nota inviata ai dirigenti scolastici l’Invalsi ha fornito un quadro informativo complessivo sulle rilevazioni periodiche degli apprendimenti. In particolare: date e modalità di svolgimento; restituzione dei risultati; sviluppo di medio termine delle rilevazioni.
Notizie della scuola 20.11.2013
Con nota 18 novembre 2013 prot. n. 12537 l’Invalsi comunica che le prove si svolgeranno a maggio 2014 nelle classi II primaria, V primaria e II secondaria di secondo grado; nella III secondaria di primo grado la rilevazione sugli apprendimenti verrà invece condotta in giugno, all'interno dell'esame conclusivo del I ciclo. Per il presente anno scolastico, le prove della seconda secondaria di secondo grado rimangono ancora indifferenziate rispetto ai macro-indirizzi di studio, ma sono già in corso le azioni necessarie per giungere, a partire dal 2015, a una parziale differenziazione delle prove stesse in funzione delle diverse tipologie di scuola.
La misurazione degli apprendimenti va effettuata obbligatoriamente per tutte le classi dei predetti livelli scolastici, con la sola eccezione delle classi dei corsi serali e di quelle operanti nell'ambito dell'educazione degli adulti.
La partecipazione alle prove prevede l'iscrizione via web dalle ore 15.00 del 26 novembre su una pagina dedicata all'interno del sito dell’INVALSI (http://www.invalsi.it/areaprove/). Le funzioni rimarranno aperte fino alle ore 16.30 del 13 dicembre 2013.
Nel medesimo periodo di tempo andranno iscritte anche le classi terze della scuola secondaria di primo grado (Prova nazionale), con la possibilità di apportare in seguito eventuali modifiche dovute all'iscrizione di candidati esterni per l'esame di Stato conclusivo del primo ciclo d'istruzione.
Entro l'11 aprile 2014 l'INVALSI renderà disponibile materiale di supporto (protocollo di somministrazione, manuale del somministratore, manuale per la correzione delle prove).
Entro il 24 aprile 2014 le scuole riceveranno le prove da somministrare.
Questo il calendario delle rilevazioni:
6 maggio 2014
II primaria: prova preliminare di lettura (prova scritta a tempo della durata di due minuti per testare la capacità di lettura/decodifica raggiunta da ciascun allievo) e prova di Italiano;
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V primaria: prova di Italiano.
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7 maggio 2014
II primaria: prova di Matematica;
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V primaria: prova di Matematica e Questionario studente.
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13 maggio 2014
II secondaria di secondo grado: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente.
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19 giugno 2014
III secondaria di primo grado: rilevazione sugli apprendimenti (Prova nazionale), condotta all'interno dell'esame conclusivo del I ciclo
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L'invio dei risultati all’INVALSI avverrà esclusivamente per via elettronica, adoperando un'apposita maschera di caricamento degli stessi. Per uncampione di classi tale operazione, così come la correzione, avverrà a cura degli osservatori esterni presenti alle prove; per tutte le altre, le scuole, oltre a provvedere direttamente alla correzione delle prove, dovranno curare la trasmissione dei connessi risultati.
L’INVALSI ha il compito di effettuare le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole: a tali fini è necessario considerare il possibile peso dei fattori del contesto socio-economico-culturale e degli atteggiamenti e motivazioni degli studenti medesimi. Le informazioni relative a questi fattori vengono acquisite dall'INVALSI in forma anonimizzata, con la collaborazione delle scuole: alle segreterie viene richiesto di raccogliere e inserire in apposite maschere elettroniche una serie di informazioni sugli studenti; agli studenti, a partire dalla classe V primaria, viene richiesto inoltre di compilare un questionario afferente ai seguenti ambiti: contesto familiare, attività dello studente, benessere a scuola, cognizioni riferite al sé, motivazioni e impegno nello studio. Sarà cura dell’INVALSI definire modalità di raccolta di tali informazioni che solo a mezzo di opportuni codici e senza quindi consentire l'individuazione del singolo alunno, possano consentirne l'abbinamento, necessario a fini analitici, coi risultati sugli apprendimenti.
Ulteriori novità riguardano i percorsi scolastici della primaria e della secondaria di primo grado e interverranno nei prossimi mesi:
in via sperimentale verranno, infatti, restituiti alle scuole secondarie di primo grado i risultati conseguiti nella prova di V primaria, sostenuta a maggio 2013, dai loro attuali allievi che, nell'anno scolastico in corso, stiano frequentando la I secondaria di primo grado.
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per quelle situazioni per cui l'abbinamento tra rilevazioni condotte durante l'anno scolastico 2011-12 e l'anno scolastico 2012-13 sia funzionante, sempre in via sperimentale, verranno anche fornite alle scuole secondarie di primo grado le prime stime in termini di valore aggiunto dei loro risultati - ossia, una stima dei risultati delle I secondarie di primo grado 2012-13 che tenga conto del punto di partenza dei loro alunni, per come misurato dalle prove condotte in V primaria nell'a.s. 2011-12 da quegli alunni.
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specularmente, le scuole primarie riceveranno i risultati raggiunti dai loro ex allievi (dell'anno scolastico 2011-12) nelle prove svolte in I secondaria di primo grado nell'anno scolastico 2012-13.
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Le attività e le sperimentazioni già prima descritte verranno portate a termine e generalizzate negli anni successivi. In particolare, si segnala l'estensione progressiva a tutte le classi in cui si svolgono le prove dei risultati ancorati diacronicamente e valutati in termine di valore aggiunto.
Sempre a partire dall'anno scolastico 2014-15 dovrebbe inoltre entrare a regime la rilevazione nella V secondaria di secondo grado, in relazione alla quale l'INVALSI sta continuando il percorso per la definizione di prove universali da condurre su computer e programmate per il gennaio-febbraio del 2015.
Spending review. Tagli al sostegno? BES e formazione curriculari vanno in questa direzione?
da Orizzontescuola.it 21 novembre 2013
Che nel mirino dell’amministrazione ci sia il sostegno lo sospettiamo da anni e non è neppure un gran segreto. Tutto dipenderà dalle modalità. C’è chi sostiene che il processo è già iniziato con i BES.
Le anticipazioni di OrizzonteScuola.it su possibili nuovi tagli nella scuola provenienti dalla prossima Spending review, hanno messo in agitazione il mondo dell’integrazione scolastica, poiché tra le voci indicate ed oggetto di revisione c’è pure il sostegno.
Si tratta di quella nuova ondata di tagli-razionalizzazione che vedrà, per tutta l’amministrazione risparmi di spesa per il 2015 (3,6 miliardi), 2016 (8,3 miliardi) e 2017(11,3 miliardi).
Anche la scuola dovrà fare la sua parte, rivedendo la spesa per alcuni settori quali: dimensione delle scuole, insegnanti di sostegno, docenti inidonei, edilizia scolastica.
In cosa consisteranno questi interventi? Ieri Cottarelli, il commissario che ha elaborato il piano della nuova Spending review, ha affermato: ”Il nostro approccio è quello di guardare a tutti i settori, quello che posso garantire è che non si tratterà di tagli lineari, ma di tagli mirati che andranno a vedere le aree di inefficienza e le aree in cui ci sono attività che non sono prioritarie per il cittadino”.
Tra le voci elencate, però, stentiamo a considerare come possibile “area di inefficienza” e “non prioritaria per il cittadino” il sostegno agli alunni disabili.
Come già affermato, si tratta ancora di aree indicate dal commissario, che dovranno poi essere declinate dalle varie commissioni.
E’, dunque, ancora presto per lanciare allarmi, ma certo è che i docenti di sostegno iniziano a non dormire sonni tranquilli.
Tanto più se si collega il tutto con quelle tendenze riformatrici del settore che molti segnali hanno dato in questi anni.
A partire dal 6 dicembre 2012, quando il Ministero stesso ha organizzato un seminario nazionale sull’inclusione scolastica, un momento di confronto sul futuro del sostegno.
Tra le novità prospettate, che dei ragazzi con disabilità se ne facciano carico anche i docenti curriculari lasciando ai docenti specializzati i casi “particolari” che richiedono specifiche competenze, come nel caso dell’autismo.
Centrali in questo modello sono stati indicati i CTS (Centri Territoriali di Supporto) cui farebbero capo gli specialisti, con il compito di gestire le tecnologie e le risorse finanziarie, nonchè di sportello per le famiglie.
Una riforma complessa, che non potrà essere certo realizzata attraverso una spending review.
Riforme di tali entità vengono attuate attraverso quella che Noam Chomsky definisce la “strategia della gradualità” che punta a far accettare cambiamenti radicali e a volte drastici applicandoli gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi.
E a voler essere maligni, qualcuno potrebbe vedere in quella “rivoluzione ancora a metà” dei BES un tentativo di spostare le competenze dell’integrazione sui docenti curriculari.
Così come, potremmo vedere un secondo tassello nella formazione sul sostegno dei docenti curriculari, previsto nel Decreto istruzione, che punta in questa direzione e che personaggi autorevoli come Salvatore Nocera affermano che causerà una riduzione della richiesta di sostegno.
Insomma, pezzi che camminano singolarmente, ma che appartengono ad un unico disegno e che confluiranno in un unico grande progetto.
La rivoluzione è già iniziata?
Forse sì, e forse è già stato calcolato il risparmio in termini finanziari, almeno di una possibile prima fase.
Ci riferiamo a quelle affermazioni oggetto di scontro interpretativo presenti nel discorso programmatico pronunciato dal Ministro Carrozza in VII Commissione cultura che lasciavano prefigurare una riduzione di 11mila posti di sostegno grazie all’entrata a regime della normativa sui BES, cui affiancare una implementazione della “rete territoriale di supporto, della formazione per i docenti e della realizzazione dei Piani didattici ed educativi personalizzati”.
Non va, forse, in questa direzione il documento dell’USR Friuli che ha individuato due diverse categorie nella disablità grave: quella straordinaria e quella eccezionale, assegnando rispettivamente alla prima un rapporto di un docente ogni due alunni e alla seconda un rapporto di un docente per alunno?
Insomma, ci siamo.
Sebbene qualcuno abbia interpretato il presunto taglio delle cattedre nella trasformazione in cattedre in deroga, da assegnare a personale precario. Quindi, non verrebbe modificata la quantità complessiva delle cattedre.
Vedremo, la spending di Cottarelli ci darà sicuramente un segnale.
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