COLLETTIVO ERREZERO (TOR BELLA MONACA) Inchiesta Alternanza Scuola Lavor

Ad oggi l’Alternanza-Scuola Lavoro è una tematica molto sentita dagli studenti e dalle studentesse soprattutto perché vissuta sulla loro pelle senza alcuna possibilità di avere voce in capitolo, nonostante la legge sulla buona scuola (L.107/2015) abbia comportato profondi cambiamenti.
In merito a questo il Collettivo Errezero ha tentato di supportare gli studenti e le studentesse del Liceo Scientifico E. Amaldi nella costruzione di un’inchiesta sull’Alternanza Scuola-Lavoro.
Per approfondire la tematica, oltre ad un’analisi della L.107/2015 e delle conseguenze reali che questa ha apportato, abbiamo pensato prima di tutto di far emergere, attraverso un questionario anonimo in versione digitale, il pensiero degli studenti e delle studentesse dell’Istituto, i reali protagonisti dell’Alternanza Scuola-Lavoro, il cui pensiero troppo spesso non viene preso in considerazione.
Se questo provvedimento è stato introdotto “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti” come la legge stessa recita, c’è la necessità di valutare come e se questo avviene e di interrogarci se questo è il modello formativo che noi vogliamo.
Qui trovate le risposte del questionario: https://docs.google.com/forms/d/1fttFmvD8G67Rxno7vC7aGIKg4rkTXs_mlkLRL65KJmQ/viewanalytics
NB
i linguaggi sono una parte fondamentale delle società in cui viviamo, il movimento Non Una Di Meno ci ha insegnato che anche su questo livello è necessario porre l’attenzione, abbiamo scelto di farlo in questa nota a inizio inchiesta e di utilizzare la forma maschile solamente per facilitare la lettura.
ANALISI DEI QUESTIONARI
Dall’analisi dei dati emersi dalle risposte dei 430 studenti del III, IV e V anno, sono state messe in luce in particolare quattro aree di criticità:
–Mancanza di coerenza tra l’attività di Alternanza Scuola-Lavoro svolta e il percorso formativo scelto
Questa problematica è stata evidenziata da più della metà degli studenti dell’Istituto: le attività svolte per ricoprire le 200 ore richieste dal Miur sembrano essere molto distanti da quelle su cui gli studenti hanno scelto di concentrarsi durante gli anni del Liceo. Inoltre le aree di preferenza indicate dagli studenti all’inizio del percorso molto raramente vengono prese in considerazione e dunque nella maggior parte dei casi ci si ritrova a svolgere delle attività per cui non si ha assolutamente alcun tipo di interesse, che di formativo hanno ben poco e che soprattutto non creano nessuna sinergia tra il mondo del lavoro e quello della scuola, ammesso che questa sinergia possa essere utile per lo studente.
Il Miur definisce l’Alternanza “un’esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e aprire didattica e apprendimento al mondo esterno”. Dalla nostra analisi è emerso che queste esperienze non possono definirsi tali.
–Difficoltà nella gestione del tempo libero e delle ore di studio pomeridiano
La difficoltà nel conciliare ore di tempo libero, ore di studio individuale pomeridiano e ore lavorative è comune alla maggior parte degli studenti. Questo disagio è causato da diversi fattori: la modalità con cui le ore di alternanza sono state distribuite, la lontananza dal posto di lavoro, le difficoltà legate agli spostamenti, la necessità di ore di studio pomeridiano variabili in base al periodo. Nei casi in cui le ore di alternanza vengono svolte al posto di quelle scolastiche, le problematiche emerse sono state altre ma comunque gravi: la perdita di ore di lezione e spiegazioni in classe o la difficoltà dei docenti nel portare a termine i programmi.
In conclusione, è emerso un ampio spettro di difficoltà che non fanno altro che gravare sulla qualità del sistema di istruzione che, a causa di queste situazioni, risulta nettamente peggiorato. A questo punto la domanda sorge spontanea: a quale “sapere” e a quale “saper fare” si riferisce questa legge?
–Carenza di figure formative (docente tutor/formatore dell’Ente presso cui si svolge l’attività)
Alcune domande del questionario fanno riferimento alla presenza di figure di formazione durante lo svolgimento delle ore di alternanza. Anche in questo caso molte risposte hanno sottolineato la totale o parziale assenza di queste ultime.
Come possono essere formative per uno studente di età compresa tra i 15 e i 19 anni attività svolte senza la presenza di un formatore?
–Costi aggiuntivi e mancanza di trasporti
Raramente per gli studenti viene prevista la possibilità di essere accompagnati sul luogo di lavoro; solo l’8,6% afferma che c’è qualcuno che provvede al trasporto. Tutti gli altri si muovono autonomamente e ci sembra assurdo pensare che uno studente che svolge un’attività lavorativa non retribuita debba anche farsi carico delle spese di trasporto.
Inoltre in alcuni casi si è verificata la possibilità di svolgere un progetto di alternanza coerente con il percorso formativo ma a pagamento. Quindi ci sono casi in cui l’alternanza scuola lavoro è economicamente a carico delle famiglie, sembra quasi che la qualità dell’esperienza formativa dipenda dal reddito familiare favorendo uno studente rispetto ad un altro. Un meccanismo simile non dovrebbe essere presente in una scuola pubblica.
Possiamo facilmente dedurre dalle informazioni che emergono dai questionari che l’alternanza svolta in questo modo non può definirsi un’esperienza valida né a livello formativo né per quanto riguarda l’introduzione nel mondo del lavoro.
–Alternanza scuola lavoro e disoccupazione
Come si può pensare che l’alternanza possa considerarsi un metodo positivo per “incrementare le opportunità di lavoro”?
I posti di lavoro non scarseggiano perché mancano le competenze, i giovani oggi spesso accumulano titoli di studio e presentano curricula ricchissimi di competenze sia teoriche che pratiche. La disoccupazione giovanile e l’alternanza non sono collegate, e la seconda non potrà mai essere la soluzione alla prima. Se infatti andassimo a cercarci i dati forniti dallo stesso Governo (dati Unioncamere – Ministero del Lavoro) scopriremmo che tra le difficoltà ad assumere, quelle riguardanti la “mancanza di adeguata istruzione e formazione” sono circa il 2% del totale.
L’alternanza scuola lavoro rischia di avere delle conseguenze dirette sul tasso di disoccupazione generale: le imprese che permettono agli studenti e alle studentesse di svolgere ore di alternanza al loro interno non pagano la loro prestazione lavorativa e in più ottengono degli sgravi fiscali. In questo modo gli studenti, non solo non rientrano nel calcolo degli occupati ma diventano un incentivo in più per l’impresa a non assumere dal momento che loro stessi sono forza lavoro gratuita!
–Alternanza scuola lavoro e dispersione scolastica
L’alternanza è stata progettata come uno strumento per arginare il fenomeno della dispersione scolastica: questo discorso ci sta particolarmente a cuore dal momento che il nostro giovanissimo Municipio (VI) presenta una scolarità bassissima e un alto tasso di dispersione scolastica. I ragazzi in età compresa tra i 15 ed i 19 anni (8,5% del dato cittadino), infatti, possono scegliere sul proprio territorio soltanto tra 4 scuole secondarie di II grado (contro le 19 del I Municipio).
Alla luce dei dati, sarebbe quindi importante pensare a programmi scolastici che permettano a chi vive questi territori di poter perlomeno godere di un’offerta valida e diversificata. Le cause della dispersione e l’abbandono scolastico sono varie e numerose: l’idea che la scuola non serva o che sia una perdita di tempo rispetto a un’esigenza forte e impellente di lavorare e guadagnare dei soldi utili a sé alla famiglia; lo scarso interesse verso le materie scolastiche e le difficoltà nel rendimento. L’abbandono scolastico registra in queste zone livelli molto alti: la complessità di questo fenomeno e la persistenza dello stesso richiedono delle risposte efficaci e articolate. È importante, quindi, rintracciare degli indicatori di rischio, facilitare la nascita di collaborazioni e accordi fra scuola, istituzioni e servizi territoriali per rapportarsi al fenomeno in maniera globale. Dal punto di vista pratico è sicuramente indispensabile mettere in discussione l’attuale sistema scolastico, di certo non nelle modalità previste dalla L107/2015. Più scuola dovrebbe voler dire infatti più opportunità di apprendimento, dall’imparare in maniera seria un mestiere, uno sport o un’attività, alla capacità di leggere il mondo naturale e quello sociale. Soprattutto, in una società diseguale come la nostra, più scuola vorrebbe poter dire “pensare alla pari” degli altri, contrastare la formazione di cittadini di seria A o di serie B, sviluppare capacità critiche, invece di essere esposti, come canne al vento, alle seduzioni del pensiero dominante.
–“Pensi che l’alternanza debba rimanere invariata, essere migliorata o eliminata?”
Il 39,5% degli studenti e delle studentesse del Liceo Scientifico E.Amaldi afferma che l’alternanza deve essere direttamente eliminata, il 59,1% che deve essere migliorata, di fronte a tali dati crediamo che la voce degli studenti non possa restare ignorata.
La formazione fatta con un certo criterio non dovrebbe educare alla subordinazione, non dovrebbe limitarsi a mettere in luce il rapporto subordinante che si crea tra lavoratore e datore. La formazione è tutt’altro.
Per questo riteniamo che l’alternanza scuola lavoro debba rispettare i seguenti requisiti:
-Non deve essere in alcun caso obbligatoria -Non deve comportare alcun tipo di guadagno per le aziende -Non deve essere un modo per limitare le spese statali -Deve prevedere una retribuzione per lo studente e la studentessa che la svolge
Riteniamo inoltre che le scuole nella loro autonomia possano fare passi avanti per andare verso qualche miglioramento come ad esempio:
-Aumentare il potere decisionale degli studenti -Approvare una Carta dei diritti dello Studente Lavoratore -Stimolare la partecipazione attiva degli studenti
Quest’inchiesta è partita dal liceo Amaldi per motivi geografici, è il liceo del nostro quartiere ed è stata la scuola di molti di noi. Il problema dell’alternanza ha sicuramente un piano locale, che deve essere affrontato e dibattuto ma ciò non toglie che il problema politico della legge è più generale e debba essere affrontato su un piano nazionale.
Mettiamo a disposizione di tutte e tutti gli strumenti che abbiamo utilizzato per portare avanti quest’inchiesta, sperando in una moltiplicazione di esperienze simili, per noi molto utili per combattere l’alternanza scuola lavoro.

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