La Presidenza del Consiglio
dei Ministri conferma l’obbligo per i presidi di rendere nota tutta la procedura di assegnazione dei “bonus”, le motivazioni, le cifre e i nomi dei “beneficiati/e”, il Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 19 ottobre '17, ha riconosciuto il diritto di ogni docente di accedere all'intera documentazione relativa all'assegnazione del “bonus”, il sedicente “premio di merito”.
Dopo aver teorizzato con la legge
107 (la sedicente “Buona scuola”) la necessità di stabilire una
gerarchia tra i docenti in base ad un supposto “merito”, i
capi di istituto invece di indicare con la massima trasparenza e
pubblicità a tutta la categoria questi insegnanti “modello” da
cui tutti/e dovremmo prendere esempio, nonché le motivazioni e le
doti che li rendono così “esemplari” hanno nella quasi totalità
dei casi occultato motivazioni, cifre assegnate, criteri usati e
lista dei premiati. Confermando, con questo atteggiamento,
che il “bonus” è una delle peggiori norme della 107, perché
serve soltanto a creare una “corte” di fedelissimi/e del preside,
un “cerchio magico collaborazionista” disposto a sostenere ogni
arbitrio e ogni nefandezza aziendalistica, punendo e discriminando
coloro che non accettano le brutture della 107 e il progressivo
immiserimento materiale e culturale della scuola-azienda. Tale
distruttivo meccanismo fomenta una pseudo-competizione stracciona,
catastrofica per la qualità delle scuole, della didattica e dei
rapporti tra docenti e tra questi e gli studenti, visto che a
scuola è possibile sviluppare processi educativi positivi solo se si
affermano, e si praticano, condivisione del lavoro e cooperazione e
non lotta a coltello tra insegnanti, in nome peraltro (salvo per
alcuni/e super-premiati) di pochi spiccioli. Anche sull’onda di
questo netto pronunciamento, invitiamo dunque tutti/e i/le docenti
a farsi promotori di una grande “operazione trasparenza” nelle
scuole, esigendo dai presidi tutta la documentazione relativa
al sedicente “merito”, per dimostrare, dati alla mano, quanto sia
ignobile questo meccanismo, che, conseguentemente, deve essere
abolito al più presto.