Dallo scorso anno poco è cambiato.
Il Piano generale di edilizia scolastica, previsto
dallo stesso decreto 81/09, con l’individuazione delle scuole alle quali
estendere il meccanismo dei nuovi limiti massimi degli alunni per classe, è
rimasto ancora un annuncio, cui ha fatto seguito qualche timido elenco
regionale, subito rientrato nell’ombra.
Dopo la deroga per il 2009/10 sulla formazione delle
classi ancora coi vecchi parametri, prima il Tar del Lazio, con sentenza
n.552/11 e successivamente il Consiglio di Stato che accoglieva per la prima
volta una class-action intentata dal Codacons contro una pubblica
Amministrazione, davano torto all’ ex ministro Gelmini.
L’aumento del numero degli alunni per classe,
rientrava nel piano di “razionalizzazione” (alias tagli) del nostro sistema
scolastico , deciso con la L.133/08 dal duo Tremonti-Gelmini.
A quell’aumento doveva seguire un vero e proprio piano
generale sull’edilizia scolastica.
A parte un intervento straordinario deliberato dal
CIPE nel 2012 a favore dell’edilizia scolastica nel meridione, nulla di
programmatico in materia ha visto la luce.
Ora quell’aumento senza un intervento di
programmazione dell’edilizia scolastica diventava un rischio e un vero e proprio
pericolo per la sicurezza degli allievi e degli insegnanti.
In una realtà come quella italiana col 42% delle
scuole senza certificato di agibilità statica, col 29% senza agibilità
igienico-sanitaria, col 46% prive di scale di sicurezza e col 15% senza impianti
elettrici a norma ( dati Legambiente ), l’aumento degli alunni per classe,
deciso nel 2009 più che un azzardo suona come un’atroce beffa per chi dovrebbe
lavorare e studiare in tutta sicurezza!
A tutto ciò va aggiunta la vetustà degli edifici
scolastici, con il 15% che risale a prima del ‘900, il 16% tra il ‘900 e gli
anni ’40, il 37% , cioè il grosso, tra gli anni ’40 e gli anni ’70.
Ora mentre si aumentavano gli alunni per classe,
rimanevano inalterati tutti i vincoli in materia di norme tecniche di edilizia
scolastica, DM del 18.12.75 e la normativa antincendio di cui al DM degli
Interni del 26.8.92.
Sia l’uno che l’altro decreto convergono sul
mantenimento del numero di 25 alunni per classe come norma generale, cui deve
fare riscontro, nell’obbligo mq.1,80 di spazio minimo per allievo e mq.1,96
nella secondaria superiore.
Eventuali deroghe devono essere certificate anche in
via provvisoria dai vigili del fuoco.
Prima del DM 81/09 i valori minimi e massimi per
formare una classe erano i seguenti:
Infanzia min.15 max 28, Primaria min.10
max 25, Media min.15 max 29, Sup.min.20 max 29
Col DM 81/09 i parametri sono stati innalzati come
segue:
Infanzia min.18(+3) max.30,Primaria min.15(+5) max
27(+2),Media min.18(+3)max 30(+1)
Superiori min.27(+7) max 30(+1)
In organico di fatto può succedere che per mantenere
lo stesso numero di classi previste in organico di diritto si applichi un
ulteriore aumento fino al 10%, vale a dire due/tre alunni in più che possono
aggiungersi ai valori massimi!!!
In tali condizioni parlare di classi pollaio o in
batteria rende molto bene l’idea, con tutto ciò che ne consegue: abbassamento
del livello di qualità dell’insegnamento e degli apprendimenti, aumento della
dispersione e degli abbandoni, per non parlare dell’aumento dei rischi legati
alla sicurezza e alla situazione igienico-sanitaria.
Al di là delle ricadute che possano comportare le
spending review del governo Monti , bisogna riflettere su alcuni dati sugli
infortuni a scuola, forniti dall’Inail:
Gli alunni infortunati negli ultimi 10 anni sono
passati da 82.281 del 2000 a 98.429 del 2010 mentre i docenti infortunati nello
stesso decennio son passati da 4.988 a 14.735!!!
Credo che queste cifre da sole debbano interrogarci
tutti, a partire da chi ci governa.
Occorre mettere a punto un piano serio
d’interventi di messa a norma e in sicurezza di tutti gli edifici scolastici.
Vanno eliminate le emergenze e tutte quelle deroghe, a partire dall’oscillazione
del 10%, che stanno abbattendo con molta facilità anche il muro dei 30 alunni
per classe!!!
Vanno rispettate, senza se e senza ma, tutte le norme
sull’antincendio e sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici nonché
sugli spazi minimi per alunno, previsti dalle norme attualmente in vigore. Il DM
81/09 va modificato radicalmente ma soprattutto i parametri sulla formazione
delle classi vanno declinati all’interno di ogni edificio scolastico e con la
capienza di ogni singola aula, senza più far prevalere esigenze di risparmio o
di tagli agli organici sulla salute e sulla sicurezza di alunni e
insegnanti.
Il problema della sicurezza e del sovraffollamento
delle classi resta comunque ad inizio d’anno scolastico , uno dei terreni più
delicati di confronto tra dirigenti scolastici e RSU sul quale misurare la
temperatura alle relazioni sindacali nella scuola.