PRECARI UNITI IN LOTTA
Questa volta il ministro Profumo ha fatto male i suoi calcoli e la carta del concorso si è rivelata un boomerang, riuscendo a scontentare davvero tutto il composito universo del precariato scolastico: abilitati, non abilitati, neo-laureati, iscritti e non iscritti alle graduatorie a esaurimento, code e pettini, Nord e Sud.
I docenti precari della scuola pubblica italiana hanno avuto la forza di ritrovarsi insieme, discutere, unirsi e scendere in piazza con un comune obbiettivo. Un confronto che dura dall’estate, che ha portato a tre giorni di presidio davanti al Ministero, che ha portato a un’assemblea nazionale, che ha deciso e voluto fortemente questa manifestazione. Una mobilitazione che non ha dato tregua al ministro, accompagnato e inseguito da una contestazione costante in tutte le sue recenti uscite pubbliche: a Pisa come a Modena, a Reggio Emilia, a Torino, a Viterbo, a Napoli e a Roma.
Le ragioni, la rabbia e la gioia di ritrovarsi insieme che abbiamo visto in questi giorni di preparazione e nella giornata della manifestazione romana siano dunque un punto di partenza e non di arrivo, l’inizio di una nuova stagione di lotta per tutti i docenti, precari e non. Sia questo l’inizio di una mobilitazione permanente a partire dai territori, dalle scuole, da ogni singolo insegnante. Ritorneremo nelle scuole, e ci ritroveremo a scontrarci con la realtà di sempre: aule sovraffollate, scuole che crollano, strapotere dei presidi; troveremo i docenti considerati inidonei che chiederanno di unirci alla loro sacrosanta causa, gli assistenti amministrativi e tecnici precari che rischiano il licenziamento e gli insegnanti di sostegno alle prese con 4, 5, 6, 7 studenti certificati. E ancora, troveremo chi cercherà di far passare l’“Aprea” sotto mentite spoglie e il suo progetto di privatizzazione della scuola. Da oggi avremo a che fare con il concorso-farsa e di un nuovo bando ad aprile, con nuove regole che cercheranno di imporre la chiamata diretta da parte dei presidi.
L’unità ritrovata nella lotta contro il concorso si trasformi in un’onda lunga che, partendo dallo specifico del precariato, sia in grado di coinvolgere tutti i soggetti della scuola pubblica, per una stagione duratura e non momentanea di mobilitazione, perché il sapere e la conoscenza sono beni comuni irrinunciabili.