Dalle recenti dichiarazioni del ministro Carrozza è possibile ricavare un quadro suiprossimi sviluppi della situazione relativa alla scuola.
Un primo punto riguarda le assunzioni in ruolo nei prossimi anni. La terza quota di nomine prevista dal piano triennale della Gelmini resterà inevitabilmente sulla carta (22mila docenti a settembre 2013), dato che la riforma Fornero ha sostanzialmente dimezzato il numero allora programmato di pensionamenti (scesi a poco meno di 11mila). Dev'essere inoltre ancora risolta la questione dei docenti "inidonei" che sarebbero dovuti transitare al personale Ata (che quindi è ancora in attesa delle assunzioni a t.i. del 2012), dato che il disegno di legge che bloccherebbe tale passaggio è stato stoppato ed è ancora arenato al Senato. In questa fase delicata si inseriscono i futuri vincitori del concorso in fase di completamento, che sarebbero dovuti essere assunti in 11.500 tra il 2013 e il 2014. Ma la reale situazione permetterà di reclutarne solo circa 4.000-4.500 a settembre 2013 (il 50% delle assunzioni che prevediamo, mentre l'altro 50% andrà alle GaE), mentre i restanti dovrebbero essere suddivisi tra il 2014 e il 2015, coprendo così una parte delle 44mila assunzioni progettate dalla ministro Carrozza per il triennio 2014-17.
Qualche speranza in più si potrebbe ricavare dalla risoluzione della questione "Quota-96" (per circa 3.000 tra docenti e Ata), di cui si sta interessando il Parlamento (AC n. 249, revisione della riforma Fornero in settimana in Commissione Lavoro della Camera), e/o dall'accoglimento delle proposte di legge che mirano a trovare nuove forme contrattuali per i docenti arrivati a pochi anni dal pensionamento, per dare spazio a nuove assunzioni di personale precario.
Il secondo punto riguarda il nuovo CCNL e i Regolamenti ad esso collegati che, nelle idee ministeriali, dovrebbero contenere non poche novità, ad iniziare dall'introduzione di nuove modalità di sviluppo di carriera dei docenti, con l’avvio di un sistema divalutazione delle prestazioni professionali collegato ad una progressione di carriera, svincolata dalla mera anzianità di servizio, che valorizzi sia le capacità innovative dei singoli e quelle di lavorare in team, sia le posizioni organizzative particolari e tutte le figure di supporto all'attività didattica della scuola (docenti e Ata).
Altro progetto prevede di utilizzare i finanziamenti dei fondi europei per creare centri sportivi e aggregativi, per formare i docenti e aumentare il tempo scuola (aperture pomeridiane degli istituti), potenziare la scuola dell'infanzia e le sezioni primavera, anche con assunzione di nuovo personale. Il tutto finalizzato ad una notevole riduzione del fenomeno dell'abbandono scolastico.
Ancora in stallo ogni decisione definitiva sui TFA (ordinari e speciali).