Non è bastato al Fondo
Monetario Internazionale e alla BCE quanto i loro esecutori che si sono
succeduti negli ultimi governi italiani hanno fatto in questi anni:
licenziamenti di massa, tagli draconiani ai servizi sociali, aumento dell’IVA e
delle tasse, blocco delle assunzioni, degli scatti di anzianità, dei contratti,
abolizione dell’art.18 dello statuto dei lavoratori che tutela il diritto a non
essere licenziati senza un giustificato motivo, cancellazione della
contrattazione nazionale, allungamento a dismisura dell’età pensionabile ecc.
Gli speculatori di
banche e finanziarie vogliono ancora di più e i loro servitori al governo
eseguono diligentemente e i parlamentari che lo sostengono continuano a votare
qualsiasi porcheria antipopolare.
Sta succedendo così con
la bozza del ddl Stabilità
licenziato dall’ultimo consiglio dei ministri. Un documento pieno di
misure sempre più feroci nei confronti di chi ha meno: ulteriore aumento
dell’IVA, taglio retroattivo di detrazioni e deduzioni fiscali, proroga del
blocco dei contratti e degli scatti di anzianità dei dipendenti pubblici,
ritenuta sullo stipendio per chi ususfruisce dei permessi previsti dalla legge
104/92 sulla disabilità.
E non è tutto perché il
lungo documento governativo richiederà tempo per essere letto correttamente. Chi
volesse provarci trova il documento in esclusiva a questo url http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2012-10-11/esclusivo-ecco-bozza-legge-212759.shtml?uuid=AbuObzrG. Il giornale della Confindustria sembra avere un filo diretto col
governo.
Per quanto riguarda la
scuola (oltre quanto detto per i dipendenti pubblici) troviamo nella bozza la
misura più grave e vergognosa: l’aumento di 6 ore settimanali di lavoro per i
docenti delle scuole secondarie a parità di salario. Ecco il
testo:
“A decorrere dal 10
settembre 2013 l'orario di servizio del personale docente della scuola primaria
e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24
ore settimanali. Nelle sei ore eccedenti l'orario di cattedra il personale
docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune è
utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell'istituzione
scolastica di titolarità e per l'attribuzione di supplenze temporanee per tutte
le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché
in possesso del relativo diploma di specializzazione. Le 24 ore di servizio del
personale docente di sostegno sono dedicate interamente ad attività di sostegno.
L'organico di diritto del personale docente di sostegno è pari, a decorrere
dall'anno scolastico 2013/2013, a quello dell'anno scolastico
2012/2013.”
In effetti quei
galantuomini del governo vogliono dare come contropartita 15 giorni in più di
ferie estive: vale a dire niente, perché quasi tutti i docenti ne godono già di
fatto.
Facile prevedere le
conseguenze di una simile misura: un taglio di personale stratosferico (qualcuno
calcola più di 100.000 dipendenti). Ma non è solo questo a farci indignare: in
una fase in cui sta emergendo in modo palese l’intero iceberg del marciume di
una classe politica supercostosa, corrotta e agli ordini di banchieri e
industriali (il prode Marchionne ha dichiarato: “Monti per sempre” e se lo dice
lui qualche convenienza avrà) vengono riproposte politiche che impoveriscono i
lavoratori e creano disoccupazione a dismisura.
A conferma del
gradimento degli industriali verso il governo Monti, è cominciata la propaganda
dei media mainstream e, in particolare, del giornale di Confindustra,
pubblicando notizie infondate come quella che i docenti italiani lavorerebbero
meno dei coleghi europei. Intanto diciamo che:
·
i docenti
italiani guadagnano da 4 a 10 mila euro in meno rispetto alla media europea, tra
lo stipendio di un insegnante italiano, a inizio e a fine carriera, rispetto ai
suoi colleghi degli altri paesi dell’Unione. Nel dettaglio, se un insegnante
italiano di scuola media ad inizio carriera guadagna 24mila euro (la media Ue è
di 28 mila) un collega tedesco ne guadagna 42 mila, uno spagnolo 34 mila. Al
massimo della carriera, dopo 35 anni, un docente di scuola superiore in Italia
arriva a guadagnare quasi 39 mila euro lordi l’anno (la media Ue è di quasi 49
mila) un tedesco ne guadagna 63 mila, uno spagnolo 48 mila, un francese 47 mila.
Va inoltre considerato che, avendo l’Italia il carico fiscale tra i più alti,la
differenza, al netto è anche maggiore.
·
il carico
settimanale di un insegnante italiano della scuola primaria è di 22 ore rispetto
alle 19,6 della media Ue. Per la secondaria superiore sono 18 le ore per
l’insegnante italiano, 16,3 per la media europea. Nella secondaria inferiore le
ore sono le stesse in Italia e nella media Ue: 18. Dunque quanto afferma il
ministro Profumo (e i media suoi amici ripetono come un mantra) che l’aumento
delle ore di lezione serve ad allineare la scuola italiana a quella europea è
una clamorosa bufala. Lo stesso personaggio quanche settimana fa ha falsificato
il numero degli insegnanti di sostegno in una intervista sostenendo che sono
150.000 invece dei reali 96.000.
La fonte dei dati
riportati sul confronto delle scuole europee è un recente studio della Uil
scuola (lo trovate all’url http://www.uil.it/uilscuola/) che conferma
tanti altri studi precedenti.
Ciliegina sulla torta,
il buon Profumo ha concesso che i docenti idonei ad altri compiti (prima di
passare ad amministrativi) potranno chiedere una nuova visita medica, e se
l'esito sarà favorevole potranno rientrare ma solo su posti vacanti e
disponibili.
La misura è ormai colma.
Se il debito pubblico (che non è stato provocato dagli stravizi degli italiani
come ci raccontano i cantori del libero mercato: si veda l’articolo di Francesco
Gesualdi a questo url
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20121009/manip2pg/15/manip2pz/329873/)
è troppo alto si faccia come l’Islanda che non ha pagato i creditori. Se gli
esattori del governo per conto degli speculatori vogliono pagare il debito
pubblico tagliando spese, taglino le spese dannose: le spese militari (solo non
comprando gli aerei f35 si risparmiano una ventina di miliardi euro), le
missioni militari all’estero (1,4 miliardi di euro all’anno), la TAV (35
miliardi di euro escluse le opere accessorie) e le altre grandi inutili opere,
il sostentamento della casta politica (decine di miliardi ogni anno), si faccia
pagare l’IMU alla chiesa cattolica. Oppure facciano tassino una tantum
i grandi patrimoni o facciano finalmente pagare gli evasori
fiscali.
Sia chiaro che la colpa
di questo processo di spoliazione di reddito e diritti per i lavoratori è
responsabilità soprattutto dei lavoratori stessi che sono stati troppo a
guardare, delegando ai partiti (tutti stracorrotti) e ai conniventi sindacati
concertativi. È ora di darci una mossa e di mobilitarci per spazzare via il
governo Monti, chi lo sostiene e chi lo manovra. L’alternativa è di continuare a
subire ulteriori
bastonate.