Scartata l’ipotesi di anticipare a cinque anni l’avvio dell’obbligo scolastico per il possibile effetto della doppia annualità di partenza e della determinazione di un’onda anomala lunga dodici anni con l’aumento del 20% dell’organico di scuola primaria; scartata anche l’ipotesi di ridurre di un anno la parte centrale del percorso, proposta con insuccesso dodici anni fa dal ministro Berlinguer e non gradita a buona parte della categoria, è rimasta soltanto l’ipotesi di accorciare di un anno l’attuale quinquennio della secondaria superiore.
E sembra proprio che di questa ipotesi si sia parlato informalmente a Palazzo Chigi.
Ridurre di un anno la durata della secondaria superiore appena riformata potrebbe essere, dunque, l’obiettivo su cui sta lavorando il ministro che ha dichiarato come si stia pensando alla “scuola del futuro per arrivare - ha affermato - al 2014 con un lavoro preliminare alle spalle”.
Il progetto è tecnicamente il più facile da attuare (“basta” fermare il percorso al quarto anno con doppio esame di maturità), ma avrebbe conseguenze pesantissime, perché porterebbe alla riduzione del 20% delle 220mila cattedre attualmente esistenti. Si perderebbero circa 44 mila posti di docente.
Dopo lo scampato pericolo dell’aumento di sei ore settimanali a retribuzione invariata, per i professori delle superiori si affaccia una nube ancora più minacciosa.