Mentre
in 27 paesi europei milioni di persone scioperavano e/o manifestavano
contro le politiche di austerità e i massacri sociali del liberismo, in
Italia centinaia di migliaia di studenti, lavoratori/trici e cittadini
segnavano con la loro forte protesta le strade delle principali città in
30 manifestazioni, aderendo allo sciopero – che ha avuto risultati
particolarmente eclatanti nella scuola – indetto dai Cobas e da tante
strutture studentesche. Enorme la partecipazione a Roma dove circa 80
mila persone, in prevalenza studenti medi, ma con tanti lavoratori della
scuola, del pubblico impiego e del privato, studenti universitari e
precari, hanno bloccato tutta la città, arrivando anche di fronte al
Parlamento (presidiato dai docenti inidonei in lotta) e purtroppo
dovendo subire in ultimo l’ignobile aggressione poliziesca che ha ferito
a freddo tanti studenti inermi e giovanissimi, fermandone decine.
Notevolissima la partecipazione anche a Torino e Napoli, ove ai cortei
Cobas-studenti hanno partecipato 20 mila persone; a Bologna con 15 mila
in piazza, a Pisa con 8 mila, e circa 5 mila a Cagliari, Firenze, Bari,
Catania e Palermo; e buona la presenza anche nelle altre manifestazioni
Cobas-studenti di Brescia, Brindisi, Caserta, Genova, Perugia, Salerno e
di varie altre città e centri minori. Grande rilievo ovunque ha avuto
il poderoso movimento di protesta del popolo della scuola pubblica
contro la scellerata politica scolastica del governo, il folle aumento
dell’orario frontale nelle medie e superiori, il continuo impoverimento
dell’istruzione pubblica, l’espulsione di decine di migliaia di precari,
la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il blocco di contratti e
scatti di anzianità, la legge Aprea-Ghizzoni e il concorsaccio per i
precari. Nel quadro generale di un massacro sociale che doveva abbattere
un debito pubblico aumentato invece in un anno del 10% e che ha colpito
i settori più deboli e disagiati, mentre nulla pagano gli evasori
fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e industriali, e i
corrotti delle caste politiche e manageriali, la protesta degli
studenti e dei lavoratori/trici della scuola, del pubblico impiego e del
privato si è rivolta contro l’intera politica del governo di cui si
chiedono le immediate dimissioni, con un cambio radicale delle politiche
di austerity che stanno ingigantendo il debito pubblico, aumentando
disoccupazione e licenziamenti, togliendo i residui diritti sui posti di
lavoro, mentre il famigerato spread resta altissimo e le condizioni
sociali generali si avviano verso il baratro greco. Seguiremo ora
l’andamento della legge di in-stabilità alla Camera nei prossimi giorni:
ma fin d’ora, in particolare, diamo appuntamento al popolo della scuola
pubblica per una grande manifestazione unitaria, sostenuta da un
secondo sciopero di categoria, nella giornata del 24 novembre a Roma. In
tal senso, rinnoviamo per la terza volta un invito – non avendo
ricevuto alcuna risposta ai due precedenti appelli – agli altri
sindacati-scuola che hanno convocato come noi, per il 24 novembre, lo
sciopero, affinché si effettui a Roma un’unica e unitaria
manifestazione, con pari dignità tra gli organizzatori, rispondendo alle
richieste di massima convergenza che ci vengono da tutto il popolo
della scuola pubblica. E sul piano europeo ci auguriamo che lo sciopero
di oggi faccia scuola e che d’ora in poi si proceda uniti con forme di
sempre più ampio sciopero europeo
contro le politiche di austerity, il Fiscal compact e i diktat
distruttivi imposti dal governo tedesco, dalla BCE e dalla Commissione
Europea ai popoli europei.
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