Dopo quella del 14 novembre, di nuovo
una grande
giornata in difesa della scuola pubblica quella di oggi a Roma e
in tutta Italia:
e una bella giornata per la democrazia in un paese che ne ha
tanto bisogno e da
tempo ne sente la mancanza. Una giornata che ha dimostrato
quanto fosse sacrosanta
la decisione dei COBAS (che pure avevano già scioperato il 14)
di confermare lo
sciopero della scuola e le manifestazioni con gli studenti a
Roma e in tante
altre città, dopo che Cisl, Uil, Snals e Gilda li avevano
sciaguratamente
revocati, dimostrando di non aver nessuna intenzione di lottare
davvero contro
la politica scolastica del governo, ma di aver solo cercato di
cavalcare la
forte protesta della scuola di queste settimane. Decine di
migliaia di
manifestanti, studenti, docenti ed Ata, a Roma in due cortei
determinati e
pacifici che, partiti da P.della Repubblica - quello COBAS- e da
Piramide - quello
degli studenti - si sono incontrati a P.Venezia procedendo poi
insieme fino al Senato
(e con gli studenti che sono poi
tornati in corteo fino al Colosseo); e tante altre decine di
migliaia di
manifestanti in tutte le principali città. Grande rilievo
ovunque ha avuto la protesta
del popolo della scuola pubblica: e non solo contro il folle
aumento dell’orario
frontale nelle medie e superiori – che lunedì nella votazione
alla Camera della
legge di “in-stabilità” dovrebbe essere definitivamente
cancellato, dimostrando
che solo la lotta paga davvero - ma anche contro l’impoverimento
dell’istruzione pubblica, l’espulsione
e il concorsaccio dei precari, la deportazione degli
insegnanti “inidonei”, il
blocco di contratti e scatti di anzianità, la legge
Aprea-Ghizzoni; e in
generale contro una politica governativa che vorrebbe imporre
una
scuola-miseria con tagli permanenti e finanziamenti ridicoli,
per sfornare una
massa di giovani precari sottomessi alle imposizioni dei
gruppi industriali e
finanziari e delle caste politiche e manageriali, che hanno
provocato la
gravissima crisi che affligge dal 2008 l’Italia e l’Europa,
Ma quella di
oggi è stata anche una bella giornata per la riaffermazione
della democrazia.
Si è dimostrato che quando si può – come in tutta Europa –
manifestare presso i
palazzi governativi senza blindature, quando le “forze
dell’ordine” non barricano
il Parlamento e i palazzi del potere politico e non aggrediscono
chi vuole
manifestare in tali luoghi, tutto si svolge pacificamente e
senza incidenti. Ci
auguriamo che sia un monito per le prossime tappe di un
conflitto sociale che
inevitabilmente sarà forte e acuto fin tanto che non riusciremo
ad invertire le
disastrose politiche liberiste che,
in
Italia come in Europa, non hanno affatto ridotto il debito
pubblico ma ingigantito
la recessione, il blocco economico, l’impoverimento dei
salariati, dei settori
popolari e dei servizi pubblici, la disoccupazione e la
precarietà.
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