Archive for febbraio 2014
Negli ultimi 20 anni nel comparto istruzione sono stati tagliati 20 miliardi di euro, 8 miliardi solo
nell'ultima legislatura. Questa strategia di depauperamento rende la scuola pubblica un malato cronico che cerca di sopravvivere. Come? Chiedendo soldi alle famiglie.
È quello che stanno facendo anche quest’anno molte scuole: provare a scippare alle famiglie, oltre alla tassa di iscrizione prevista dalla legge (solo per le classi 4 e 5 secondaria II Grado), un contributo che oscilla tra i 20 e i 200 euro, destinati all'ordinaria amministrazione: carta igienica, detersivi, materiale didattico della scuola, funzionamento di laboratori ecc.
Sia chiaro a tutti che questa pratica è illegale! L'istituto scolastico può chiedere contributi VOLONTARI per attività EXTRACURRICULARI, ovvero fuori dal normale orario scolastico e non per l'ordinaria amministrazione.
Il tutto avviene contestualmente alle iscrizioni con l’aggravante che si cerca di far credere che l’iscrizione dei propri figli o l’accesso ad alcune attività scolastiche o l’uso di laboratori e materiale didattico siano subordinati al versamento del contributo richiesto, omettendo di specificare che si tratta di contributi assolutamente volontari (note del Miur n. 312 del 20/03/2012 e n.593 del 7/03/2013) e senza fornire informazioni dettagliate sulla loro destinazione.
La fantasia “scippatoria” delle scuole non ha limiti: “inviti” minacciosi a pagare la gabella, contributi volontari spacciati per una “tassa scolastica” o per “contributi d’Istituto”, oppure richieste variabili in base al reddito familiare (così le famiglie devono anche presentare il modello ISEE).
Purtroppo questo malcostume dilaga in tutta Italia perché il Miur si limita a emanare note di facciata senza intervenire sulle numerose situazioni segnalate.
I Cobas sono in prima fila in questa battaglia per la tutela del diritto allo studio e invitano studenti e genitori ad attivarsi (come già avviene in molte parti d’Italia) per far cessare questa vessazione.
All'url http://www.cesp-pd.it/spip/IMG/pdf/GUIDA_Contributo_Volontario_-_BN.pdf trovate la guida per opporsi ai contributi scolastici redatta dai Cobas scuola di Massa.
Renzi, Giannini e Faraone: cominciamo molto male!
Non abbiamo mai preso sul serio le rodomontate di Renzi, le rottamazioni, la rivoluzione
democratica, la nuova politica che spazza via la “casta” ecc..E’ stata subito palese la smisurata ambizione e presunzione del Matteo, ottimo allievo di Berlusconi nel cambiare tesi e programmi da un giorno all’altro in base ad esclusivi criteri di potere: ed avevamo già verificato l’abisso tra chiacchiere e fatti nella conduzione della sua città. Dunque, non siamo troppo sorpresi delle pur clamorose svolte a 180 gradi che lo hanno portato al governo. Piuttosto, sono sconcertanti i suoi innumerevoli corifei - nei mass media, nel suo partito, tra i poteri che contano - uniti nel “il fine giustifica i mezzi” e prodighi di un’indulgenza mai regalata a Berlusconi, malgrado la svolta, con la quale il puttino ha rinnegato tutta la sua mitologia, sia stata totale e rapidissima e abbia lasciato a bocca aperta persino i due milioni di elettori che lo avevano incoronato segretario PD senza la minima idea del suo programma e solo perché figura bene in TV.
Al governo solo tramite un plebiscito elettorale, collaborando per l'intanto con “Staisereno” Letta? Col cavolo. Roso dall'ambizione smisurata e dalla fretta di chi ha puntato tutto sull'immagine, ci arriva con un accoltellamento di palazzo che manco la peggior DC. Doveva rottamare la vecchia politica? Ha fatto un governo con il solito manuale Cencelli, tre posti al NCD, uno a Scelta civica, uno all’Udc e gli altri ben divisi tra le correnti PD. Non mi farò condizionare dai poteri forti? Ha trattato i ministri con Draghi, Napolitano, la Confindustria e le Coop che gli hanno imposto i loro, ed ha sfornato un Letta-bis senza Letta, con 9 ministri confermati e new entry orrende come il Padoan, fan dell’austerità alla tedesca pure peggio di Saccomanni, con lo Sviluppo economico in appalto alla Confindustria e il Lavoro alle Cooperative “rosse”. Con in più la berlusconiana promozione di giovanotte-immagine senza “meriti” che non siano d’estetica e di totale fedeltà al capo, mentre viene cancellato l’odiato - da Lega e razzisti al seguito - Ministero “negro”.
Ciò malgrado, ci siamo ripromessi di attendere i programmi: e quelli, almeno per la scuola, stanno già arrivando grazie alle interviste alla neoministra Stefania Giannini e a Davide Faraone, neo-responsabile scuola PD e “renziano Doc”. La prima, dopo il rituale “premierò il merito”, grottesco se detto da un governo del tutto senza meriti, annuncia che vuole cancellare gli “automatismi”, cioè gli scatti di anzianità per docenti ed Ata, l’unica forma, miserella, di avanzamento economico rimasto. Poi, dopo aver promesso di invertire l’immiserimento dell’istruzione, propone il taglio di un anno di scuola nelle superiori, cioè una riduzione di spesa e di personale intorno al 20%, per la felicità di Padoan e di tutti coloro che hanno diminuito negli ultimi venti anni del 30% gli investimenti nell’istruzione e gli stipendi di docenti ed Ata; e un taglio anche all’Università, di quel personale amministrativo “eccessivo” per colpa dei sindacati. Faraone le fa eco (o le dà la linea), confermando il taglio di un anno di scuola e proponendo la “necessaria revisione dello stato giuridico” di docenti ed Ata e il “superamento di alcune rigidità del contratto nazionale” per portare a compimento la “vera autonomia”, con la quale Berlinguer lanciò la scuola-azienda che ha prodotto l’attuale scuola- miseria e scuola-quiz; e che ora per Faraone dovrebbe partorire, dopo fantasticate stabilizzazioni di precari in massa, le ben più concrete assunzioni dirette (e licenziamenti) da parte dei presidi.
Dunque, prendendo almeno loro sul serio, sembra prospettarsi un orizzonte oscuro che smentisce le mirabili promesse del Renzi per il “rilancio” dell’istruzione come “interesse primario”. Rafforzeremo le mobilitazioni che abbiamo in corso – inidonei, precari Ata e delle elementari, quota 96, scuola in carcere, scioperi contro i quiz Invalsi, Itp, Lsu e Ata pulizie, modelli viventi ecc..- di fronte a questi primi segnali inquietanti. E visto che le nostre proteste si svolgeranno spesso davanti al Ministero ora guidato da Giannini, ci auguriamo che la ministra ne approfitti per farci cambiare idea con i fatti rispetto a questo primo, inevitabilmente negativo, giudizio.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
Stefania Giannini: Le spese dell'università per stranieri di Perugia finiscono alla Corte dei Conti
Ma che Magnifica spendacciona. I guai della neoministra Giannini
Le spese dell'università per stranieri di Perugia finiscono alla Corte dei Conti
Precari, insegnanti sempre più vecchi, scatti di anzianità congelati, stipendi ancora troppo bassi. E ancora: in sei anni 8.500 professori in meno nelle università italiane, 40 mila immatricolati in meno (non c’è crescita ma decrescita). Atenei alla canna del gas per quanto riguarda i fondi che ricevono a causa dei continui tagli (il 90% vengono spesi per pagare gli stipendi, il restante 10% per affrontare le numerose urgenze).
Potrebbe essere, purtroppo, ancora più lunga la lista dei problemi che da tempo hanno messo in ginocchio il mondo della scuola nel Belpaese. Difficiltà che non sono state affrontate con decisione dai Ministri che negli anni si sono susseguiti. E da ieri ecco un altro capo del dicastero dell’Istruzione, Universita e Ricerca, Stefania Giannini, ex Rettore dell’Università per gli stranieri di Perugia. Classe 1960, ha una lunga carriera nel mondo della scuola: professore ordinario di Glottologia e Linguistica dal 1999, oltre a diversi incarichi sempre nel pianeta istruzione. Ma adesso potrebbe fare i conti anche con un altra questione: una denuncia che è stata presentata ai magistati della Corte dei conti dell’Umbria per progetti che sono stati decisi quando era al vertice dell’Università umbra e che invece non sarebbero stati mai partiti. E a mettere nero su bianco l’esposto che dallo scorso novembre è all’esame dei giudici contabili, proprio il presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Università degli stranieri di Perugia, Antonio Buccarelli, anche lui magistrato della Corte dei conti.
In 15 pagine, infatti, viene ripercorso tutto l’iter di progetti che sono stati deliberati nel 2008 dal Consiglio di amministrazione dell’università, autorizzato dal ministro Giannini quando era, appunto, Rettore. E che, invece, non avrebbero mai preso il via. Ma perché indaga la Corte dei conti? Qual è stato presumibilmente il danno erariale? Per capire bisogna fare un passo indietro e ricostruire l’iter dei progetti.
Lo scopo dell’iniziativa presa nel 2008, tra l’altro, era quella di promuovere attività culturali, strettamente «connesse alla specifica finalità formativa che l’Ateneo persegue, che avessero risonanza e rilievo internazionale e culminanti nella creazione della "Scuola internazionale di cucina italiana", nonché quello di disporre di una struttura ricettiva - anche per il personale e gli studenti strumentale alle attività istituzionali della stessa università (convegni, incontri con altre Istituzioni pubbliche, private, nazionali e internazionali e congressi)». Il tutto, in base a quanto è stato scritto nella denuncia del presidente dei revisori dei conti dell’università degli stranieri di Perugia Buccarelli, pari a un danno erariale di 525 mila euro, poiché i soldi avrebbero portato «all’inutilità dell’iniziativa e al mancato raggiungimento degli obiettivi proposti al Consiglio di amministrazione e da questo autorizzati con le delibere dell’aprile, del giugno e del luglio 2008». Una cifra che comprende anche l’affitto di un locale che si trova nella stessa piazza dove si trova l’Università, grande 465 metri quadri (per una durata di 6 anni dalla consegna dell’immobile). Un’altra parte della cifra riportata nella denuncia ai magistrati contabile fa riferimento invece alla mancata attività di «ristorazione e vendita» nella struttura, portando quindi il revisore dei conti a stabilire che l’Ateneo, «per questo mancato servizio, abbia ricevuto un danno di 33mila euro all’anno, quindi circa 140 mila euro complessivi rispetto a tutto il periodo interessato dalla nefasta iniziativa». Cifra, che dunque, fa parte sempre dei complessivi 525 mila euro di presunto danno erariale. Ma nell’atto all’esame adesso dei giudici della Corte dei conti dell’Umbria, viene anche descritto che la proposta dell’iniziativa «non è supportata da alcun atto istruttorio in ordine alla fattibilità dell’operazione, alla sua economicità, alla sua resa, nè risulta che l’Ateneo abbia individuato una struttura ad hoc per tali compiti. La proposta è del Rettore dell’epoca che ha anche siglato i contratti, mentre il Consiglio di amministrazione si sarebbe limitato all’approvazione della stessa come formulata (salvo opporsi alla proroga del termine di stipula con richiesta di danni, quanto alla prima aggiudicazione). Non è quindi noto se siano intercorsi contatti e preventivi sondaggi nei riguardi di operatori del mercato prima di procedere all’acquisizione della disponibilità del bene».
E infine: «Nulla di tutto ciò che l’Università si prefiggeva è stato realizzato».
Toccherà adesso alla magistratura contabile umbra chiarire cosa sia accaduto, se ci sia stato o meno un danno erariale nella scelta di portare avanti un’iniziativa che alla fine non avrebbe portato ai risultati annunciati.
24.02 presidio antifascista davanti al tribunale
In occasione dell’udienza del processo che vede imputati quattro antifascisti locali per i fatti connessi al presidio antifascista all’aviosuperficie del 28 febbraio 2010, stamattina la RAT, rete antifascista ternana, ha organizzato un presidio davanti al tribunale di Terni per manifestare la solidarietà agli imputati. Le indagini della Questura hanno cercato di ridurre una manifestazione di centinaia di persone a problema di ordine pubblico cercando di accanirsi su pochi capri espiatori antifascisti.
Decine di persone hanno partecipato all'iniziativa, esprimendo il loro appoggio agli imputati e sostando accanto allo striscione con la scritta: “condannando l’antifascismo si legittimano odio e razzismo”
E’ stato fatto un giornale parlato e sono stati distribuiti volantini (in allegato) ribadendo che l’antifascismo non è un reato, nonostante l’atteggiamento della Questura di Terni.
Al processo sono stati sentiti quattro testimoni: Simone Guerra, assessore alla cultura del comune di Terni, Mauro Nannini, consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Silvano Ricci assessore ai LLPP e Franco Coppoli della Confederazione Cobas. Tutti i testi hanno confermato il carattere determinato ma pacifico della manifestazione. Inoltre sono stati acquisiti agli atti delle foto che vedevano tra i neofascisti romani partecipanti alla manifestazione dell’associazione di copertura “Istinto rapace” uno dei protagonisti del pestaggio degli studenti da parte dei militanti di Casapound a piazza Navona del 29 ottobre 2008.
La prossima udienza è stata fissata dal giudice Simona Tardelli il 17 settembre. La RAT preannuncia un altro presidio in solidarietà con gli imputati.
Terni 24 febbraio 2014 RAT-Rete Antifascista Ternana
Convegno Nazionale di Formazione per docenti ed ATA. "LA S/VALUTAZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA. INSEGNARE OGGI TRA BES, INVALSI E NUOVI TAGLI”.
domenica 23 febbraio 2014
Giovedì 27 Febbraio 2014
dalle ore 8,30 alle ore 13.30 si
svolgerà presso il Liceo scientifico Donatelli, via della Vittoria - Terni
Venerdì 7 Marzo 2014
dalle ore 8,30 alle ore 13.30 si svolgerà presso l'Istituto di istruzione
secondaria Artistica e Classica (ex Caserma Piave) – Orvieto (TR) il
Convegno Nazionale di Formazione in intestazione.
Il CESP è un ente formatore riconosciuto dal MIUR ed il convegno da luogo all'esenzione dal servizio per il personale docente ed ATA, l'attestato verrà consegnato alla fine della conferenza.
Terni, GIOVEDÌ 27 Febbraio 2014
PROGRAMMA
DEI LAVORI Ore 8.30 –
13.30
Ore 8,30 – 9.00
Registrazione partecipanti
9.00 - 10.30
"La trappola della quantificazione: valutazione e
meritocrazia", Andrea
Iomini, docente, libero ricercatore.
"Dietro e dentro l’INVALSI: le matrici dell’ossessione
valutativa", Franco
Coppoli, docente, CESP Terni.
10.30 - 10.45 Pausa
10,45 -12,30
"I tagli
agli scatti degli stipendi dei docenti" Catia Coppo, docente, CESP Terni.
"Nuovi
tagli - Scuola e professione docente nei nuovi provvedimenti normativi", Marco Barone, avvocato.
12.30
Dibattito
Orvieto, VENERDÌ 7 Marzo 2014
PROGRAMMA
DEI LAVORI Ore 8.30 –
13.30
Ore 8,30 – 9.00
Registrazione partecipanti
9.00 - 10.30
"Precariato
nella scuola: la miseria del presente e le prospettive future", Brunello Arborio, CESP Terni.
"Dietro e
dentro l’INVALSI: le matrici dell’ossessione valutativa", Franco Coppoli, docente CESP Terni.
10.30 - 10.45 Pausa
10,45 -12,30
"I tagli
agli scatti degli stipendi dei docenti" Catia Coppo, docente, CESP Terni.
"Nuovi
tagli - Scuola e professione docente nei nuovi provvedimenti normativi", Marco Barone, Avvocato.
12.30 Dibattito
SCARICA QUI IL MODULO DI ISCRIZIONE PER TERNI DA PRESENTARE IN SEGRETERIA
SCARICA QUI IL MODULO DI ISCRIZIONE PER ORVIETO DA PRESENTARE IN SEGRETERIA
ISCRIZIONI SCOLASTICHE: I CONTRIBUTI VOLONTARI... NON SONO OBBLIGATORI
QUI SOTTO IL TESTO DEL M5S CHE HA RECEPITO LA BATTAGLIA DEI COBAS (scarica qui il vademecum completo) CONTRO I CONTRIBUTI
VOLONTARI CHE DIVENTANO PER MOLTE SCUOLE OBBLIGATORI.
VOLONTARI CHE DIVENTANO PER MOLTE SCUOLE OBBLIGATORI.
GENITORI NON PAGATE VOI I TAGLI GOVERNATIVI ALLA SCUOLA PUBBLICA: RIFIUTATEVI DI PAGARE I CONTRIBUTI VOLONTARI E PRESENTATE RECLAMO CON IL MODULO CHE TROVATE IN FONDO
Negli ultimi 20 anni nel comparto istruzione sono stati tagliati 20 miliardi di euro, 8 miliardi solo nell'ultima legislatura. Oggi si continua con questo governo a tagli di decine di milioni e quindi il furto alla società della conoscenza è meno evidente. Ma l'investimento in Istruzione è di fatto più basso dell'epoca Gelmini e Monti.
E' chiaro che con questa strategia di depauperamento la scuola pubblica è un malato cronico che non vede via di uscita, ma che aggrappato alla vita cerca di sopravvivere. Come?
Chiedendo soldi alle famiglie.
Il #M5S riceve sempre più segnalazioni dai genitori costretti a versare vere e proprie rette obbligatorie alla scuola pubblica. Soldi che servono per l'ordinaria amministrazione: carta igienica, detersivi, materiale didattico della scuola, insomma attività curriculare.
Le famiglie italiane devono sapere che questa pratica è illegale e devono ribellarsi! L'Istituto scolastico può chiedere contributi VOLONTARI per attività EXTRACURRICULARI, ovvero fuori dal normale orario scolastico e non per l'ordinaria amministrazione.
Sul tema abbiamo già presentato una interrogazione al Senato a prima firma del nostro Fabrizio Bocchino, grazie a cui siamo riusciti a scoprire l'ammontaredei contributi volontari inseriti nei bilanci delle scuole.
Ma non finisce qui: invitiamo a segnalare ogni richiesta diversa al rispettivo Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale che deve prendere provvedimenti contro i Dirigenti Scolastici che violano la norma.
Se i Dirigenti Scolastici sono costretti a chiedere contributi obbligatori alle famiglie per far funzionare la scuola alzino la voce contro il Ministro dell'Istruzione e non scarichino la responsabilità sull'anello più debole.
Se i Dirigenti Scolastici sono costretti a chiedere contributi obbligatori alle famiglie per far funzionare la scuola alzino la voce contro il Ministro dell'Istruzione e non scarichino la responsabilità sull'anello più debole.
Ecco il Modulo_reclamo_Contributo_Scolastico.pdf, personalizzare e mandare al Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale
I portavoce di Camera e Senato della 7ª Commissione Cultura :
F. Bocchino, M. Montevecchi, L. Bignami, M. Serra, L. Gallo, G. Brescia , S. Valente, G. Vacca, C. Di Benedetto, M. Marzana, F. D'Uva, S. Battelli, S. Chimienti.
F. Bocchino, M. Montevecchi, L. Bignami, M. Serra, L. Gallo, G. Brescia , S. Valente, G. Vacca, C. Di Benedetto, M. Marzana, F. D'Uva, S. Battelli, S. Chimienti.
Il "nuovo" ministro Stafania Giannini
Trovati in rete due interventi del nuovo ministro che illustrano bene e senza giri di parole il suo pensiero:
1° intervento da TuttoScuola: vedi qui
2° intervento: dal blog di Pietro Ichino: vedi qui
Ci sono tutti gli ingredienti del neoliberismo aggressivo che ha ormai colonizzato anche la cultura della sinistra: la meritocrazia (esplicitamente contrapposta all’uguaglianza), la valutazione quantitativa e standardizzata (organizzata intorno all’Invalsi), l’autonomia competitiva delle istituzioni scolastiche.
Intorno a questo nocciolo duro si sviluppa tutto il resto dell’armamentario ideologico dispiegato negli ultimi anni: abolizione del valore legale del titolo di studio, accesso all’Università a numero chiuso e in base ai test di valutazione anticipati alla scuola superiore, revisione degli organi collegiali, etc.
La nomina del ministro Giannini (da leggere anche in rapporto a quella di Padoan all’economia) riflette perfettamente l’ideologia renziana.
Il disegno complessivo è chiaro e organico.
Non c’è traccia di improvvisazione.
Ci sono tutti i presupposti perché la ristrutturazione del mondo della scuola (dal punto di vista culturale, perché dal punto di vista economico il lavoro sporco è già stato fatto da altri) possa procedere rapidamente e senza intoppi.
THYSSENKRUPP: LA SCORIA INFINITA...
Come volevasi dimostrare, l'inquinamento industriale che si sta denunciando in questi giorni a Terni è ciò che è già successo a Torino, dove sulle scorie delle ex Fiat Ferriere sorgono centri commerciali, negozi e decine di caseggiati in cui vivono migliaia di persone, costrette a convivere con il gravissimo rischio alla salute che ciò comporta. La zona infatti è piena di tonnellate di materiali pericolosi e sostanze nocive, tra cui il cromo esavalente, un metallo utilizzato in siderurgia per la sua azione anti ruggine, dalle proprietà cancerogene e mutagene (modifica il DNA) di cui sono già noti e documentati gli sversamenti nel fiume Dora da parte della ThyssenKrupp (http://www.youtube.com/watch?v=5d3xXn58LbU). Ne ha parlato anche il quotidiano La Stampa nell'art. "Palazzi costruiti su scorie e veleni" di Alessandro Mondo del 25/05/2008 (in allegato). Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai cittadini ternani, ai lavoratori della ThyssenKrupp e alle loro famiglie. Non si può barattare la salute con il ricatto occupazionale: la ThyssenKrupp ha tutti gli strumenti e le risorse (economiche e materiali) per mettere in sicurezza l'area, ma non ha alcun interesse a farlo! L'unica soluzione è che i cittadini ternani si organizzino per costringere la multinazionale tedesca a bonificare l'area prima che questa, come ha fatto a Torino, delocalizzi le produzioni (come fa presagire la poco trasparente operazione di riacquisizione, da parte del colosso tedesco, della Inoxum, dopo la finta vendita ai finlandesi di Outokumpu) lasciando come "regali"alla collettività esuberi e veleni.
http://www.ilmessaggero.it/UMBRIA/terni-tescino-galleria-discarica-villa-valle-ast-rifiuti/notizie/526698.shtml
Terni, la galleria Tescino finisce in Procura
Terni, la galleria Tescino finisce in Procura
L'Arpa: «Trovato cromo esavalente»
TERNI - Una galleria inquinata e una discarica inquinatrice. Le analisi effettuate dall’Arpa e dalla Guardia Forestale per conto della Procura hanno confermato la contaminazione delle acque che piovono da settimane nella galleria Tescino, lungo la Terni-Rieti. Sono state trovate «tracce significative» di cromo esavalente, manganese, alluminio, nitrati ed altre sostanze tossiche.
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale, appena visionati i risultati considerati più che preoccupanti, ha chiesto all’Ast e Anas di mettere immediatamente in sicurezza la galleria, per evitare che i veleni provenienti dalla discarica continuino a piovere all’interno.
A far paura è soprattutto il cromo che ha effetti tossici e cangerogeni. Analisi che hanno confermato come in quel tunnel lungo quasi un chilometro e mezzo e costato più di cento milioni di euro, si corra il rischio di rimanere contaminati: «Le acque inquinate - ha voluto precisare il direttore dell’Arpa Adriano Rossi - poi finiscono direttamente in un pozzetto e vengono stoccate».
Analisi che entrano prepotentemente nelle indagini della Procura sulle acque contaminate di percolazione provenienti dalla discarica dell’Ast che vanno avanti da anni con gli agenti della Guardia forestale che già il 20 dicembre scorso hanno effettuato i primi rilievi all'interno del tunnel. Anche queste, come quelle dell’Arpa, hanno evidenziato la presenza di manganese e soprattutto di cromo esavalente. Con il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha ordinato una nuova perizia ad un consulente che dovrà verificare tutte le analisi effettuate nelle ultime settimane.
L’ipotesi di reato per ora è quella dell’inquinamento ambientale provocato dalla mala gestione della discarica, il sospetto è che le acque di percolazione possano aver intaccato non solo la galleria (che comunque ha problemi evidenti di coibentazione) ma anche le falde. Per ora l’unica contromisura presa dall’Anas è quella di interdire le aree di sosta per evitare che gli automobilisti e camionisti si fermino ed escano dalle loro vetture. Mentre vanno avanti a singhiozzo i lavori per bloccare le infiltrazioni, con l’ennesima chiusura notturna tra martedì e mercoledì.
Lavori che fino ad oggi non hanno dato i risultati sperati. Ricordiamo che è il ministero dell’Ambiente e non la Regione responsabile dell’aria visto che si tratta di un sito bonifica di interesse nazionale. Per questo in una riunione tecnica una l’assessore regionale Silvano Rometti ha chiesto al Governo di indire in tempi rapidissimi la Conferenza di servizi per trovare le soluzioni alle problematiche ambientali e strutturali emerse nelle ultime settimane. Con la messa in sicurezza definitivamente delle acque di percolazione inquinate provenienti dalla discarica come richiesto dall’Arpa.
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale, appena visionati i risultati considerati più che preoccupanti, ha chiesto all’Ast e Anas di mettere immediatamente in sicurezza la galleria, per evitare che i veleni provenienti dalla discarica continuino a piovere all’interno.
A far paura è soprattutto il cromo che ha effetti tossici e cangerogeni. Analisi che hanno confermato come in quel tunnel lungo quasi un chilometro e mezzo e costato più di cento milioni di euro, si corra il rischio di rimanere contaminati: «Le acque inquinate - ha voluto precisare il direttore dell’Arpa Adriano Rossi - poi finiscono direttamente in un pozzetto e vengono stoccate».
Analisi che entrano prepotentemente nelle indagini della Procura sulle acque contaminate di percolazione provenienti dalla discarica dell’Ast che vanno avanti da anni con gli agenti della Guardia forestale che già il 20 dicembre scorso hanno effettuato i primi rilievi all'interno del tunnel. Anche queste, come quelle dell’Arpa, hanno evidenziato la presenza di manganese e soprattutto di cromo esavalente. Con il sostituto procuratore Elisabetta Massini ha ordinato una nuova perizia ad un consulente che dovrà verificare tutte le analisi effettuate nelle ultime settimane.
L’ipotesi di reato per ora è quella dell’inquinamento ambientale provocato dalla mala gestione della discarica, il sospetto è che le acque di percolazione possano aver intaccato non solo la galleria (che comunque ha problemi evidenti di coibentazione) ma anche le falde. Per ora l’unica contromisura presa dall’Anas è quella di interdire le aree di sosta per evitare che gli automobilisti e camionisti si fermino ed escano dalle loro vetture. Mentre vanno avanti a singhiozzo i lavori per bloccare le infiltrazioni, con l’ennesima chiusura notturna tra martedì e mercoledì.
Lavori che fino ad oggi non hanno dato i risultati sperati. Ricordiamo che è il ministero dell’Ambiente e non la Regione responsabile dell’aria visto che si tratta di un sito bonifica di interesse nazionale. Per questo in una riunione tecnica una l’assessore regionale Silvano Rometti ha chiesto al Governo di indire in tempi rapidissimi la Conferenza di servizi per trovare le soluzioni alle problematiche ambientali e strutturali emerse nelle ultime settimane. Con la messa in sicurezza definitivamente delle acque di percolazione inquinate provenienti dalla discarica come richiesto dall’Arpa.
EX AREE THYSSENKRUPP:
IL COMUNE PAGHI I SENZA LAVORO PER BONIFICARE LE SOSTANZE TOSSICHE
In questi giorni il Comune di Torino ha approvato il Programma di Trasformazione Urbana 2013-2016, presentato in prima istanza dall’Assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo e dal Sindaco P. Fassino nel luglio del 2013 e poi modificato, che comprende la riqualificazione delle ex Aree ThyssenKrupp, dove sorge lo stabilimento in cui trovarono la morte 7 nostri compagni di lavoro. Un’area enorme, oltre 300 mila metri quadrati, a ridosso del Parco della Pellerina, dove scorre e trova il suo ingresso in Città la Dora Riparia. Ovviamente su questa area si sono già scatenati, da anni, molti appetiti, sia pubblici (oneri di urbanizzazione) che privati (speculazioni edilizie e aumento delle rendite fondiarie).
Il Comune non si pone neppure la questione, almeno morale (visto che quella giuridica finora non ha visto nessuna condanna per i responsabili della strage) di trattare l'area con la logica di penalizzare chi ha causato quelle morti. L’Amministrazione Chiamparino aveva affermato, all’indomani della strage, di non voler concedere alla multinazionale tedesca alcun beneficio, come il cambiamento di destinazione d’uso, ed espresso la volontà che l’area venisse ceduta alla Città a titolo gratuito come risarcimento “morale”. Nulla di tutto questo! La TK , dopo aver causato la morte di 7 operai si è intascata anche decine di milioni di euro dagli appalti per la realizzazione e manutenzione delle scale mobili nelle nuove stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con tanto di marchio in bella mostra! In sostanza il Comune fa affari con i responsabili di una tragedia che rimarrà per sempre una ferita indelebile per la nostra Città.
Chiamparino e Fassino fate affari con degli assassini!?
Nel piano di riqualificazione appena approvato, e i cui lavori di realizzazione sono annunciati sin dalla prossima estate, si prevedono in sostanza i soliti interventi, totalmente inadeguati, proposti dagli indirizzi di un Piano Regolatore vecchio ormai di vent’anni, che non tiene minimamente conto di ciò che ha investito nel corso degli ultimi due decenni il capoluogo piemontese: le conseguenze seguite alla pesantissima ristrutturazione industriale seguita da un costante ma inesorabile calo demografico e la crisi, tutt’altro che alla fine. La riqualificazione prevede la realizzazione di una porzione residenziale (a fini abitativi), una di verde (da annettere al parco già esistente di v. Calabria adiacente al Parco della Pellerina) e una zona artigianale di terziario avanzato. Infine un luogo di testimonianza di ciò che accadde quel 6 dicembre 2007, che suona come lacrime di coccodrillo da parte dell’Amministrazione: l’istituzione che interviene solo “dopo” l’accaduto, quando corre ai ripari dimostrando totale e colpevole negligenza per quanto concerne controlli in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, del tutto inesistenti. Per questo si aprirà a breve un altro processo parallelo che riguarda 5 funzionari dell’Asl di Torino, rei di avvertire preventivamente l’azienda dei sopralluoghi ispettivi.
Anche se pare scongiurato, come sembrava nelle intenzioni iniziali, il trasferimento del deposito GTT di Venaria nell’area a ridosso del parco più grande di Torino, resta il fatto che l’area rimane pericolosamente disseminata di sostanze nocive dovute alle lavorazioni siderurgiche e la cui bonifica deve essere a completo carico dell’acquirente, che risulta essere la Bonafous S.p .A. (società ad hoc composta da Gefim, società privata operante nei settori edile e immobiliare e Fintecna, società pubblica interamente gestita dalla Cassa Depositi e Prestiti e specializzata nella riqualificazione di grandi aree dismesse). Di questa riqualificazione lasciano fortemente perplessi e destano forti preoccupazioni molti punti: il Comune ha “snellito” i passaggi necessari per l’approvazione della riqualificazione passando da Variante Strutturale (n. 211 del 2011), come previsto dalla Legge, a semplice Variante Urbanistica Semplificata, accelerando notevolmente l’iter e mancando completamente di momenti di discussione e confronto con i cittadini, fermo restando che buona parte dell’area è pubblica; si è incluso nella metratura complessiva dell’Area anche una porzione del quartiere Lucento (comprese parrocchia Santi Bernardo e Brigida e scuole materna, elementare e media di v. Pianezza) e chiunque capirebbe che ciò ha il solo scopo di aumentare la Superficie Lorda di Pavimento, da cui deriva la possibile quantità di edificabile, aumentando così la possibilità di speculare!; inoltre si continua con la logica criminale e anti ecologica di costruire altre soluzioni abitative assolutamente inutili se non a fini speculativi a fronte della decrescita demografica, lenta ma costante della Città, oltretutto in presenza di decine di migliaia di alloggi tenuti sfitti solo per mantenere alti i prezzi di vendita e locazione; il Comune, se ha intenzione di costruire case nell'area, non ha tenuto in debito conto il rischio, tutt’altro che remoto, di esondabilità (ultima alluvione nel 2000, stabilimento TK e aree limitrofe completamente sommerse dall’acqua). Ma ciò che desta maggiore preoccupazione, visti i recenti casi di cronaca (Terra dei Fiochi in Campania e Ilva di Taranto, solo per citarne due) riguarda la bonifica dell’area, trattandosi di un argomento che riveste grande importanza e dagli enormi risvolti morali, sociali ed ambientali. Preoccupazioni più che fondate visti i risultati di altri esperimenti analoghi: ci riferiamo in particolare alla Spina 3 e all’ex area delle Ferriere su cui sono stati costruiti parchi, centri commerciali ed edifici, questi ultimi utilizzati dagli atleti per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 e poi riconvertiti ad uso abitativo, zona Corso Mortara-IperCoop-Nuovo Passante Ferroviario, sotto i quali vi sono ancora tonnellate e tonnellate di scorie industriali nocive mai bonificate. Su questo argomento nessun cenno da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale! Sindaco Fassino, la soluzione non è far costruire palazzi e giardini sopra le scorie di un’acciaieria ma dare lavoro a chi è senza per bonificarle (previa adeguata formazione). Dall’indirizzo del provvedimento urbanistico se ne deduce che in ultimo piano vengono, come sempre, i diritti dei cittadini, mai interpellati quando si tratta di scelte che li riguardano in prima persona, come in questo caso.
Ci rendiamo conto anche noi che l’area così non può rimanere ma è oggettivo che la riqualificazione dell’area sia assolutamente imprescindibile dalla bonifica, a spese di chi ha inquinato. La cosiddetta “Porta Ovest” della Città, oltre a rappresentare un naturale biglietto da visita di ingresso alla Città può diventare un’occasione per creare nuovi posti di lavoro, misura che attenuerebbe, almeno in parte, gli effetti più devastante della crisi. Noi ex lavoratori TK siamo sempre stati disponibili a metterci in gioco, anche in percorsi di riqualificazione professionale, entro quel progetto della Gran Torino Capitale del Lavoro del Sindaco Fassino che per ora rimane solo sulla carta. Visto che il Comune da questo orecchio sembra non sentirci e che i buoni propositi sinora non sembrano essere serviti a nulla facciamo appello a lavoratori, disoccupati, cassintegrati, giovani, donne, studenti, immigrati e tutti quelli che lottano per difendere i propri diritti, primo fra tutti quello ad un lavoro utile e dignitoso, a creare un coordinamento tra associazioni e organismi (sindacali, ambientali, ecc.), esponenti politici e sindacali, singoli cittadini che lottano per non pagare gli effetti più nefasti della crisi a vigilare e mettere in campo tutte quelle azioni necessarie per impedire al Comune di speculare sull’area e costringere il Comune ad effettuare le dovute bonifiche. La scusa di Fassino che non ci sono soldi è una balla trita e ritrita: i soldi ci sono, basterebbe non sprecarli in un’opera assurda e criminale come la Tav , in cui si continuano a sperperare, tra lavori e gestione dell’ordine pubblico, risorse preziosissime con le quali si dovrebbero creare invece posti di lavoro, fare manutenzioni urgenti alle scuole che cadono a pezzi, potenziare sanità, istruzione e trasporti. Misure concrete per contrastare la crisi più dell’effimero “museo” sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che si vorrebbe intitolare alla memoria dei nostri compagni di lavoro. La questione non è sensibilizzare maggiormente i lavoratori ma chi ha in mano la direzione della società, oggi nelle mani di chi lucra sulla vita dei lavoratori. Per questo tipo di reati vi è in pratica la totale impunità! Dimostrazione ne è che anche gli imputati coinvolti nel caso TK non hanno fatto né un giorno di galera né saranno mai condannati da tribunali che adottano i sistemi della giustizia borghese, quello dei due pesi e delle due misure: chi combatte per salvaguardare il lavoro e i propri diritti (per es. chi taglia le reti, del tutto illegittime, dei cantieri della Tav in Val Susa) viene messo in carcere e chi quei diritti li calpesta (come per es. gli imputati del processo TK) è libero di agire indisturbato.
Ciò che muove gli imprenditori (la stragrande maggioranza se non altro) è unicamente il proprio tornaconto personale, non il benessere dei lavoratori. Va da sé che questi due interessi non potranno mai coincidere, perché la sicurezza per il datore di lavoro rappresenta solo un costo, nulla più. I morti per profitto non sono altro che il frutto di questo sistema produttivo ormai distruttivo di uomini e risorse e di questo ordinamento sociale, ingiusto e superato, al quale dobbiamo opporci con ogni mezzo iniziando fin da subito appoggiando e promuovendo il coordinamento tra organismi, esponenti di partiti, sindacati, comitati e singoli che già oggi lottano, ognuno con proprie specificità e caratteristiche, non solo in difesa dei diritti ma mossi da un obiettivo più alto: creare una nuova società, l’unica alternativa possibile (ma soprattutto necessaria) a questo sistema produttivo ormai giunto al termine. Una società in cui saranno i lavoratori in prima persona a gestire il proprio luogo di lavoro e quindi anche la propria sicurezza, finora delegata a chi non ha alcun interesse a garantirla.
La salvaguardia dei diritti va conquistata con la lotta e la mobilitazione, come quella che ci attende il 24 aprile, giorno in cui la Corte di Cassazione depositerà la sentenza di terzo grado del processo ThyssenKrupp. Per questo invitiamo tutti a presenziare a Roma davanti al Tribunale in solidarietà ai familiari di tutte le vittime del profitto. Solo in presenza della mobilitazione popolare la Corte condannerà, anche se a pene (per noi) simboliche, i responsabili della strage.
Far rinascere l’area senza speculazioni, priva di sostanze tossiche e con finalità collettive, impiegando nella bonifica quelle migliaia di lavoratori rimasti senza lavoro, appare di gran lunga il miglior modo per ricordare Antonio, Bruno, Angelo, Roberto, Rocco, Rosario e Giuseppe, restituendo dignità a quel lavoro che è costato loro la vita e mantenendo fede al prestigio della nostra Città, Medaglia d’Oro della Resistenza partigiana e culla della tradizione operaia del nostro Paese.
Vorremmo costruire, con chi condivide queste idee, un momento di scambio e confronto per dare seguito all’appello che abbiamo lanciato.
24 APRILE A ROMA PER LA SENTENZA DI CASSAZIONE SULLA STRAGE TK: LA CLASSE OPERAIA NON DIMENTICA!
Torino, 14 febbraio 2014 Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino
SABATO 22 FEBBRAIO PRESIDIO PRESSO COLLESTRADA, USCITA E45 (INGRESSO CENTRO RACCOLTA COMUNALE) ORE 16
lunedì 17 febbraio 2014
CHI DEVASTA I TERRITORI DEVASTA LE NOSTRE VITE
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
GIORNATA NAZIONALE CONTRO LE DEVASTAZIONI
AMBIENTALI
PRESIDIO PRESSO COLLESTRADA, USCITA E45
(INGRESSO CENTRO RACCOLTA COMUNALE)
ORE 16
In tutta Italia, la logica del neoliberismo impone di realizzare grandi opere che, dietro alla vuota promessa di
crescita e occupazione, devastano comunit
à e territori per offrire al Dio Mercato beni comuni come la Terra,
l’Aria, l’Acqua.
L’Umbria non fa eccezione. Grazie alla complicit
à del potere politico locale, le popolazioni vedono I
loro territori calpestati dalla continua cementificazione, dalla privatizzazione dei servizi pubblici, da
termovalorizzatori e cementifici in cui bruciano rifiuti, da progetti di centrali a bio-gas, pale eoliche e
sfruttamento geotermico; e ora, a tutto questo, si aggiungono la realizzazione del gasdotto transadriatico
(TAP) e la trasformazione dell’E45 in autostrada.
Chi dissente e si oppone a questa distruzione senza futuro viene trattato da criminale, come sta avvenendo in
Val Susa, dove quattro appartenenti al movimento No Tav sono sotto processo con la ridicola accusa di
“terrorismo” – accusa che respingiamo affermando che
“TERRORISTA” E’ CHI SPECULA E DEVASTA I TERRITORI, NON CHI LI DIFENDE E
RESISTE!
SOLIDARIETA’ AL MOVIMENTO NO TAV! LIBERI-E TUTTI-E!
15 marzo: Manifestazione nazionale a Roma indetta dal movimento No Tav
22 Marzo assemblea pubblica del coordinamento umbro contro le devastazioni territoriali.
Il comitato si riunisce:
-A Terni tutti i martedì a partire dalle 17 presso Centro Sociale “Cimarelli”,via del lanificio.
-A Perugia tutti i mercoledì a partire dalle 20.30 presso il Circolo Island di Madonna Alta, via Magno
Magnini, fermata Minimetrò.
COORDINAMENTO UMBRO CONTRO
LE DEVASTAZIONI TERRITORIALI
Facebook: No devastazioni territoriali umbria
15 FEBBRAIO 2014: TERNI ANTIFASCISTA RESPINGE I VITTIMISTI DELLE FOIBE NELLE FOGNE
Sabato 15 Febbraio 2014 centinaia di Antifascisti hanno
presidiato il Comune di Terni impedendo che qualche decina di neofascisti, con
la scusa delle foibe, concludessero lì la loro pantomima vittimistica in
ricordo di presunti martiri delle foibe.
Da tempo, denunciamo che la scellerata autorizzazione da
parte del Comune alla “Via delle vittime delle foibe” avrebbe offerto il
cavallo di Troia per la presenza dei neofascisti in città.
E così è stato anche quest’anno, ma la risposta di centinaia di Antifascisti di tutte le età e di tante organizzazioni politiche e sociali ha impedito che la conclusione della parata neofascista, con tanto di striscione nero, arrivasse sotto il Comune.
Questi figuri si sono incontrati nel posto che è loro più consono: le fogne (il parcheggio sotterraneo di via Guglielmi) e sono rimasti in mezzo al traffico.
E così è stato anche quest’anno, ma la risposta di centinaia di Antifascisti di tutte le età e di tante organizzazioni politiche e sociali ha impedito che la conclusione della parata neofascista, con tanto di striscione nero, arrivasse sotto il Comune.
Questi figuri si sono incontrati nel posto che è loro più consono: le fogne (il parcheggio sotterraneo di via Guglielmi) e sono rimasti in mezzo al traffico.
Da anni, come Rete Antifascista Ternana garantiamo
l’agibilità democratica della nostra città, nello spirito della nostra
Costituzione e delle radici operaie ed antifasciste di Terni: ricordiamo la
contestazione all’aviosupeficie, che ha respinto il tentativo neofascista di
mettere piede in città, così come la risposta contro i tentativi di denigrare
la memoria della Brigata partigiana Gramsci, dei Partigiani che liberarono
queste zone dalla canaglia fascista e continuarono la lotta nel battaglione
“Piacenza” e di sdoganare personaggi come Merlino (implicato nella strategia
della tensione e nella strage di Piazza Fontana) o i criminali della X MAS.
I fascisti erano criminali e torturatori non troppo
differenti dalle bestie naziste: durante l’occupazione fascista delle terre del
confine orientale Roatta ordinava di applicare la rappresaglia “Una testa per
un dente” mentre Rebotti affermava “Qui si ammazza troppo poco”, per non
parlare dei gas in Etiopia o delle stragi di civili in Libia.
Si è cercato di costruire la falsa immagine di “Italiani brava gente”, ma è solo una misera mistificazione nazionalitaria: i neofascisti (in buona compagnia) cercano, inutilmente, di rovesciare la Storia facendo un pietoso vittimismo o una sorta di ribaltamento delle responsabilità e questo è paradigmatico nell’operazione di falsificazione strumentale sulle foibe.
Si è cercato di costruire la falsa immagine di “Italiani brava gente”, ma è solo una misera mistificazione nazionalitaria: i neofascisti (in buona compagnia) cercano, inutilmente, di rovesciare la Storia facendo un pietoso vittimismo o una sorta di ribaltamento delle responsabilità e questo è paradigmatico nell’operazione di falsificazione strumentale sulle foibe.
L’Antifascismo conosce la storia, non accetta la logica
della memoria condivisa e sa quali e quante responsabilità ed atrocità ha
commesso il regime, appoggiato dal potere politico e da quello economico degli
agrari e della grande industria contro gli Antifascisti ed il Movimento operaio
e contadino.
Proprio in questo momento di crisi del sistema capitalistico va amplificata la vigilanza antifascista, per evitare quello che successe dopo la crisi del ’29.
A Terni operaia nessuno è straniero.
Anche durante il ventennio nel Ternano vi furono forme di resistenza contro la dittatura fascista.
Papigno, Marmore, Piediluco e la Valnerina sono stato i territori in cui il fascismo non è passato e da cui è partita la Resistenza armata che lo ha sconfitto; ancora oggi da Terni parte una sola voce unita e decisa:
IL FASCISMO NON PASSERÀ.
Proprio in questo momento di crisi del sistema capitalistico va amplificata la vigilanza antifascista, per evitare quello che successe dopo la crisi del ’29.
A Terni operaia nessuno è straniero.
Anche durante il ventennio nel Ternano vi furono forme di resistenza contro la dittatura fascista.
Papigno, Marmore, Piediluco e la Valnerina sono stato i territori in cui il fascismo non è passato e da cui è partita la Resistenza armata che lo ha sconfitto; ancora oggi da Terni parte una sola voce unita e decisa:
IL FASCISMO NON PASSERÀ.
La RAT dà appuntamento a tutte/i Lunedì, 24 Febbraio 2014,
alle ore 9, davanti al Tribunale di Terni, in Corso del Popolo, per il presidio
in solidarietà degli Antifascisti processati per la manifestazione
all’aviosuperficie.
Abbiamo la memoria lunga e vogliamo che Terni sia una città
aperta a tutte le diversità e che nessuno possa neanche pensare a violenze
omofobe e razziste, su cui la Destra cucina il suo torbido brodo di coltura.
COBAS DELL’UMBRIA 16 Febbraio 2014
Fascisti in marcia su Terni:Mai Più, Terni è ANTIFASCISTA
è
notizia di pochi giorni fa che i fascisti
di Casapound stanno organizzando un
corteo che attraverserà le vie di Terni il prossimo 15 Febbraio 2014 per la
commemorazione delle vittime delle Foibe. Anche se una situazione analoga si è
verificata l’anno scorso, questa volta la questione ha una sua specifica
particolarità: è la prima manifestazione indetta pubblicamente! Mentre negli
anni passati erano costretti ad uscire solo all’ultimo secondo, quasi di
nascosto, per la paura di essere contestati o fermati, e facendo appello al
loro giro di camerati dei nuclei del centro Italia che accorrevano a portare
supporto numerico, questa volta escono liberamente con giorni di anticipo,
convinti di aver addomesticato una città che fino a ieri vantava una memoria
ancora lucida.
Il tentativo che sta mettendo in
atto Casapound è quella di utilizzare i morti
come cavallo di troia per entrare in una città che ha sempre ripudiato
ideologie intolleranti come la loro. Il processo di mimetizzazione delle loro
camice nere va avanti da anni nella città di Terni, strumentalizzando tematiche
largamente condivise, al solo fine di non poter essere attaccati nel merito.
Mentre pubblicamente regalano pasta, denunciano degrado e difendono gli animali
rinchiusi nei circhi, lontano dalle telecamere e ben coperti dalla notte
manifestano la loro vera natura. Bombe
carta, lettere minatorie e minacce contro chi si professa
antifascista in questa città, sono solo alcune delle azioni che hanno come
protagonisti questi squadristi del terzo
millennio.
Il tema delle Foibe è il miglior modo per riuscire ad
entrare indisturbati in città. Da sempre infatti, la tragedia Istriana viene
utilizzata in modo strumentale dalle destre italiane per riuscire a riscattare
la loro coscienza politica: equiparando vittime delle Foibe a quelle
dell’olocausto, farcendo tutto con politiche contro la resistenza partigiana e
retoriche nazionaliste che vedono noi Italiani passare magicamente dalla parte
di vittime innocenti, dimenticando che siamo stati prima di tutto carnefici. La
storia va raccontata tutta e non solo la parte che fa comodo ai nostalgici
bisognosi di riscatto storico. Nel giorno del ricordo noi ricordiamo si, ma RICORDIAMO TUTTO. Per questo aderiremo
all’iniziativa promossa dall’Anpi
presso Palazzo Primavera, lo stesso 15 Febbraio 2014 alle ore 16.00, per
raccontare la storia delle Foibe e delle popolazioni del confine orientale.
Oltre a contestare la “scusa” che
questa volta li porta ad uscire dalle fogne, ribadiamo il concetto che è
impensabile lasciare libero di marciare su Terni un gruppo che si dichiara
apertamente “Fascista del Terzo
Millennio”. Terni ha già manifestato, a livello istituzionale, di non voler
avere nulla a che fare con i nostalgici del ventennio. Con una delibera il comune ha vietato ai gruppi
nostalgici di utilizzare spazi pubblici per le loro iniziative, poiché figli e
nipoti delle stesse ideologie che hanno portato l’Italia al regime, alla guerra
e alla miseria. Nonostante questo verrà permesso loro di marciare per le vie
del centro.
La Rete Antifascista Ternana (RAT) chiede che venga fatta rispettare la delibera comunale contro le nuove formazioni fasciste, ma contemporaneamente, non resteremo a guardare con le mani in mano.
La Rete Antifascista Ternana (RAT) chiede che venga fatta rispettare la delibera comunale contro le nuove formazioni fasciste, ma contemporaneamente, non resteremo a guardare con le mani in mano.
L’appello è per tutti i cittadini che si riconoscono nei
valori della Resistenza, dell’antifascismo, antisessismo, antirazzismo e contro
l’omofobia:
CASAPOUND FUORILEGGE CE LA METTIAMO NOI
Sabato 15 Febbraio 2014
Presidio a Piazza della Repubblica dalle ore 17.00
CASAPOUND FUORILEGGE CE LA METTIAMO NOI
Sabato 15 Febbraio 2014
Presidio a Piazza della Repubblica dalle ore 17.00
-Rete Antifascista Ternana-
Powered by Blogger.