- Infanzia 7.237 (6.933 comuni e 304 di sostegno)
- Primaria 21.098 (17.299 comuni e 3.799 di sostegno)
- Secondaria di I grado 16.616 (15.641 comuni e 975 di sostegno)
- Secondaria di II grado 18.255 (17.232 comuni e 1.023 di sostegno)
Archive for marzo 2016
CONCORSO SCUOLA:
I COBAS PROMUOVONO RICORSO GRATUITO PER I
DOCENTI NON ABILITATI
Il concorso
che oltre 200.000 precari, già in possesso di abilitazione, si apprestano a
sostenere, è un'operazione di macelleria
sociale che servirà di fatto ad espellere
140.000 precari storici dalla scuola garantendo l'assunzione di soli 63.700
docenti con le nefaste regole della
legge 107/15, la Malascuola del governo e di Confindustria, che i sindacati
concertativi si sono affrettati a legittimare con la firma del contratto
mobilità 2016.
Oltre alla beffa anche il danno, l'iscrizione
al concorso è preclusa ai docenti di 3° fascia e a tanti altri precari ed è
vincolata a livello regionale.
Ci opponiamo a questa operazione iniqua e
inaccettabile, come sindacato di base contestiamo le logiche selettive del
concorso e promuoviamo il ricorso per coloro che non possedendo
l’abilitazione si vedono vietato l’accesso al concorso e che rischiano, dopo
anni di docenza, l'espulsione dal mondo della scuola.
In particolare il ricorso
riguarda:
·
docenti
con almeno 360 giorni di servizio che non hanno
potuto partecipare ai PAS;
·
docenti
con almeno tre anni di servizio;
·
laureati
prima del 1999;
·
laureati
che hanno conseguito il titolo di studio (diploma/laurea) PRIMA dell’A.A.
2001/2002 (vecchio ordinamento);
·
laureati
che hanno conseguito il titolo di studio (diploma/laurea) DOPO l’A.A. 2001/2002
(vecchio ordinamento);
·
gli ITP con tre anni di servizio;
·
Chi sta svolgendo o ha svolto un
dottorato di ricerca;
·
Gli appartengo alla classe di concorso
L2-LS
·
Diplomati magistrali indirizzo
linguistico;
·
gli abilitandi al PAS ultimo scaglione.
TUTTI I PRECARI/E INTERESSATI/E AL RICORSO
SONO INVITATI CONTATTARE IMMEDIATAMENTE I COBAS- COMITATI BASE DELLA SCUOLA DI
TERNI:
il ricorso patrocinato dai cobas è gratuito e riservato agli iscritti.
Elisabetta 328 7148835
Catia 348 5635443
Franco 328
6536553
scarica qui il modulo per il ricorso
scarica qui la scheda anagrafica
scarica qui il modulo per iscriverti ai cobas
Campagna referendaria per il diritto all’istruzione pubblica, per il rispetto della democraziae della tutela dell’ambiente
martedì 15 marzo 2016
Si parte, finalmente.
Raccolta delle firme dal mese di aprile; quattro quesiti definitivamente concordati, che
nei prossimi giorni verranno depositati in Cassazione; una compagine composita ma coesa, costituita da COBAS, Comitato nazionale di sostegno alla LIP per una buona scuola per la Repubblica, Flc-CGIL, Gilda, Unicobas, USB, SGB, CUB, Il sindacato è un’altra cosa (area congressuale Flc-CGIL), UdS, Link, Coordinamento nazionale Scuola della Costituzione, Associazione nazionale per la Scuola della Repubblica, Adam, Adida, AND, Mida, Retescuole, Cesp, Illumin’Italia.
IL REFERENDUM SULLA SCUOLA È DEFINITIVAMENTE COSA CERTA.
Ecco sinteticamente cosa proporranno i quattro quesiti abrogativi.
– POTERI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO: formulazione che abroghi la chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico sugli ambiti territoriali per incarichi solo triennali;
– ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: abrogazione dell’obbligo di 200 ore nei licei e 400 ore nei tecnico-professionale, lasciando le scuole libere di organizzare tali attività come hanno sempre fatto;
–VALUTAZIONE DEL MERITO DA PARTE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO:abrogazione parziale dei relativi commi, allo scopo di ripristinare le funzioni precedenti del comitato di valutazione secondo il T.U. (Dl 297/94) e attribuzione del fondo per la valorizzazione dei docenti alla contrattazione.
– SCHOOL BONUS: si chiederà di cancellare un beneficio di fatto riservato alle scuole private: le erogazioni liberali non dovranno più essere riservate alle singole scuole, ma all'intero sistema scolastico, scongiurando così anche la possibilità che le scuole private sfruttino tali meccanismi per eludere le tasse su una parte delle rette;
Si tratta soprattutto di rilanciare un nuovo modello sociale per contrastare quello che il Governo Renzi ha affermato a colpi di voto di fiducia nelle principali zone di espressione dell’interesse generale: ambiente, diritti, scuola, democrazia.
Affinché la parola ritorni ai cittadini, il referendum contro la 107 si collocherà perciò in una campagna allargata e plurale, oltre ai quesiti sulla scuola, uno per fermare gli incentivi alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali; uno per cambiare le politiche ambientali, a partire dallo stop definitivo alle trivellazioni petrolifere in terra e in mare, opzione “trivelle zero”.
Referendum comuni capaci di rafforzare la mobilitazione sociale che in questi anni ciascun movimento e soggetto sociale, con la propria autonomia e i propri percorsi, ha portato avanti.
Referendum comuni capaci di estendere la sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto delle persone, e di disegnare un altro modello sociale, riaprendo la strada alla speranza di un futuro diverso per tutte e per tutti.
COBAS - COMITATI DI BASE DELLA SCUOLA TERNI
QUATTRO QUESITI REFERENDARI CONTRO LA LEGGE 107 e LA CATTIVA SCUOLA
La straordinaria mobilitazione dello scorso anno scolastico aveva come obiettivo centrale
il ritiro del ddl sulla Buona Scuola e lo stralcio delle assunzioni dei precari con un decreto legge. Ma non si poteva chiedere per via referendaria l’abrogazione dell’intera legge perché la Corte costituzionale non accetta quesiti “non omogenei e non univoci”, perché ad esempio l’elettore/trice può essere d’accordo per l’abrogazione del premio di “merito”, ma favorevole all’obbligo della formazione. Oltretutto, sarebbe stato assurdo chiedere anche l’abrogazione delle assunzioni. Si è trattato, quindi, di scegliere dei quesiti che colpissero il cuore del modello di scuola proposto dalla 107: aziendalizzazione, gerarchizzazione, competizione individuale tra i docenti e competizione tra le scuole per la ricerca di finanziamenti sul mercato.
In tal senso, i primi due quesiti intendono abrogare i due più importanti superpoteri del preside: la scelta diretta dei docenti (chiamata nominativa) per incarichi solo triennali anche non rinnovabili e il premio del c.d. merito individuale. La non rinnovabilità dell’incarico mette i docenti in una condizione di continua ricattabilità sia negli organi collegiali che nel lavoro in classe. Se il primo quesito verrà approvato, sarà l’USR a conferire gli incarichi ai docenti, con criteri oggettivi e predeterminati. La formulazione finale del secondo quesito è sostanzialmente quella proposta dai Cobas: abrogazione del premio di “merito”, del potere del preside di assegnarlo, della competenza del Comitato di valutazione sui criteri per individuarlo. Il Comitato tornerebbe quello che era prima della 107: un organo composto da docenti e dal preside, che esprime un parere sul periodo di prova dei neo-assunti. Ipotesi diverse, sostenute da altre organizzazioni, sono state scartate per motivi di contenuto o per forti rischi di inammissibilità. Ad esempio, scegliendo l’abrogazione totale del comma sul Comitato, si sarebbe creato un vuoto legislativo sulla valutazione dell’anno di prova, rischiando di lasciare tutto il potere in merito ai soli presidi, o addirittura di sospendere l’assunzione stabile di tanti docenti “in prova” in attesa di una futura regolamentazione dai contenuti incerti. Nel caso di approvazione del secondo quesito resterebbe comunque in vigore lo stanziamento del fondo di 200 milioni annui e la natura di salario accessorio della relativa erogazione, rinviata alla contrattazione integrativa nazionale e tesa alla “valorizzazione del personale docente” anche precario, senza riferimenti al “merito”, che potrebbe comportare, con una adeguata mobilitazione, anche un aumento in paga base uguale per tutti.
La trattativa sul secondo quesito è stata laboriosa perché altre organizzazioni hanno proposto l’abrogazione del potere del preside di assegnare il premio, ma lasciando in piedi la valutazione del “merito” anche da parte di studenti e genitori. Abbiamo condotto una dura battaglia politico-culturale per far capire che il quesito proposto non era una rivendicazione “corporativa dei docenti” (come è stato detto), ma una difesa della scuola della Costituzione. Nella scuola pubblica vi sono diverse idee sulla programmazione didattica, sui saperi disciplinari, sulla tendenza a semplificare l’approccio o a preparare alla complessità, sull’approccio induttivo o deduttivo, sui criteri di valutazione. Se il preside giudica, premia e punisce il lavoro di un docente è altamente probabile che una buona parte dei docenti assimilerà le idee e i criteri di valutazione di chi dovrà giudicarli, con una drastica riduzione del pluralismo, della libertà di insegnamento e della democrazia collegiale.
La Costituzione ha dato centralità alla scuola pubblica perché garantisca il pluralismo, perché lo studente venga a contatto con diverse visioni del sapere, al contrario di quello che accade nelle scuole private di tendenza o in quelle “di mercato”, che vendono titoli di studio e non istruzione. Da questo modello ci allontaneremmo ancora di più se, poi, le valutazioni discrezionali dei presidi fossero caratterizzate da fattori personalistici, clientelari e servili.
Il terzo quesito richiede l’abrogazione dell’obbligo di almeno 400 ore di “alternanza scuola-lavoro” per il triennio di tecnici e professionali e di almeno 200 ore per i licei. Per i Cobas la formazione aziendale comporta il rischio della subordinazione degli obiettivi didattici e culturali agli interessi imprenditoriali. Gli studenti devono potersi inserire nella realtà lavorativa, forniti di strumenti cognitivi per capire in quale contesto si collocano, per chi si produce, per quali scopi, in quale modo. Invece, la formazione aziendale si caratterizza in genere per l’apprendimento generico di nozioni o di un “saper fare” decontestualizzati, da abbandonare rapidamente per adeguarsi a lavori massimamente flessibili e precari; oppure diventa crudamente richiesta di lavoro gratuito (come già accade in tanti “stage” aziendali dei tecnici e dei professionali) o sottopagato, come in varie sperimentazioni dell’apprendistato. Il quesito approvato, però, escludeun’abrogazione di tutta la normativa sull’”alternanza”, che comporterebbe alti rischi di inammissibilità e significativi problemi di consenso politico. Per cui, si propone l’abrogazione dell’obbligo alle 400/200 ore, un monte orario che comporta il rischio di una significativa riduzione delle ore d’insegnamento e che impedisce anche un’ efficace selezione di soggetti che garantiscano almeno una formazione organica con l’indirizzo di studio. Anche qui si è faticato a trovare un consenso unanime nel Comitato promotore perché un’organizzazione si è battuta fortemente per abrogare anche la possibilità di effettuare l’”alternanza” durante il periodo di sospensione dell’attività didattica, con l’intenzione – per i Cobas davvero inaccettabile - di riconoscerle una piena valenza didattica, alla stessa stregua dell’attività di insegnamento. Abbiamo sostenuto, insieme alla grande maggioranza delle altre organizzazioni, che l’alternanza può essere attività complementare, ma non sostitutiva dell’insegnamento curricolare e che tale proposta comportava una forte subordinazione delle finalità della scuola pubblica alle esigenze aziendali.
Il quarto quesito riguarda le “erogazioni liberali” alle singole scuole sia pubbliche che paritarie, per le quali la 107 prevede una consistente incentivazione fiscale. Con una sapiente operazione “taglia e cuci”, viene abrogata la destinazione alle singole scuole, senza toccare il credito d’imposta che è materia che non può esser oggetto di referendum. La donazione andrebbe al sistema nazionale di istruzione, che poi la assegnerebbe alle scuole secondo criteri generali di ripartizione, evitando la scelta della scuola da parte del donatore e una modalità privatistica di finanziamento. Non avremmo, così, scuole in competizione tra loro per accaparrarsi i denari sul mercato, con conseguenze didattiche immaginabili nella logica di mercato, e con la creazione di scuole di serie A di serie B, in base alla provenienza socio-economica degli studenti. Ma soprattutto eviteremmo il potenziamento economico delle scuole private, che con meccanismi elusivi potrebbero far risultare come donazione una parte delle spese di iscrizione, per le quali vi è già una detrazione d’imposta fino a 400 €. Cumulando i due meccanismi su 5000 € di iscrizione quasi la metà sarebbero di fatto a carico dello Stato e, in pratica, di tutti i contribuenti.
La Buona scuola introduce forme di sfruttamento minorile
La riforma della “buona scuola” non cessa mai di stupirci. E non solo per il suo nome: che, nella
miglior tradizione orwelliana, chiama le cose con i nomi invertiti (“la guerra è pace”, “la schiavitù è libertà”, ecc.).
A destare stupore e, insieme, scandalo, è un altro aspetto della riforma con cui il governo ha scelto consapevolmente di “rottamare” la scuola, la formazione e l’istruzione, peraltro proseguendo con coerenza sulla linea dei precedenti governi di centro-destra e di centro-sinistra.
Il fanatismo economico mira a distruggere la scuola e l’università come momenti etici. I continui tagli dei finanziamenti destinati alla cultura e all’istruzione – tagli coerenti con il paradigma neoliberista e con l’assunzione del momento economico come unica sorgente di senso – rispondono essi stessi a questo programma politico di annichilimento della formazione come momento etico, opportunamente mascherato dietro le leggi anonime dell’economia.
Il potere nichilistico della finanza e del capitale mira a decapitare ogni testa pensante, sostituendola con il “cretinismo economico” (Gramsci) delle teste calcolanti, organiche alla nuova razionalità neoliberista: ecco perché tra gli obiettivi ministeriali della scuola figura la promozione del “pensiero computazionale” (sic!).
Il capitale non può accettare l’esistenza di teste pensanti, di soggetti formati e portatori di identità culturale e di spessore critico, consapevoli delle loro radici e della falsità del tempo presente.
Aspira, invece, a vedere ovunque il medesimo, vale a dire atomi di consumo senza identità e senza cultura, pure teste calcolanti e non pensanti, in grado di parlare unicamente l’inglese dei mercati e della finanza.
Per questo, nell’ultimo ventennio la scuola è stata sottoposta a una radicale dinamica di aziendalizzazione, che l’ha rapidamente riconfigurata nelle sue stesse fondamenta. Da istituto di formazione di esseri umani in senso pieno, consapevoli del proprio mondo storico e della propria storia, la si è trasformata in azienda erogatrice di abilità e competenze indisgiungibilmente connesse con il dogma utilitaristico del “servire-a-qualcosa”.
È, dunque, del tutto coerente con questa dinamica che la neo-orwelliana riforma detta della “buona scuola” ha introdotto un aspetto sul quale troppo poco si è insistito. Ed è questo: i commi dal 33 al 41 prevedono l”alternanza scuola-lavoro’.
In concreto, i minorenni dovranno per legge lavorare gratis per 200 ore nelle aziende se frequentanti i licei, e 400 ore se frequentanti gli istituti professionali. Sarà il dirigente scolastico a individuare le imprese disponibili all’attivazione di percorsi di alternanza e a stipulare apposite convenzioni.
L’alternanza si farà in azienda, di modo che i giovani si abituino a quel mondo aziendale sul quale la scuola stessa è sempre più massicciamente modellata e che diventa paradigma universale delle esistenze esse stesse aziendalizzate. L’alternanza potrà essere svolta durante la sospensione dell’attività didattica, anche con la modalità – ancora con gergo neo-orwelliano- dell’“impresa formativa simulata”.
Si tratta, è evidente, dell’introduzione di nuove forme di lavoro coatto minorile, di pura estorsione di pluslavoro peraltro non retribuito. Ritorna la corvée, peraltro ai danni dei minorenni, un po’ come con lo stage, che è anch’esso una forma di volgare sfruttamento del lavoro di giovani per di più umiliati dall’ossequiosità che è loto richiesta.
Definire criminale la “alternanza scuola-lavoro” come sfruttamento del lavoro minorile significa, in fondo, essere ancora politicamente corretti.
di Diego Fusaro, Il Fatto Quotidiano 6.3.2016
MOBILITA' 2016/17: PRIMO VADEMECUM
· Posted in
mobilità docenti vademecum
In attesa della
pubblicazione dell'ordinanza ministeriale sulla mobilità, proviamo a capire
cosa è cambiato rispetto agli altri anni e quali saranno le nuove fasi con cui si attua la mobilità, sia territoriale che professionale,
per il personale docente
.
Ci saranno quattro
fasi (A, B, C, D) che differenzieranno modalità e tempi di presentazione delle
domande.
Una disparità di trattamento già presente all’interno del
testo della Legge 107/2015 che tra l’altro, nel comma 196, dichiara inefficaci
le norme e le procedure contenute nei contratti collettivi, contrastanti con
quanto previsto dalla legge stessa, ma che viene accentuata da queste norme. E’
evidente che questa ulteriore disparità dipende dall’impostazione data dalle
parti contrattuali e condiviso o accettato dalle organizzazioni sindacali
firmatarie, perché si sono introdotte anche
per i trasferimenti differenziazioni e disparità, con relative deroghe e
precedenze, che non erano previste dalla legge 107, che si limitava a
regolamentare esclusivamente le modalità delle immissioni in ruolo.
Chiediamo ai firmatari del contratto il senso di una
ulteriore divisione della categoria, che introduce differenzazioni anche tra i
neoimmessi in ruolo, che generano veri e propri conflitti di interesse.
scaricate il vademecum
scaricate la scheda riassuntiva
giovedì 3 marzo 2016
MARTEDÌ 8 MARZO INIZIANO I
GRUPPI DI STUDIO AUTOGESTITI E GRATUITI
PER LA PREPARAZIONE AL
CONCORSO A CATTEDRE 2016
ore 17-20 c/o sede cobas
via del lanificio 19-Terni
Il concorso a cattedre 2016 è una
scandalosa ghigliottina che per il governo dovrebbe servire ad espellere i due
terzi dei precari storici dalla scuola. Già si intravedono i soliti furbetti
che vendono corsi a pagamento. Oltre al danno anche la beffa di chi fa soldi
nella formazione che, come risaputo, serve a chi la organizza per dragare fondi
privati o della UE.
Sappiamo che la preparazione ai
corsi e la riflessione sulla scuola pubblica e sul mestiere docente si realizza
meglio attraverso corsi autogestiti cui partecipano
colleghi per condividere saperi e competenze.
I DAT docenti autorganizzati ed i Cobas della scuola di Terni
organizzano corsi autogestiti e gratuiti aperti alla libera partecipazione di
tutti e tutte le candidati/e interessati/e.
I corsi avranno cadenza
settimanale e si terranno tutti i martedì dall’8 marzo dalle ore 17 alle ore
20 presso la sede provinciale dei cobas della scuola in via del lanificio 19.
Per informazioni ed
iscrizioni tel. 328 7148835
DAT- docenti
autorganizzati Terni
COBAS DELLA SCUOLA
informazioni sul concorso tagliaprecari
– Dopo mesi d’ attesa, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2016 i bandi per il concorso docenti 2016.
Come già anticipato in precedenza, i posti disponibili sono 63712, come previsto dal DPCM di autorizzazione del 24 dicembre 2015 e dalla legge 107/15.
I posti disponibili per ordine di scuola sono:
Ricordiamo che possono partecipare al concorso solo i docenti precari, in possesso dell’abilitazione/idoneità per lo specifico insegnamento, inclusi i maestri diplomati di istituto o scuola magistrale entro il 2001/2002 come stabilito dal D.P.R. 25 marzo 2014.
La procedure relative al concorso ordinario avverranno attraverso le istanze on line del Miur. Per poter accedere alla procedura è necessario registrarsi.
Il concorso, per la scuola secondaria, sarà bandito sulla base delle nuove classi di concorso, e dei relativi ambiti disciplinari (vedi TABELLA MIUR AL RIGUARDO)
Per quanto riguarda le prove scritte, dovrebbero svolgersi entro il mese di aprile, mentre le prove orali sono previste in estate, non oltre il mese di luglio.
Parte il nuovo concorso a posti e cattedre per il personale docente così come previsto dalla Legge 107 del 13 luglio 2015.
La procedura concorsuale ha carattere regionale e prevede tre bandi: uno per i docenti della scuola dell’infanzia e della primaria, un secondo rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado e infine un terzo bando per i docenti di sostegno. Un totale di 63.712 posti che verrano assegnati nel corso del triennio 2016/2018.
La procedura concorsuale ha carattere regionale e prevede tre bandi: uno per i docenti della scuola dell’infanzia e della primaria, un secondo rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado e infine un terzo bando per i docenti di sostegno. Un totale di 63.712 posti che verrano assegnati nel corso del triennio 2016/2018.
INFANZIA E PRIMARIA
LEGGI IL BANDOIl Miur pubblica nel dettaglio i posti messi a bando per la scuola dell’infanzia: sono 6.933 e per la scuola primaria 17.299. Le assunzioni avverrano nel triennio 2016/2018
Chi partecipaGli aspiranti docenti non di ruolo in possesso di abilitazione all’insegnamento per la scuola dell’infanzia e/o per la scuola primaria, conseguita entro la data di scadenza prevista dal bando.
Come partecipareL’aspirante docente deve presentare obbligatoriamente domanda online.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati che hanno i titoli per partecipare anche alle procedure concorsuali per la scuola secondaria e per il sostegno possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando della scuola dell’infanzia e primaria.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati che hanno i titoli per partecipare anche alle procedure concorsuali per la scuola secondaria e per il sostegno possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando della scuola dell’infanzia e primaria.
Le prove d’esameL’esame prevede il superamento di una prova scritta computerizzata e di una prova orale.
Non è prevista alcuna prova preselettiva.
La prova scritta ha una durata di 150 minuti ed è composta da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
Per la scuola primaria questa lingua è obbligatoriamente l’inglese.
Per la scuola dell’infanzia invece sarà la lingua che il candidato avrà scelto al momento della presentazione della domanda fra francese, inglese, spagnolo e tedesco.
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato la prova scritta. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
Non è prevista alcuna prova preselettiva.
La prova scritta ha una durata di 150 minuti ed è composta da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
Per la scuola primaria questa lingua è obbligatoriamente l’inglese.
Per la scuola dell’infanzia invece sarà la lingua che il candidato avrà scelto al momento della presentazione della domanda fra francese, inglese, spagnolo e tedesco.
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato la prova scritta. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO
CLICCA QUI per il bando
I posti messi a bando per la scuola secondaria sono 15.638 per il primo grado e 17.231 per il secondo grado.
A questi si aggiungono 506 posti per la nuova classe di concorso A023 relativa all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
I posti messi a bando per la scuola secondaria sono 15.638 per il primo grado e 17.231 per il secondo grado.
A questi si aggiungono 506 posti per la nuova classe di concorso A023 relativa all’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
Chi partecipaGli aspiranti docenti non di ruolo in possesso di abilitazione all’insegnamento conseguita entro la data di scadenza prevista dal bando.
Come partecipareL’aspirante docente deve presentare obbligatoriamente domanda online.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati in possesso dei titoli per partecipare anche alle procedure concorsuali per la scuola dell’infanzia, primaria o sostegno possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando della scuola secondaria.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati in possesso dei titoli per partecipare anche alle procedure concorsuali per la scuola dell’infanzia, primaria o sostegno possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando della scuola secondaria.
Le prove d’esameL’esame prevede il superamento di una o più prove scritte computerizzate, di una eventuale prova pratica anche a carattere laboratoriale e di una prova orale. Non è prevista alcuna prova preselettiva.
Le prove scritte, diverse per ciascuna classe di concorso o ambito disciplinare, hanno una durata di 150 minuti e sono composte da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
Per le classi di concorso di lingua straniera la prova scritta deve essere svolta interamente nella relativa lingua.
La prova pratica anche a carattere laboratoriale verte sugli stessi programmi della classe di concorso a cui si riferisce. La durata, il programma e i contenuti generali sono indicati, per ciascuna classe di concorso, nell’allegato A del D.M. 95 (prove d’esame)
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato le prove scritte. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
Le prove scritte, diverse per ciascuna classe di concorso o ambito disciplinare, hanno una durata di 150 minuti e sono composte da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
Per le classi di concorso di lingua straniera la prova scritta deve essere svolta interamente nella relativa lingua.
La prova pratica anche a carattere laboratoriale verte sugli stessi programmi della classe di concorso a cui si riferisce. La durata, il programma e i contenuti generali sono indicati, per ciascuna classe di concorso, nell’allegato A del D.M. 95 (prove d’esame)
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato le prove scritte. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
IL BANDO PER IL SOSTEGNO
CLICCA QUI PER IL BANDO
I posti messi a bando per il sostegno sono 6.101 così ripartiti sui vari gradi di istruzione: 304 per l’infanzia, 3.799 per la primaria, 975 per la secondaria di I grado e 1.023 per il II grado.
I posti messi a bando per il sostegno sono 6.101 così ripartiti sui vari gradi di istruzione: 304 per l’infanzia, 3.799 per la primaria, 975 per la secondaria di I grado e 1.023 per il II grado.
Chi partecipaGli aspiranti docenti non di ruolo in possesso di abilitazione all’insegnamento e del titolo di specializzazione sul sostegno conseguiti entro la data di scadenza prevista dal bando.
Come partecipareL’aspirante docente deve presentare obbligatoriamente domanda online.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati che, avendone titolo, intendano partecipare anche alle altre procedure concorsuali possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando sul sostegno.
La domanda è disponibile su Istanze Online del sito Miur dalle ore 8:00 del giorno 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo.
Ogni candidato può presentare la domanda in una sola regione.
I candidati che, avendone titolo, intendano partecipare anche alle altre procedure concorsuali possono farlo e presentare la domanda anche in una regione diversa da quella prescelta per il bando sul sostegno.
Le prove d’esameL’esame prevede il superamento di una prova scritta computerizzata e di una prova orale.
Non è prevista alcuna prova preselettiva.
La prova scritta ha una durata di 150 minuti ed è composta da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato la prova scritta. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
Non è prevista alcuna prova preselettiva.
La prova scritta ha una durata di 150 minuti ed è composta da otto quesiti di cui sei a risposta aperta e due, nella lingua straniera scelta dal candidato, a risposta chiusa.
La prova orale ha una durata di 45 minuti e vi accedono i candidati che hanno superato la prova scritta. Si compone di una lezione simulata e di un colloquio con la commissione d’esame.
Come iscriversi al concorso scuola che darà lavoro a 65mila persone, chi lo può fare e quanto costa (prima si paga e poi ci si iscrive)
Dal 29 Febbraio scorso fino al 30 Marzo alle ore 14 sarà possibile iscriversi al concorso scuola per l’assunzione di quasi 65mila persone (scopri qui i dettagli). Non tutti però hanno i requisiti per procedere con l’iscrizione: è infatti obbligatorio possedere un titolo di abilitazione all’insegnamento, che deve essere stato conseguito, in Italia o all’Estero, entro la data di scadenza del termine ultimo per la presentazione della domanda (e cioè appunto il 30 Marzo 2016). Nel caso di titoli di abilitazione conseguiti all’Estero, essi devono rientrare tra quelli inseriti nel decreto del Ministero e considerati quindi equivalenti ai titoli italiani.
Ma anche i diplomati dell’istituto magistrale che hanno conseguito il titolo entro l’anno 2001-02 possono partecipare al concorso, nelle classi di concorso per maestri d’asilo ed elementari (scuola d’infanzia e scuola primaria), secondo quanto recita l’articolo 2, comma 1, del decreto 10 marzo 1997.
Niente da fare invece per tutti i docenti, che da supplenti magari insegnano anche da diversi anni nelle nostre scuole, ma che non sono abilitati. Non potrà partecipare al concorso scuola nemmeno tutto il personale insegnante già in ruolo a tempo indeterminato e le persone che non sono in possesso dei requisiti per l’accesso all’impiego nei ruoli della Pubblica Amministrazione.
Veniamo all’iscrizione al concorso: la procedura è totalmente online, le domande di iscrizione al concorso presentate secondo modalità diverse da quella telematica infatti, non saranno prese in considerazione.Le domande dovranno essere presentate tramite Istanze Online (sezione presente nel sito ufficiale del Miur)dalle ore 8:00 del 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo (registratevi subito). Per i meno esperti con il computer, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha istituito un numero di telefono di assistenza, lo 080.9267603, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. La procedura d’iscrizione è comunque piuttosto semplice, anche se ci vengono segnalati malfunzionamenti o intasamenti sul sito internet.
Ma anche i diplomati dell’istituto magistrale che hanno conseguito il titolo entro l’anno 2001-02 possono partecipare al concorso, nelle classi di concorso per maestri d’asilo ed elementari (scuola d’infanzia e scuola primaria), secondo quanto recita l’articolo 2, comma 1, del decreto 10 marzo 1997.
Niente da fare invece per tutti i docenti, che da supplenti magari insegnano anche da diversi anni nelle nostre scuole, ma che non sono abilitati. Non potrà partecipare al concorso scuola nemmeno tutto il personale insegnante già in ruolo a tempo indeterminato e le persone che non sono in possesso dei requisiti per l’accesso all’impiego nei ruoli della Pubblica Amministrazione.
Veniamo all’iscrizione al concorso: la procedura è totalmente online, le domande di iscrizione al concorso presentate secondo modalità diverse da quella telematica infatti, non saranno prese in considerazione.Le domande dovranno essere presentate tramite Istanze Online (sezione presente nel sito ufficiale del Miur)dalle ore 8:00 del 29 febbraio alle ore 14:00 del 30 marzo (registratevi subito). Per i meno esperti con il computer, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha istituito un numero di telefono di assistenza, lo 080.9267603, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00. La procedura d’iscrizione è comunque piuttosto semplice, anche se ci vengono segnalati malfunzionamenti o intasamenti sul sito internet.
Nella domanda online l’aspirante dovrà compilare le seguenti informazioni:
- regione ed insegnamenti richiesti;
- titoli di accesso (abilitazione e / o abilitazione e specializzazione in caso di sostegno);
- altri titoli valutabili in aggiunta al titolo di accesso;
- titoli di preferenza;
- titoli di riserva;
- eventuali altre dichiarazioni.
Per iscriversi al concorso vanno versate 10 euro per ogni classe di concorso per la quale si vuole partecipare(tassa per i diritti di segreteria).
Quindi tassativamente prima di fare la domanda, va effettuato un versamento alla sezione di tesoreria 348 ROMA SUCCURSALE, IBAN: IT 28S 01000 03245 348 0 13 2410 00, con il modello di causale indicato dal Miur.
Quindi tassativamente prima di fare la domanda, va effettuato un versamento alla sezione di tesoreria 348 ROMA SUCCURSALE, IBAN: IT 28S 01000 03245 348 0 13 2410 00, con il modello di causale indicato dal Miur.
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