Prima il segretario generale della CISL Bonanni ed ora la segretaria provinciale della CISL Scuola cantano vittoria e rivendicano all’azione del loro sindacato il merito del ripristino nella scuola degli scatti di anzianità e della progressione di carriera. Ma le cose stanno veramente così?
Il comma 14 dell’art. 8 della finanziaria ha previsto che il (30%) dei cosiddetti “risparmi di sistema” devono essere comunque destinati al settore scolastico e che la destinazione di quelle risorse è stabilita con successivo decreto interministeriale. “Fermo restando quanto previsto dall’art 9 ( congelamento delle retribuzioni al 2010) le risorse di cui all’art.64 del dl 112 e della L133/2008, sono comunque destinate al settore scolastico. La destinazione delle risorse previste dal presente comma è stabilita con decreto non regolamentare del MIUR,del MEF, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”. In altri termini, questo emendamento, inserito nella manovra verso la fine della discussione/approvazione al Senato, prevedeva (in un modo un po’ criptico) che il 30% dei risparmi ottenuti nella scuola con la Finanziaria del 2008 e che erano stati destinati a premiare il merito (art. 64,..), circa 2 miliardi di euro, sarebbero stati invece destinati genericamente al settore scolastico con modalità da definire in un successivo decreto interministeriale.
In attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti del decreto interministeriale Gelmini-Tremonti dobbiamo ora fare riferimento alla illustrazione fattane dal Ministro Gelmini ai sindacati concertativi il 18 Novembre scorso. Il piano presentato prevede di utilizzare buona parte dei cosiddetti “risparmi di sistema” (circa il 90% delle risorse derivanti dai tagli di organici operati con la finanziaria 2008) per corrispondere gli scatti di anzianità al personale scolastico anche nel prossimo biennio (2011-2013). Si tratta di una prima tranche pari a quasi 360 milioni di euro e di due successive ammontanti a 664 e 957 milioni; quella residua, circa il 10%, andrà al cosiddetto merito attraverso due progetti di sperimentazione: uno sulla valutazione delle scuole a fronte di particolari risultati (Pisa e Siracusa) e uno sul riconoscimento della “professionalità” individuale (Napoli e Torino).
La gran parte dei fondi, inizialmente da destinare solo al merito, servirà a corrispondere nel prossimo biennio gli scatti di anzianità al personale della scuola. Questo parziale risultato non è attribuibile alla CISL o a chi non ha mosso un dito contro la finanziaria e non ha fatto neanche un’ora di sciopero, ma alle mobilitazioni ed agli scioperi di questi mesi, a partire dal blocco degli scrutini.
Ma rimane come un macigno il successivo comma 23 dell’ articolo 9 della finanziaria, tuttora pesantemente incombente sulla carriera del personale scolastico : “Per il personale docente, Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti. È fatto salvo quanto previsto dall'articolo 8, comma 14”. Come osserva Tuttoscuola “con il decreto interministeriale è stato salvato soltanto l’aspetto economico degli scatti di anzianità (sempre che siano corrisposti per intero e non sotto forma di una tantum), ma non il valore giuridico di progressione nella carriera. Si è trattato di un tamponamento di semplice natura economica senza incidenza giuridica, perché sarebbe stato in palese violazione della legge. E la legge che per il personale in servizio annulla l’efficacia dell’anzianità che si matura nel 2010, 2011 e 2012, facendo segnare il passo nella progressione economica, c’è ancora tutta.”.
Resta dunque il furto di tre anni lavorativi ai fini della progressione nella carriera. Alla fine della carriera (tanto per fare un esempio) il personale scolastico che avrà 40 anni utili per la pensione avrà una posizione stipendiale corrispondente solamente a 37 anni. Ed oltretutto sono soldi risparmiati, in una sorta di odioso “cannibalismo”, dall’ immiserimento della scuola tagliando decine di migliaia di posti di lavoro e espellendo migliaia di precari.
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