Archive for giugno 2020
Ai
Dirigenti Scolastici della provincia di Terni
Alle/ai
Docenti e Ata
Alle
RSU d’Istituto
Istituti
Scolastici della provincia di Terni
e, p. c.
Al
Dirigente dell’USR Umbria
Al
Dirigenti A.T.S. TR
Gentili Dirigenti,
si è avuta notizia che in talune delle Istituzioni Scolastiche della provicia
di Terni, da Voi dirette, siano state fornite comunicazioni, formali ed
informali, inesatte e/o illegittime in relazione alla fruizione delle FERIE da
parte del personale Docente e delle FERIE e RECUPERI da parte del personale
Ata.
Infatti, sono state emesse disposizioni interne con le quali sarebbe
stato previsto che il personale Docente ed Ata NON possa richiedere le FERIE,
in vari periodi, tra il 1° luglio ed il 31 agosto 2020.
Alcune di queste disposizioni prevedono che non si possano richiedere
le ferie oltre il 19 agosto 2020, altre chiedono di presentare le domande di
ferie non oltre il 24 agosto 2020 e addirittura, in alcuni casi si intima di
escludere dal calcolo delle ferie la prima settimana di luglio
e l’ultima settimana di agosto 2020.
Le motivazioni di tali richieste sono varie (e ovviamente prive di
alcun supporto normativo) ed appaiono assolutamente generiche, ipotetiche ed
apodittiche poiché si parla, ad esempio, di “eventuali
esigenze di servizio”, di “attività
di predisposizione dell’anno scolastico” e “preparazione delle attività per l’inizio
dell’anno scolastico”, non meglio precisate.
Si ricorda, a tale riguardo, che le FERIE del personale Docente ed Ata
sono regolamentate dall’art. 13 (per il personale a tempo indeterminato e
supplenti annuali) e dall’art. 19 (per il personale a tempo determinato), del
CCNL Scuola 2006/2009, ancora in vigore.
La durata delle FERIE è di 32 giorni con più di tre anni di servizio,
di 30 giorni per il personale neoassunto ed è proporzionale al servizio per il
personale a tempo determinato.
Tutti i dipendenti hanno, altresì, diritto a 4 giornate di riposo che
si aggiungono ai giorni di ferie (art.14 del CCNL 2006-2009) da fruire
obbligatoriamente entro il 31 agosto.
Le ferie vanno fruite da personale Docente nel periodo di sospensione
delle attività didattiche (dal 1° luglio al 31 di agosto) mentre il
personale Ata ha diritto a fruire delle ferie, compatibilmente con le esigenze
di servizio, anche in maniera frazionata.
Va comunque assicurata al personale Ata la fruizione di almeno 15
giorni consecutivi nei mesi di luglio e agosto e nel rispetto dei turni
prestabiliti nell’ambito del piano delle attività
predisposto all’inizio dell’anno, ai sensi degli artt. 51 e 53 del
CCNL Scuola 2006-2009.
Ciò premesso si segnala che non è stata approvata alcuna norma che limiti
il DIRITTO alla fruizione delle FERIE da parte del personale della scuola,
neanche in relazione all’attuale situazione di emergenza
epidemiologica, e quindi la normativa vigente è il citato CCNL Scuola.
Il personale Docente potrà, quindi,
richiedere il proprio periodo di ferie indifferentemente, ed a propria
discrezione, tra il 1° luglio ed il 31 agosto 2020 senza che le dirigenze
scolastiche possano ridurre o comprimere tale diritto, sulla base di proprie
errate considerazioni, ipotizzando inesistenti attività che dovrebbero essere
svolte prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.
Si invita, a tale riguardo, il personale Docente a richiedere le ferie
nel periodo a loro più funzionale e, quindi, anche fino al 31 agosto 2020.
Si ricorda, a tale riguardo, che le norme vigenti, e la costante
giurisprudenza, prevedono che il personale Docente possa essere chiamato in
servizio nei periodi di sospensione delle attività didattiche solo ed
esclusivamente nel caso in cui siano previste attività funzionali all’insegnamento
deliberate dal Collegio dei Docenti nel Piano Annuale delle Attività
Didattiche.
Il personale Ata potrà richiedere le
ferie anche nell’intero periodo tra il 1° luglio ed il 31 agosto 2020
sulla base di criteri di turnazione tra le diverse unità di personale
eventualmente previsti nel Piano delle Attività.
Al di fuori di tali turnazioni le richieste di ferie non potranno
essere rifiutate dalla dirigenza scolastica se non a fronte di indifferibili
esigenze di servizio che dovranno essere adeguatamente e chiaramente
motivate e che non potranno prevedere impegni non previsti dal profilo di
appartenenza anche in relazione ad attività
legate all’emergenza sanitaria, come le sanificazioni degli ambienti,
che non sono di competenza del personale Collaboratore Scolastico.
Di tali eventuali motivate variazioni o modifiche dei periodi di ferie
dovrà, ovviamente, essere fornita preventiva comunicazione alle Rappresentanze
Sindacali.
Viene segnalato, altresì, che in diversi Istituti Scolastici,
prevalentemente e surrettiziamente in maniera informale e per vie brevi, si
stia richiedendo al personale ATA, di recuperare giornate di lavoro non
prestate dopo il 5 marzo 2020, nel periodo di emergenza epidemiologica, con
giornate di recupero compensativo delle attività aggiuntive prestate nel
corso dell’anno scolastico.
In mancanza di domanda di recupero da parte del personale (al quale si
chiede incredibilmente di presentare richiesta in tal senso), viene spesso
comunicato, sempre prevalentemente in maniera informale, che si procederà
d’ufficio.
Si ricorda che niente di tutto ciò può essere richiesto o imposto al
personale Ata.
Infatti, il CCNL Scuola 2006/2009 prevede, all’articolo 54,
commi 3, 4, 5 e 6, quanto segue:
3) In quanto autorizzate, le prestazioni eccedenti
l’orario di servizio sono retribuite.
4) Se il dipendente, per esigenze di servizio e previe
disposizioni impartite, presta attività oltre l’orario ordinario giornaliero,
può richiedere, in luogo della retribuzione, il recupero di tali ore anche in
forma di corrispondenti ore e/o giorni di riposo compensativo, compatibilmente
con le esigenze organizzative dell’istituzione scolastica o educativa. Le
giornate di riposo a tale titolo maturate potranno essere cumulate e usufruite
nei periodi estivi o di sospensione delle attività didattiche, sempre con
prioritario riguardo alla funzionalità e alla operatività dell’istituzione
scolastica.
5) Le predette giornate di riposo non possono essere
cumulate oltre l’anno scolastico di riferimento, e devono essere usufruite
entro e non oltre i tre mesi successivi all’anno scolastico nel quale si sono
maturate, sempre compatibilmente con le esigenze di funzionalità
dell’istituzione scolastica. In mancanza di recupero delle predette ore, per
motivate esigenze di servizio o comprovati impedimenti del dipendente, le
stesse devono comunque essere retribuite.
6) L’istituzione scolastica fornirà mensilmente a
ciascun dipendente un quadro riepilogativo del proprio profilo orario,
contenente gli eventuali ritardi da recuperare o gli eventuali crediti orari
acquisiti.
Da quanto previsto dalla vigente normativa pattizia appare chiaro
che nell’eventualità in cui per le attività aggiuntive prestate le/i
lavoratrici/tori chiedano in luogo del pagamento di fruire di giornate di
riposo compensativo le stesse potranno essere fruite entro il 31 agosto 2020 o,
nel caso in cui vi fossero motivate esigenze di servizio che non lo
consentissero, entro i primi tre mesi del successivo anno scolastico o in
ultima analisi dovranno essere retribuite.
Non è in alcun modo previsto che le giornate di recupero compensativo
possano essere utilizzate per le giornate di lavoro non prestate in relazione
all’emergenza epidemiologica Covid 19 poiché le stesse (come segnalato anche
dal Ministero dell’Istruzione), rientrano nei casi in cui viene
applicato l’art. 1256 del Codice Civile con il
quale l’obbligazione del lavoratore viene ritenuta assolta ed i
periodi di “forzata” sospensione dal lavoro “saranno
ritenuti validi a tutti gli effetti di legge”.
In nessun caso, quindi, il recupero delle attività aggiuntive prestate
può essere decurtato in modo unilaterale da parte dell’Istituzione Scolastica
di servizio.
Come già accennato abbiamo avuto notizia, invece, di alcune Istituzioni
Scolastiche nelle quali si richiede ai lavoratori di imputare le giornate di
recupero in giorni nei quali non hanno potuto prestare la propria attività
lavorativa a causa delle restrizioni governative Covid19.
Tali richieste sono prive di alcun fondamento ed illegittime.
Ciò premesso e considerato la
scrivente Organizzazione Sindacale COBAS Scuola propone formale DIFFIDA e
chiede ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche coinvolte che si
astengano dal richiedere o imporre al personale Docente di escludere dai
periodi di ferie giornate ricomprese tra il 1° luglio ed il 31 agosto 2020.
Parimenti si chiede che nello stesso periodo nell’eventualità in cui
debbano essere escluse alcune giornate di ferie per il personale Ata le
disposizioni vengano emesse con atti formali e debitamente motivati.
Infine, si chiede che non si tenti di imporre (oltretutto in maniera
informale e senza assunzione di alcuna responsabilità), al personale Ata di
recuperare giorni di mancata prestazione del servizio, per l’emergenza
epidemiologica, con giornate di riposi compensativi per attività aggiuntive
precedentemente prestate poiché tale richiesta, come ampiamente argomentato, è
chiaramente illegittima.
In difetto la scrivente Organizzazione Sindacale COBAS Scuola, al fine
di tutelare i propri aderenti, si riserva di agire nelle sedi opportune.
Si chiede di affiggere tale comunicazione nelle bacheche sindacali
delle scuole e pubblicarla in quelle online.
Si coglie
l’occasione per porgere cordiali saluti.
Terni, 26
giugno 2020
per i COBAS Scuola
Franco Coppoli
NOTA SU ATA - FERIE, PERMESSI LAVORO AGILE
sabato 20 giugno 2020
Alla
Direzione Generale dell’U.S.R UMBRIA
Al
Dirigente dell’ AT di Terni
Ai Dirigenti scolastici
Alle RSUe al personale docente e ATA
delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado
della Provincia di Terni
LORO SEDI
Oggetto: ferie e recuperi personale
Ata; modalità di lavoro agile
In base a
notizie pervenute, in alcune Istituzioni Scolastiche della Provincia di Terni il
Dirigente scolastico e/o il DSGA starebbe autorizzando o obbligando il
personale ATA a presentare richiesta di ferie o di recuperi compensativi per il
periodo di sospensione delle attività didattiche e di riduzione delle prestazioni
lavorative. Nei casi più gravi, tale collocazione risulterebbe addirittura
imposta d’ufficio, con conseguente riduzione delle ferie e dei riposi
compensativi residui.
Si richiamano, a tal proposito, alcuni passi significativi
della Nota MIUR prot. n. 323 del 10 marzo 2020, con oggetto “Personale ATA.
Istruzioni operative”, che segue la Nota Miur prot. n. 279 del MIUR dell’8 marzo 2020.
“I
DPCM, attuativi del DL n. 6/2020, perseguono l’obiettivo di limitare allo
stretto necessario lo spostamento delle persone al fine di contenere la
diffusione dell’epidemia Covid-19. Per cui ogni accortezza che si indirizzi in
questa direzione non solo è lecita e legittima, ma è anzi doverosa. (..) Solo dopo che il Dirigente scolastico abbia
verificato che periodi
di ferie non goduti da consumarsi entro il mese di aprile possano
sopperire alla mancata prestazione lavorativa, può farsi ricorso alla
fattispecie della obbligazione divenuta temporaneamente impossibile (art. 1256,
c. 2, c.c.). La norma di cui all’art. 1256, c. 2, c.c.
entra in rilievo in tutti i casi in cui la prestazione lavorativa non sia
possibile in modalità di lavoro agile, sempre che sia garantito il livello
essenziale del servizio”
·
Per cui, la nota prot. n. 323 del 10 marzo 2020, non superata
dal contesto normativo vigente, chiarisce
definitivamente che, in via prioritaria, il personale che ha usufruito (o
usufruirà) della riduzione della prestazione lavorativa, poteva
utilizzare solo il periodo di ferie pregresse (cioè maturate negli anni
scolastici precedenti al 2019 20) non godute, ma che avrebbe dovuto godere
entro il 30 Aprile 2020. Lo stesso principio si può applicare ai riposi
compensativi pregressi, che peraltro in base all’art. 54 c. 5 del CCNL 2006-9
possono essere fruiti entro tre mesi dell’anno scolastico successivo.
·
Negli altri casi, il personale ATA, che non ha espletato il
proprio ordinario servizio, stante l’eccezionalità della situazione ai sensi
dell'art. 1256, c. 2, del
codice civile (impossibilità della prestazione per una causa di forza maggiore
non imputabile al debitore), non dovrà recuperare in alcun modo l’orario
di servizio non prestato e non dovrà usare, in un modo o nell’altro, le ferie o
i recuperi compensativi, maturati nell’anno in corso.
- L’
art. 87 punto 3 del DL n. 18/2020 prevede: “qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile, anche nella
forma semplificata di cui al c. 1, lett. b), le amministrazioni utilizzano
gli strumenti delle ferie pregresse, del congedo, della banca ore, della
rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della
contrattazione collettiva”. Quindi, non è previsto alcun atto
impositivo d'ufficio nella collocazione delle ferie e/o riposi compensativi.
- Inoltre, l'art.
13 c. 8 del CCNL 2006 – 9 prevede che “Le ferie sono un diritto
irrinunciabile [...] devono
essere richieste dal personale docente e ATA al dirigente
scolastico.”. Il c. 11
dello stesso articolo stabilisce che “La fruizione delle ferie dovrà
comunque essere effettuata nel rispetto dei turni prestabiliti,
assicurando al dipendente il godimento di almeno 15 giorni lavorativi
continuativi di riposo nel periodo 1 luglio-31 agosto.”
·
Per cui è assolutamente illegittimo imporre,
in un modo o nell’altro, al personale Ata di usufruire delle ferie o dei riposi
compensativi maturati nell’anno in corso e, di conseguenza, decurtare le ferie
e i riposi compensativi residui.
·
Gli stessi principi vanno seguiti per il
personale Ata con contratto a tempo determinato: laddove, come nella maggior
parte dei casi, non abbia maturato ferie pregresse va applicato l’art. 1256 c.
2 c.c., quindi senza obbligo di recupero e men che mai di uso delle ferie o dei
permessi compensativi maturati in questo anno scolastico. Inoltre, solo i giorni che non è stato possibile
fruire per motivate esigenze di servizio sono retribuiti, ma nella dichiarazione congiunta n. 1
del CCNL 2016 18 si afferma che: “le
parti si danno reciprocamente atto che, in base alle circolari applicative di
quanto stabilito dall’art. 5, c.8, del D.L. 95 convertito nella legge 135 del
2012, all’atto della cessazione del servizio le
ferie non fruite sono monetizzabili solo nei casi in cui l’impossibilità di
fruire delle ferie non è imputabile o riconducibile al dipendente” : come è evidente non è nella responsabilità
del lavoratore l'impossibilità di usufruire delle ferie a causa dell'emergenza
coronavirus.
- Infine, l’art. 54 del CCNL 2006 – 09
prevede ai comma 3, 4 e 5 : “in quanto autorizzate, le prestazioni
eccedenti l’orario di servizio sono retribuite. Se il dipendente, per esigenze di
servizio e previe disposizioni impartite, presta attività oltre l’orario
ordinario giornaliero, può richiedere, in luogo della retribuzione,
il recupero di tali ore anche in forma di corrispondenti ore e/o giorni di
riposo compensativo, compatibilmente con le esigenze organizzative
dell’istituzione scolastica o educativa. Le giornate di riposo a tale
titolo maturate potranno essere cumulate e usufruite nei periodi estivi o
di sospensione delle attività didattiche, sempre con prioritario riguardo
alla funzionalità e alla operatività dell’istituzione scolastica. Le predette giornate di riposo non
possono essere cumulate oltre l’anno scolastico di riferimento, e devono
essere usufruite entro e non oltre i tre mesi successivi all’anno
scolastico nel quale si sono maturate, sempre compatibilmente con le
esigenze di funzionalità dell’istituzione scolastica. In mancanza di
recupero delle predette ore, per motivate esigenze di servizio o
comprovati impedimenti del dipendente, le stesse devono comunque essere
retribuite”.
Si ricorda anche che i DPCM
prevedono che la normativa sullo svolgimento in presenza delle sole attività
indifferibili (come per esempio le prestazioni del personale Ata collegate agli
Esami di Stati e, in parte, agli scrutini) e, in generale, sul lavoro agile si
applica fino al 31 luglio 2020. Per cui, i turni da svolgere in presenza vanno
comunque comunicati tramite circolare al personale e opportunamente motivati,
con riferimento all’indifferibilità delle prestazioni.
Si invitano, pertanto, i
Dirigenti scolastici, che non l’avessero già fatto, ad attenersi
scrupolosamente alla normativa vigente. In caso contrario, la scrivente O.S. si
riserva di valutare l’opportunità di tutelare in sede giurisdizionale i diritti
dei lavoratori.
Terni 20/06/2020
Per i COBAS – Comitati di base della scuola
Franco Coppoli
Documento docenti Liceo Vittorio Emanuele-Garibaldi di Napoli
pubblichiamo il documento del Liceo Vittorio Emanuele-Garibaldi di Napoli che condividiamo e invitiamo a prendere come modello per proporlo nei collegi docenti...
al Ministro
(...)
In riferimento alle criticità
emerse nel Collegio dei Docenti, riunitosi in modalità telematica il 12 giugno
2020, i sottoscritti docenti del Liceo Classico Statale “Vittorio Emanuele
II-Garibaldi” di Napoli,
RITENGONO
che ogni forma di didattica, adottata in tempo
di sospensione della didattica in presenza, debba essere considerata una misura
strettamente emergenziale. Dall’analisi degli aspetti negativi emerge che la
Didattica a distanza, attuata nel periodo marzo-giugno 2020:
1) non rappresenta, né sostituisce in alcun
modo, il rapporto educativo in presenza;
2) è discriminatoria e
penalizzante, sia per ragioni socio-economiche, in assenza di ambienti idonei e
di adeguata strumentazione, sia perché non inclusiva dei soggetti più deboli e
isolati;
3) emargina in particolar modo le
discipline a carattere strettamente sperimentale, sia scientifiche, sia
tecniche e professionalizzanti, che richiedono una didattica meramente
laboratoriale;
4) non permette la libera e
complessa relazione educativa nel processo di insegnamento-apprendimento,
risultando più adatta ad un “insegnamento” di tipo trasmissivo - mai come in
questo caso in modalità esclusivamente “frontale” passivo e standardizzato -
limitando fortemente le opportunità di sviluppo del pensiero critico;
5) non consente di verificare
l’autenticità delle risposte nelle prove di verifica, limitandone gravemente la
funzione formativa;
6) consente alle piattaforme
digitali private (in assenza di un’unica piattaforma validata dal Ministero
dell’Istruzione) di profilare a scopo di profitto privato intere comunità
scolastiche.
Considerato tutto ciò , i Docenti
del Liceo Classico Statale “Vittorio Emanuele IIGaribaldi” di Napoli
CHIEDONO
-che a settembre la scuola riapra
in sicurezza e in presenza, escludendo qualsiasi forma ibrida di attività
scolastica (come prevedere metà classe in presenza e metà a distanza);
-investimenti significativi per
garantire interventi urgenti per modifiche, anche provvisorie, alla struttura
interna degli edifici scolastici, con reperimento di ulteriori spazi, con
l'impiego immediato di ogni edificio idoneo e disponibile ad accogliere le
classi in condizioni di sicurezza;
-che eventuali problemi di
sicurezza siano affrontati anzitutto tramite una riduzione netta del numero di
alunne e di alunni per classe, con un investimento straordinario e dovuto, dopo
anni di tagli alla scuola. È pertanto necessaria una revisione dei criteri di
formazione delle classi (DPR 81/2009 “Riforma Gelmini”), con una drastica
riduzione del numero delle alunne e degli alunni, in ottemperanza alle norme di
distanziamento previste dal decreto sulla sicurezza;
-che non vi sia aggravio di
lavoro a carico dei docenti, come annunciato dalla Ministra Azzolina, mediante
una rimodulazione dell'orario scolastico che prevedrebbe unità didattiche da 40
o 50 minuti, con conseguente recupero da parte delle lavoratrici e dei
lavoratori. E’, pertanto necessario, l’aumento degli organici attraverso
l’assunzione dei docenti e del personale ATA necessario, cominciando a
stabilizzare le decine di migliaia di personale, che hanno consentito il
funzionamento della scuola in questi anni;
-che l'utilizzo di tutte le
risorse interne ed esterne alla scuola (ore di potenziamento, risorse legate al
FIS, PON, finanziamenti di enti pubblici e soggetti privati) sia
prioritariamente finalizzato, nell'arco dell'a.s. 2020/2021, a garantire il
regolare svolgimento delle attività in presenza secondo i criteri di sicurezza.
A TERNI LA SCUOLA IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA 6 GIUGNO ORE 17 NON C’È SICUREZZA SENZA RISORSE
domenica 7 giugno 2020
LA SCUOLA IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA
6 GIUGNO ORE
17
NON C’È SICUREZZA
SENZA RISORSE
|
Vogliamo riaprire le
scuole alla didattica in presenza, alla vita sociale e affettiva di
bambin* e ragazz* che in questi mesi sono stati abbandonat* a se stess*, tutelando
la salute di tutta la comunità scolastica.
Un piano straordinario per la
scuola è urgente, necessario e giusto.
Come è possibile che lo Stato
destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola
solamente 1 miliardo e mezzo per due anni?
Gli stanziamenti sono del tutto
insufficienti e laddove sarebbe necessario investire in spazi adeguati,
incremento massiccio dell'organico e misure di prevenzione ci si preoccupa di
“device” e connettività.
Per questo le misure presentate in questi giorni non offrono alcuna certezza sui
modi della riapertura a settembre.
E' verosimile immaginare che,
senza gli interventi urgenti appena menzionati, al primo allarme bambin*,
adolescenti e insegnanti saranno di nuovo rispediti a casa.
In questi ultimi giorni
inoltre:
·
è scomparso ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie;
·
vengono proposte riduzioni del tempo scuola;
·
si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all'arbitrarietà
dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di
didattica a distanza già dalla scuola media! E nonostante il disastro didattico e relazionale che abbiamo vissuto in
questi mesi!
Di fronte a un probabile
naufragio si spinge sul “si salvi chi può”, si rinuncia così all'idea di un
diritto garantito a tutti allo stesso modo.
E ancora:
·
si propone l’esternalizzazione
della scuola mediante ricorso a cooperative o volontariato;
·
si ripropongono le classi-pollaio, utilizzando il “divisore
27” della Gelmini;
·
è stata bloccata la stabilizzazione dei/delle docenti precari/ie che da anni
lavorano nelle scuole, con il risultato di avere in previsione oltre 200.000
precari in servizio a settembre.
Tutto ciò è pericoloso non solo per la ripresa a
settembre, ma anche (e soprattutto) per il futuro della scuola.
Questi disordinati brandelli di
un'ipotetica soluzione prefigurano in realtà una pericolosa destrutturazione
della scuola pubblica che non ha precedenti.
Pochissimi, tra i fondi ingenti
che si stanno stanziando per uscire dall'emergenza creata dal Covid 19, sono
destinati all'istruzione e all'educazione.
Di fronte a questo scenario
ribadiamo: Priorità alla scuola!
L’ISTRUZIONE E LA SICUREZZA SONO DIRITTI: GENITORI, STUDENT*,
INSEGNANTI, PERSONALE ATA, EDUCATRICI ED EDUCATORI DI NUOVO INSIEME, DI NUOVO
IN PIAZZA.
COBAS-CESP Centro Studi per la
scuola pubblica
|
APPELLO PER LA SCUOLA SOLO IN PRESENZA A SETTEMBRE
sabato 6 giugno 2020
AL MIUR-MINISTERO DELL’ISTRUZIONE
ALL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
DELL’UMBRIA
ALL’UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE
DI TERNI
AI DIRIGENTI SCOLASTICI DELLA
PROVINCIA DI TERNI
ALLA GIUNTA E AL CONSIGLIO REGIONALE
DELLA REGIONE UMBRIA
AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI
TERNI
AI SINDACI DEI COMUNI DELLA
PROVINCIA DI TERNI
APPELLO PER LA SCUOLA SOLO IN PRESENZA A SETTEMBRE
Gentilissimi,
inoltriamo
questo appello a seguito del presidio indetto, SABATO 6 giugno, alle ore
17,00 in piazza Repubblica a Terni, sottoscritto nei giorni scorsi da
insegnanti, studenti, genitori, comitati, associazioni e soggetti sindacali e
politici.
Alla luce della grande attenzione
mediatica ottenuta dalla giornata di mobilitazione nazionale dello scorso 23
maggio con manifestazioni in oltre venti città italiane per porre al centro del
dibattito pubblico la scuola e chiedere con un'unica voce la riapertura in
sicurezza delle scuole a settembre, proseguiamo la nostra campagna per
sollecitare l’intervento di tutte le istituzioni per avere una risposta alle
nostre richieste e chiudere l’esperienza della didattica a distanza con la
fine di questo anno scolastico. Per questo sono necessari:
- la riduzione del numero di alunni per
classe: non sono più accettabili classi affollate, oltre che per motivi
didattici per ovvi motivi sanitari; invece, gli Uffici Scolastici Regionali
stanno tagliando classi e organici, come diretta conseguenza dei vecchi criteri
di formazione delle classi e della mancanza di alunni “ripetenti” per effetto del DL e delle OM di gestione
dell’emergenza;
- l'assunzione con concorsi per titoli e
servizi e senza quiz di insegnanti con 36 mesi di servizio e personale ATA con
24 mesi di servizio, anche alla luce delle quasi 200.000 cattedre che a
settembre risulteranno vacanti in tutto il Paese e della necessità di ridurre e
non aumentare, come già detto, il rapporto alunni/insegnanti;
- un piano di investimenti per potenziare
gli organici e per l’edilizia scolastica: è assolutamente necessario da
parte del Governo incrementare la spesa pubblica in questa direzione, anche
alla luce dei recenti sviluppi politici europei con l’ormai prossima adozione
di strumenti finanziari straordinari come il Recovery Fund e gli Eurobond che
forniranno all’Italia oltre 170 miliardi di euro, di cui circa 90 sotto forma
di prestiti a tassi bassissimi e oltre 80 a fondo perduto; invece, il Governo
ha stanziato per la scuola la cifra irrisoria e inadeguata di 1,5 miliardi di
euro, prevalentemente destinati ancora
alle attrezzature digitali e alla DAD.
- l’individuazione di ulteriori spazi
pubblici, in funzione o dismessi, per garantire la didattica in presenza di
tutte le classi di tutte le scuole, evitando di costringere i Dirigenti
Scolastici ad avallare le classi miste o l’alternanza lezioni in
presenza/didattica a distanza (in primo luogo viene da pensare ai cinema, ai
teatri, alle biblioteche e ai centri culturali e ricreativi)
Si può firmare online su http://chng.it/dwwrywSRKb
IL PERSONALE ATA CONSIDERATO UNA CATEGORIA DI SERIE B
IL PERSONALE ATA CONSIDERATO
UNA CATEGORIA DI SERIE B
|
Il personale ATA in questi mesi di
emergenza COVID, ha continuato a svolgere le prestazioni lavorative assicurando
ugualmente i servizi essenziali. Il personale amministrativo ha lavorato in
modalità agile cioè da casa, mentre i collaboratori scolastici hanno aperto le scuole a turno ogni qual
volta gli veniva chiesto, anche quando non si poteva uscire di casa. Ancora
una volta il Personale ATA è considerato all’interno della scuola un sovrappiù,
una categoria di serie B.
Basta leggere il Protocollo, firmato
col Ministero da CGIL – CISL – UIL – SNALS – GILDA, per l’esame di “maturità”
in presenza. Mentre sono rinviati a un ulteriore “documento dedicato” gli
approfondimenti relativi all’apertura a settembre di tutte le scuole, questo
Protocollo obbliga i collaboratori scolastici a fare una pulizia a fondo in 15
giorni, usando il solito detergente neutro per la pulizia normale, cioè senza
tener conto che da 3 mesi c’è una pandemia che ha fatto più di 30.000 morti e
che igienizzare non è sanificare!
I collaboratori scolastici avranno
l’incarico e la responsabilità della igienizzazione giornaliera. Il Documento
tecnico sulla rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico per
lo svolgimento dell’esame prevede “una pulizia approfondita, ad opera dei
collaboratori scolastici, dei locali destinati all’effettuazione dell’esame di
stato, ivi compresi androne, corridoi, bagni, uffici di segreteria e ogni altro
ambiente che si prevede di utilizzare”. Poi precisa che “nella pulizia
approfondita si dovrà porre particolare attenzione alle superfici più toccate
quali maniglie e barre delle porte, delle finestre, sedie e braccioli, tavoli/banchi/cattedre,
interruttori della luce, corrimano, rubinetti dell’acqua, pulsanti
dell’ascensore, distributori automatici di cibi e bevande, ecc.” nonché “delle
superfici e degli arredi/materiali scolastici utilizzati nell’espletamento
della prova“ e che “Le pulizie vanno ripetute al termine di ogni sessione di
esame (mattutina/pomeridiana)”. L’aggravio di lavoro dovrà essere quantificato
nella trattativa tra D.S. e R.S.U. con la presenza dell’R.L.S. Aggravio anche
per gli Assistenti Amministrativi, che devono connettersi con il sistema
informatico per le pagelle e gli adempimenti conseguenti, da casa loro a loro
spese, e per gli Assistenti Tecnici che – pochi in ogni istituto – devono
seguire da scuola o da casa propria il funzionamento di tutto il lavoro agile
per l’amministrazione della scuola e sul piano tecnico della DaD.
A settembre per la riapertura della
scuola in SICUREZZA ai collaboratori
scolastici spetta un ruolo ancora più gravoso: igienizzare giornalmente in
modo approfondito tutti i locali utilizzati. distanziare i banchi, misurare la
temperatura (cosa che spetterebbe a personale qualificato), lavoro in più è
previsto anche per gli assistenti
amministrativi. Per assolvere a questi compiti è indispensabile il materiale di
protezione idoneo, che questo sovraccarico di lavoro venga riconosciuto economicamente con fondi appositi e che
soprattutto vi sia per i collaboratori scolastici sia per gli assistenti
amministrativi l’adeguamento dell’organico. che
attualmente è insufficiente anche le “normali”
attività e l’immissione in ruolo dei precari ATA su tutti i posti vacanti e
disponibili.
NO FERIE
D’UFFICO PER L’A.S. 2019/2020 E NESSUN DANNO ALL’ERARIO
I D.S. verificano che ci siano eventuali periodi di
ferie non godute da consumarsi entro il mese di aprile (come previsto dal
CCNL, art. 13, comma 10) che possano sopperire alla mancata prestazione
lavorativa. Il personale
A.T.A. può fruire delle ferie non godute di norma non oltre il mese di aprile
dell’anno successivo, sentito il parere del DSGA (non si parla di ferie
d’ufficio, ma di ferie di cui usufruire nei termini di contratto). La nota dispone infatti che qualora non si
possa fare ricorso alle ferie dell’anno scolastico precedente può farsi
ricorso alla fattispecie della obbligazione divenuta temporaneamente
impossibile (art. 1256, c. 2, c.c.). L’art. 1256: dispone che “L’obbligazione
si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione
diventa impossibile”. e al comma 2 precisa: “Se l’impossibilità è
solo temporanea, il debitore finché essa perdura, non è responsabile
del ritardo nell’adempimento”.
ATA : BASTA CON I SOLITI ABUSI
MAGGIORE
RICONOSCIMENTO DEL NOSTRO RUOLO, INCREMENTO DEGLI ORGANICI E IMMISSIONE IN RUOLO DEI PRECARI ATA SU TUTI
I POSTI VACANTI E DISPONIBII
PRECARIATO: I SOLITI ABUSI
PRECARIATO:
I SOLITI ABUSI
|
I numerosi tagli alla scuola di quest’ultimi anni, la mancanza di indizione di
concorsi pubblici e il fabbisogno crescente di docenti hanno generato
un numero
enorme di precari.
Si tratta di personale che da anni contribuisce, con impegno e competenza, a tenere
in piedi il sistema di istruzione nazionale. Per il prossimo anno scolastico si
prevede un record di incarichi a tempo determinato che andranno oltre le
200.000
unità. A settembre infatti, per il tanto auspicato rientro in classe, dovranno
essere garantite le condizioni di distanziamento degli alunni negli spazi
scolastici e ciò non farà altro che aumentare ulteriormente la richiesta di
supplenti.
Come se non bastasse, la situazione è
resa ancora più complicata dalle decisioni prese da parte del
Ministero di rinviare “al prossimo anno” le assunzioni dal concorso
straordinario, dal
quale sono stati oltretutto lasciati fuori i docenti con servizio esclusivo su
sostegno. Il
concorso straordinario è stato rimandato a data da destinarsi, la prova è stata modificata in corso
d’opera: tutto ciò non farà altro che allungare ulteriormente i tempi, ritardando di fatto
le immissioni in ruolo.
Viene il sospetto che non ci sia la volontà reale di
assumere, ma esclusivamente di ridurre i costi, poiché ancora una volta molti docenti vedranno
allontanarsi la prospettiva della trasformazione del loro contratto da tempo
determinato a tempo indeterminato, nonostante garantiscano, ormai da numerosi
anni, il regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche.
In risposta alle chiacchiere
propagandistiche della Ministra, si sottolinea ancora una volta che le scuole a settembre saranno
in grave carenza di organico, che questo sistema non garantisce la continuità
didattica e non tutela i nostri studenti e le loro famiglie. Per evitare ciò sarebbe stato
sufficiente indire un
concorso per titoli e servizi: la domanda si sarebbe potuta presentare per via telematica, si stilava
una graduatoria e ad agosto ci sarebbero stati tutti gli elementi certi per poter procedere
all'assunzione, per una ripartenza a settembre maggiormente serena e stabile
per docenti, ATA, genitori e studenti.
Pertanto ribadiamo a gran voce che
tutti i precari, a partire da quelli “storici”, hanno il diritto all’assunzione
attraverso un canale parallelo per l'immissione in ruolo.
In cooperazione con le precarie e i
precari della scuola supportiamo e supporteremo ogni forma di mobilitazione e
di protesta volta a tutelare il loro diritto alla stabilizzazione.
BASTA CON LO
SFRUTTAMENTO DEI PRECARI
IMMISSIONE IN RUOLO DEI
PRECARI
SU TUTTI I POSTI VACANTI E
DISPONIBILI
SOLO IN PRESENZA C’E’ SCUOLA. La DAD E':
SOLO IN PRESENZA C’E’ SCUOLA.
La DAD E': |
● azzeramento del ruolo
della scuola nel limitare le differenze in ambito scolastico e sociale tra
chi vive in un contesto socio economico più elevato e chi invece vive in
contesti più poveri culturalmente e/o disagiati;
● isolamento
degli studenti e delle studentesse di tutte le età, in particolar modo dei
soggetti più fragili con situazioni familiari complicate;
● mancanza
di condivisione, non soltanto con la classe ma con tutta la comunità educante
che si crea intorno alla scuola (tragitto casa scuola in bus, contatto con
docenti e personale ATA, ecc.);
● assenza
dell’aspetto emotivo relazionale, fondamentale nelle dinamiche di
insegnamento-apprendimento, che si può realizzare pienamente soltanto in
presenza;
● un
elevato rischio di dispersione scolastica, soprattutto per gli alunni che
hanno situazioni particolari (scuole carcerarie, alunni rom, alunni che vivono
in zone rurali, alunni con contesti familiari difficili);
● esposizione
eccessiva ai dispositivi digitali, dannosa per tutta la comunità scolastica
e in particolar modo per lo sviluppo cognitivo degli studenti e le studentesse
(riduzione drastica dell’utilizzo della scrittura manuale per gli studenti,
come dimostrato da molti studi, rischia di condizionare il legame tra manualità
e capacità di ragionamento);
● rischio
di una minor condivisione delle decisioni e del rafforzamento del ruolo dei
dirigenti scolastici, non solo per la mancanza di vere e proprie discussioni
collegiali, ma anche per tutto quello scambio di idee che avviene nella
quotidianità in presenza;
● massiccio
ingresso di piattaforme private nella scuola pubblica, alle quali stiamo
regalando quotidianamente dati personali di minori che saranno utilizzati a
scopi commerciali.
ESAMI DI STATO. COSA CHIEDERE :
● SICUREZZA per il PERSONALE ATA che MISURA la TEMPERATURA,
che PULISCE/SANIFICA.
Il personale addetto alle pulizie deve essere fornito dalla
scuola di appositi DPI e detergenti a norma.
E' corretto che sia il personale ATA a misurare la
temperatura all'ingresso? Il personale ATA non sempre è formato per il
rilevamento della temperatura (utilizzo del dispositivo) e per il trattamento
dei dati sanitari; bisogna chiedere che siano operatori sanitari, già formati,
a fare il rilevamento.
● PARTECIPAZIONE DEI/DELLE DOCENTI DI SOSTEGNO.
I/Le docenti di sostegno hanno DIRITTO a partecipare
all'esame di stato, perché è diritto degli alunni avere il supporto di cui
necessitano. Il personale deve essere fornito di appositi DPI per far fronte a
eventuali situazioni di rischio.
● AGGIORNAMENTO DEL DVR PER GLI ESAMI SI STATO.
L'RLS, e su richiesta la RSU, devono essere coinvolti
nell'elaborazione del DVR aggiornato per gli esami di stato, con tutte le
misure specifiche previste. Il documento deve essere pubblicato e diffuso al
personale, studenti e famiglie.
STOP ALLE
SPESE MILITARI
FONDI PER SANITA’ E ISTRUZIONE
D.lsg CURA ITALIA del 17
marzo 2020 approvato il 24 aprile dalle
Camere.
Art. 77 (Pulizia straordinaria degli ambienti scolastici)
1. In
relazione all’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del COVID-19, al
fine di consentire alle istituzioni scolastiche ed educative pubbliche del
sistema nazionale di istruzione, ivi incluse le scuole paritarie, di dotarsi
dei materiali per la pulizia straordinaria dei locali, nonché di dispositivi di
protezione e igiene personali, sia per il personale sia per gli studenti, è
autorizzata la spesa di 43,5 milioni di euro nel 2020. Le predette
risorse finanziarie sono ripartite tra le istituzioni scolastiche ed educative
pubbliche del sistema nazionale di istruzione, ivi incluse le scuole paritarie,
con il decreto di cui all’articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006,
n. 296. Alla copertura degli oneri derivanti dal presente articolo si provvede
ai sensi dell’articolo 126.
Art. 120
(Piattaforme per la didattica
a distanza)
1. Il fondo di cui all’articolo 1, comma
62, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementato di euro 85
milioni
per l’anno 2020.
2. Le risorse
di cui al comma 1 sono destinate:
a)
per 10 milioni di euro nel 2020, a consentire alle istituzioni
scolastiche statali di dotarsi immediatamente di piattaforme e di strumenti
digitali utili per l’apprendimento a distanza, o di potenziare quelli già in
dotazione, nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con
disabilità;
b)
per 70 milioni di euro nel 2020, a mettere a disposizione degli studenti
meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali per la
fruizione delle piattaforme di cui alla lettera a), nonché per la necessaria
connettività di rete;
c)
per 5 milioni di euro nel 2020, a formare il personale scolastico sulle
metodologie e le tecniche per la didattica a distanza. A tal fine, può essere
utilizzato anche il fondo di cui all’articolo 1, comma 125, della legge 13
luglio 2015, n. 107.
DECRETO
DEL RILANCIO
Art.222. Attraverso
il comma 1, il fondo per il
funzionamento delle istituzioni scolastiche statali, di cui all’art. 1
comma 601 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 viene incrementato, per l’anno
2020, di un importo di 331 milioni di euro.
I
commi 6 e 7 prevedono, inoltre, lo stanziamento di 39,2 milioni di euro
per assicurare alle istituzioni scolastiche statali e paritarie, nell’ambito
delle attività in presenza connesse all’espletamento dell’esame di stato per
l’anno scolastico 2019/2020, di effettuare interventi di pulizia secondo le
prescrizioni di cui alla circolare del Ministero della Salute n. 5543 del
22/02/2020 nonché di poter acquistare dispositivi di protezione individuali da
mettere a disposizione degli studenti e del personale scolastico coinvolto.
Art.225-bis
Fondo per l'emergenza epidemiologica da
COVID-19 presso il Ministero dell’istruzione
1)-
Al fine di contenere il rischio epidemiologico in relazione all'avvio dell'anno
scolastico 2020/2021, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione è
istituito un fondo, denominato "Fondo per l'emergenza epidemiologica da
COVID-19", con lo stanziamento di 400 milioni di euro nel 2020 e di 600
milioni di euro nel 2021. Il fondo è ripartito con decreto del
Ministro dell'istruzione di concerto con il Ministro dell’economia e delle
finanze, con l'unico vincolo della destinazione a misure di contenimento del
rischio epidemiologico da realizzare presso le istituzioni scolastiche statali
e nel rispetto dei saldi programmati di finanza pubblica.
Fondi per le spese militari
(fonte:https://www.peacelink.it/disarmo/a/47294.html )
“Bilancio
di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020”. Il 2020 vedrà un aumento, in termini assoluti, di 1. 509 milioni di euro. Il bilancio della Difesa per il 2020 è di 22.995,3
milioni di euro: alle forze aeree
vanno 2.785 milioni, a quelle marittime
2.131 milioni e per le terrestri 5.433 milioni. Ai Carabinieri 6.567 milioni e alla Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti
militari 4.360 milioni. A questa cifra bisogna aggiungere quella del Ministero dello sviluppo che gestisce i
contributi destinati alle imprese nazionali coinvolte nei vari programmi. Infatti il 70 per cento dei principali
programmi grava sullo stato di previsione del MISE. Del bilancio totale di 5.482 milioni da destinare alla
missione “Competitività e sviluppo delle imprese”, 3.210 milioni vanno all’industria della difesa e sicurezza così
divisi: alla realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo tecnologico
dell’industria aeronautica vanno 336 milioni, agli interventi per l’innovazione
del sistema produttivo del settore dell’aerospazio, della sicurezza e della
difesa 2.608 milioni e alle spese di ammortamento per i muti contratti per
finanziare i programmi militari 265 milioni.
Ma
l’Italia è anche quella delle leggi
speciali (aggiuntive ai finanziamenti sul bilancio ordinario del Ministero
della Difesa) che un tempo si chiamavano leggi promozionali (1975-76). Dopo la
scorpacciata del programma aeronautico F-35 e la Legge navale con le FREMM,
adesso arriva la Legge terrestre. A
beneficiare dei previsti 5 miliardi aggiuntivi
saranno aziende come Leonardo, Iveco-Oto Melara, Mbda, Beretta.
IL
Ministero dell'Economia e delle Finanze disporrà 1.308.747milioni di euro per le missioni internazionali.
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