fra due mesi l'avvio delle prove di selezione per l'accesso ai TFA. Nel 
frattempo il Miur rivaluterà più attentamente i numeri effettivi di posti da 
rendere disponibili presso le università. Infatti la prevista diminuzione del 
numero dei pensionamenti, legata sia ai provvedimenti del precedente governo 
che dell'attuale, ed il richiamo del ministero della Funzione pubblica a non 
concedere gli ingressi "in eccesso" ai TFA, già conteggiati dalla Gelmini, 
richiedono una correzione ministeriale ai decreti già pubblicati per un numero 
inferiore di futuri abilitati post-TFA. Gli ex-iscritti Ssis, successivamente 
ritiratisi, avranno l'accesso diretto ai tirocini banditi da ciascuna 
università, mentre i posti restanti saranno assegnati in base alle graduatorie 
risultanti dalle prove d'ingresso e dai titoli posseduti. La selezione per 
l'accesso avverrà con tre filtri successivi: un test unico nazionale a risposte 
chiuse, seguito da uno scritto e quindi da una prova orale. Chi supera anche 
l'orale entra in graduatoria (sommando i voti delle tre prove e i punti dei 
titoli); chi è in posizione utile in graduatoria, in base al numero stabilito 
per ciascuna università, accede al TFA. Chi frequenta almeno il 70-80% delle 
attività previste e supera l'esame finale, consegue l'abilitazione. 
I nuovi abilitati dovrebbero rappresentare coloro che poi concorreranno, 
attraverso un ordinario di "nuova concezione", alla fetta di posti non 
destinati annualmente al reclutamento da GaE. Tale fetta sarà probabilmente 
"variabile" e determinata annualmente, o ogni due anni, per decreto 
ministeriale, in modo da destinare una percentuale maggiore dell'attuale 50% 
alle GaE (alleggerendole più rapidamente) ed i restanti posti agli idonei del 
concorso (che potranno essere più abbondanti laddove le GaE andassero in 
esaurimento). 
Le intenzioni ministeriali, dichiarate da Profumo, sono tuttavia quelle di 
bandire un primo concorso ordinario (ad un numero di posti attentamente 
valutato e basato sulle reali esigenze di copertura di cattedre) nella seconda 
metà del 2012, cioè ampiamente prima che gli abilitati post-TFA possano 
accedervi (iniziando le tre prove selettive a marzo, è difficilmente 
ipotizzabile che il tirocinio effettivo possa iniziare e concludersi nel 
corrente anno accademico). Pertanto si aprono due scenari alternativi. 
1) Il primo (coerente con quanto progettato finora dal Miur) implicherebbe 
l'inevitabile slittamento di circa un anno del progetto concorsuale del 
ministro: in tal caso, a fine 2013 solo i neoabilitati da TFA potrebbero 
accedere al nuovo concorso ordinario, affrontando una prima veloce preselezione 
nazionale (finalizzata a ridurne il numero), con successive fasi scritta e 
orale (gestibili anche localmente) fino ad arrivare al numero previsto di 
assunzioni per ciascun insegnamento (presumibilmente non oltre 5-7mila posti 
per ciascun anno nel biennio di riferimento). Due anni dopo, sarebbero i 
neolaureati (di nuova formazione), a conclusione del loro TFA, ad affrontare la 
successiva tornata concorsuale. 
Si profilerebbero pertanto tre compagini: a) gli attuali iscritti in GaE, il 
cui numero dovrebbe progressivamente ridursi sulla base di una più cospicua 
attribuzione % di posti; b) gli attuali abilitati non inseriti in GaE, 
apparentemente destinati solo alle Graduatorie d'Istituto (a meno che non si 
preveda di ammetterli al concorso o di introdurli nelle GaE); c) i tirocinanti 
in formazione attiva, che, abilitati, "concorreranno" in numero programmato, 
ogni due anni, ai posti non destinati alle GaE. 
2) Il secondo scenario (di meno chiara definizione, ma attualmente più 
probabile) vedrebbe nell'autunno 2012 un bando concorsuale aperto a tutti gli 
abilitati. La formula concorsuale dovrebbe essere più veloce rispetto alle 
precedenti edizioni, con una notevole scrematura iniziale attraverso una 
preselezione unica nazionale a test e una seconda prova a test specifica per 
ciascuna disciplina. Le successive prove scritta e orale, ipotizzabili anche a 
livello decentrato, individuerebbero un limitato numero di aspiranti idonei, da 
assumere a T.I. nei due anni successivi. Le prove selettive per i TFA di marzo 
servirebbero invece ad abilitare (nel 2013) i destinatari della successiva 
tornata concorsuale, da bandire nel 2014. Poi, nel 2016, sarebbe la volta degli 
abilitati da TFA conclusivo della nuova formazione, e così via ogni due anni. 
Le percentuali di ripartizione dei posti tra concorsi e GaE sarebbero di anno 
in anno adattate alle reali esigenze e situazioni regionali, passando 
gradualmente da una ripartizione più ampia per le GaE ad una di segno opposto 
man mano che le diverse GaE risultassero in esaurimento. 
Si profilerebbero così queste compagini: a) gli attuali iscritti in GaE, 
annualmente assunti a t.i. in base alle % stabilite; b) gli attuali abilitati, 
inseriti o meno in GaE, protagonisti del concorso ordinario del 2012, i cui 
vincitori sarebbero assunti nei due a.s. successivi; c) i tirocinanti in 
formazione attiva, che, dopo abilitazione, "concorreranno" in numero 
programmato, ogni due anni dal 2014, ai posti non destinati alle GaE. 
In ogni caso, le prospettive difficilmente usciranno da questi binari: 
garantire comunque una fetta del reclutamento alle GaE fino a loro esaurimento; 
garantire dal 2014, con cadenza biennale, accesso ai ruoli attraverso nuovi 
concorsi per numeri ristretti e programmati di candidati (con l'obiettivo di 
reclutare anche o soprattutto giovani docenti); fornire in tal modo un'idea 
molto più chiara sulle effettive possibilità di assunzione nella scuola negli 
anni successivi per gli aspiranti all'insegnamento (chi non passa il concorso e 
non è in GaE sarà "fuori dai giochi").    
Formazione iniziale e Tfa, tutto da rifare
Solo le prove confermate a fine febbraio
Per la Funzione Pubblica il contingente fissato dalla Gelmini è troppo alto.
In arrivo un decreto integrativo, che oltre alla riduzione dei posti conterrà
nuove regole. L’unica conferma è sui tempi: il ‘Cineca’ ha già definito le
innovative modalità di selezione.
Tutto da rifare, ma in tempi brevissimi perché le prove di accesso ai Tfa
rimangono confermate per la fine di febbraio. È questo l’esito dell’incontro
tenuto il 29 dicembre al Miur tra i sindacati ed alcuni dirigenti ministeriali,
tra cui il capo dipartimento Giovanni Biondi, per fare il punto della
situazione sull’avvio dei corsi riguardanti formazione iniziale e Tfa.
La novità è che alle già note incompletezze dei decreti emessi sul fotofinish
dall’ex ministro Gelmini, si sono aggiunti i rilievi posti dalla Funzione
Pubblica su disponibilità e contingenti fissati dal Miur a novembre
(complessivamente oltre 23mila posti da assegnare): il dicastero di Palazzo
Vidoni “ha eccepito - ha spiegato la Gilda degli insegnanti, presente all’
incontro - rispetto al numero proposto in eccesso rispetto alle reali
disponibilità dei posti in organico. Da ciò si desume che sarà necessaria una
revisione delle quantità previste per i Tfa”.
I sindacati hanno poi fatto di nuovo notare le incongruenze presenti nei
decreti firmati dalla Gelmini. In particolare, i punti che al Miur dovranno
rivedere, a ritmi forzati, riguardano le modalità, i numeri e la distribuzione
territoriale: Biondi ha preso l’impegno che verranno comunicati ai sindacati
già nei primi giorni del 2012. Non sarà, tuttavia, un resoconto completo: all’
appello mancheranno sicuramente i riferimenti delle classi di concorso dell’
ambito artistico e musicale riguardanti l’AFAM. Servono, quindi, ha
sottolineato la Uil Scuola, “sostanziali modifiche rispetto alle numerose
palesi sviste, che potrebbero inficiarne l’applicabilità”.
Un altro punto dolente, toccato dai rappresentanti dei lavoratori, è quello
delle procedure di reclutamento, che secondo l’amministrazione sarebbe da
trattare in una sede diversa rispetto a quella delle procedure abilitanti: la
Uil Scuola, con gli altri sindacati d’accordo, ha ribadito invece che “TFA e
reclutamento vanno trattati insieme”.
Con il nuovo anno, quindi, assisteremo ad una inevitabile riformulazione o
integrazione sostanziale dei due decreti pubblicati a novembre (con
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), contenenti nuovi numeri e modalità di
svolgimento delle selezioni dei candidati.
L’unica conferma giunta dalla riunione di fine 2011 è stata quella relativa
alla tempistica delle selezioni: “è stato ribadito da parte
dell´amministrazione che le prove di accesso ai TFA saranno fatte alla fine di
febbraio-primi di marzo anche nelle more del perfezionamento dei decreti
impugnati poiché il ‘Cineca’ ha ormai definito tempi e modalità della loro
organizzazione”, ha spiegato la Gilda. Lo stesso sindacato, guidato da Rino Di
Meglio, ha commentato che “i TFA devono partire anche in difetto di
legislazione poiché dalla loro conclusione deriva la possibilità di bandire i
concorsi ordinari promessi dal Ministro Profumo”. Ma senza regole chiare, eque
e condivise non salirà il rischio di portare la questione delle formazione
iniziale e dei Tfa nelle aule dei tribunali?
di A.G. La Tecnica della Scuola, 30.12.2011
Bufera sui tirocini: sono troppi.
Patroni Griffi blocca il decreto
sui 23 mila Tfa, vanno ridotti
Intanto i contratti di supplenza sono 120 mila
Semplicemente sono troppi, vanno ridotti. I posti autorizzati dal ministero
dell'istruzione, uno degli ultimi atti firmati dall'ex ministro Mariastella
Gelmini, vanno riportati al fabbisogno «reale» di nuovi docenti. É con questa
motivazione che il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha
rispedito al mittente il decreto che si apprestava ad avviare in questi giorni
23 mila Tfa, i percorsi universitari di formazione.
Nel minino in particolare i tirocini per le scuole secondarie superiori: 15
mila, quasi il triplo rispetto al fabbisogno stimato. Il decreto sui Tfa era
stato uno dei motivi di frizione interna già nball'ex maggioranza di governo,
con Comunione e liberazione che spingeva perché i numeri fossero ben più
sostanziosi di quelli inizialmente indicati dalla Gelmini. Alla vigilia della
caduta del governo, la Gelmini apre i cordoni e autorizza più posti di quelli
preventivati, rispondendo così a quanti chiedevano più giovani da immettere nel
sistema, scalzando l'unicità di fatto delle graduatorie permanenti (da cui lo
scorso anno sono state fatte 65 mila assunzioni). Ora tocca al nuovo
responsabile di viale Trastevere, Francesco Profumo, dipanare la matassa, resa
ancora più ingarbugliata dalla recente posizione della Funzione pubblica.
Perché è vero che si sono autorizzati posti per classi di concorso assai
inflazionate e che difficilmente potranno dare uno sbocco occupazionale nei
prossimi anni, ma è anche vero che al dicastero dell'istruzione risultano per
l'anno in corso oltre 120 mila contratti di supplenza di lunga durata: 38 mila
per il sostegno, gli altri su cattedre ordinarie, di cui 71 mila fino al 30
giugno.
Numeri destinati a crescere se sarà confermata la previsione che vede per
quest'anno un boom di domande di pensionamento (si veda ItaliaOggi di martedì
scorso). La Funzione pubblica ha richiamato il rispetto dei paletti fissati dal
decreto ministeriale n. 249/2010: per determinare il numero dei posti
annualmente disponibili per l'accesso ai Tfa si fa riferimento al reale
fabbisogno definito in base alle rilevazioni regionali e maggiorato a livello
nazionale del 30%. Nulla però dice il decreto sull'organico di riferimento in
base al quale calcolare le necessità (di diritto oppure di fatto,
tradizionalmente sempre più abbondante). La prossima settimana i vertici
dell'Istruzione si sono impegnati a incontrare i sindacati per chiarire la
questione. Anche perché su una cosa Profumo non sembra avere indecisioni,
ovvero sul fatto che i Tfa vanno banditi in tempo utile per concludersi entro
l'anno. Sullo sfondo sempre il progetto di un nuovo concorso nel 2012, a cui
possano accedere i Tfa. Ed è proprio per questa eventualità che i sindacati
hanno chiesto di poter vedere anche le carte del nuovo reclutamento, per
chiarire lo spazio che avranno i vecchi precari e quello dei nuovi formati.
Intanto, sarà oggetto di revisione, se non addirittura di annullamento, anche
il decreto che istituisce i corsi di abilitazione per infanzia e primaria.
Interessati i docenti in possesso del diploma magistrale conseguito entro il
2001/02.
di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 3.1.2012
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
