La Presidenza del Consiglio
dei Ministri conferma l’obbligo per i presidi di rendere nota
tutta
la procedura di assegnazione dei “bonus”, le motivazioni, le
cifre e i nomi dei “beneficiati/e”, il Dipartimento per
il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, il 19 ottobre '17, ha riconosciuto il diritto di ogni
docente di accedere all'intera documentazione relativa
all'assegnazione del “bonus”, il sedicente “premio di merito”.
Ha infatti dato ragione a un
insegnante che aveva richiesto, invano, al proprio preside “copia
delle schede individuali relative alla valutazione ai fini
dell'attribuzione del bonus di merito di ogni singolo docente che lo
precede in graduatoria e griglia di valutazione completa". E ciò
perché, secondo la Presidenza del Consiglio, chi richiede atti
relativi a una procedura alla quale ha partecipato vanta “un
interesse all'accesso de quo, previsto e tutelato dal combinato
disposto degli artt. 7 e 10 della legge 241/90". Con questo
chiaro e incontestabile pronunciamento si dovrebbe, perciò, mettere
fine alla grottesca procedura che ha finora caratterizzato, in
quasi tutte le scuole e su suggerimento del MIUR, l'assegnazione
del premio. La stragrande maggioranza dei dirigenti
scolastici, infatti, non ha pubblicato né le graduatorie con le
relative motivazioni, né, tanto meno, gli importi assegnati ai
singoli premiati/e, presunti “migliori”.
Dopo aver teorizzato con la legge
107 (la sedicente “Buona scuola”) la necessità di stabilire una
gerarchia tra i docenti in base ad un supposto “merito”, i
capi di istituto invece di indicare con la massima trasparenza e
pubblicità a tutta la categoria questi insegnanti “modello” da
cui tutti/e dovremmo prendere esempio, nonché le motivazioni e le
doti che li rendono così “esemplari” hanno nella quasi totalità
dei casi occultato motivazioni, cifre assegnate, criteri usati e
lista dei premiati. Confermando, con questo atteggiamento,
che il “bonus” è una delle peggiori norme della 107, perché
serve soltanto a creare una “corte” di fedelissimi/e del preside,
un “cerchio magico collaborazionista” disposto a sostenere ogni
arbitrio e ogni nefandezza aziendalistica, punendo e discriminando
coloro che non accettano le brutture della 107 e il progressivo
immiserimento materiale e culturale della scuola-azienda. Tale
distruttivo meccanismo fomenta una pseudo-competizione stracciona,
catastrofica per la qualità delle scuole, della didattica e dei
rapporti tra docenti e tra questi e gli studenti, visto che a
scuola è possibile sviluppare processi educativi positivi solo se si
affermano, e si praticano, condivisione del lavoro e cooperazione e
non lotta a coltello tra insegnanti, in nome peraltro (salvo per
alcuni/e super-premiati) di pochi spiccioli. Anche sull’onda di
questo netto pronunciamento, invitiamo dunque tutti/e i/le docenti
a farsi promotori di una grande “operazione trasparenza” nelle
scuole, esigendo dai presidi tutta la documentazione relativa
al sedicente “merito”, per dimostrare, dati alla mano, quanto sia
ignobile questo meccanismo, che, conseguentemente, deve essere
abolito al più presto.