Sabato 30 marzo migliaia di persone
 La manifestazione del 30 marzo ha sancito, se ancora ce ne fosse bisogno, che il centro sociale Cimarelli è un patrimonio collettivo, bene comune per questa città. Sono anni che, prima come CSOA Icaro, poi come CSA Cimarelli, in completa autogestione ed autorganizzazione, tanti giovani (e non solo)  lavorano per socializzare e diffondere cultura, arte, pensiero critico, lottano in difesa del territorio e dei beni comuni a partire dall’acqua, contro le devastazioni ambientali e gli inceneritori, contro il razzismo ed il fascismo, in solidarietà alle lotte di liberazione del popolo curdo e palestinese. Un impegno pluridecennale contro razzismo, emarginazione ed eroina, che ha valorizzato spazi abbandonati e dismessi dall’amministrazione, con il lavoro militante e volontario di tante persone.
 La manifestazione del 30 marzo ha sancito, se ancora ce ne fosse bisogno, che il centro sociale Cimarelli è un patrimonio collettivo, bene comune per questa città. Sono anni che, prima come CSOA Icaro, poi come CSA Cimarelli, in completa autogestione ed autorganizzazione, tanti giovani (e non solo)  lavorano per socializzare e diffondere cultura, arte, pensiero critico, lottano in difesa del territorio e dei beni comuni a partire dall’acqua, contro le devastazioni ambientali e gli inceneritori, contro il razzismo ed il fascismo, in solidarietà alle lotte di liberazione del popolo curdo e palestinese. Un impegno pluridecennale contro razzismo, emarginazione ed eroina, che ha valorizzato spazi abbandonati e dismessi dall’amministrazione, con il lavoro militante e volontario di tante persone. Non abbiamo mai avuto né padroni né padrini, siamo sempre stati critici edabbiamo espresso sempre la nostra pratica antagonista verso chi ha amministrato la città; ma, negli anni, con le dovute differenze, siamo arrivati ad un riconoscimento di fatto del lavoro sociale e culturale effettuato verso i giovani, i precari, i migranti, i settori più marginali della città, attraverso pratiche di integrazione e soggettivazione, offrendo spazi a chi cercava luoghi per esprimersi.
 Non abbiamo mai avuto né padroni né padrini, siamo sempre stati critici edabbiamo espresso sempre la nostra pratica antagonista verso chi ha amministrato la città; ma, negli anni, con le dovute differenze, siamo arrivati ad un riconoscimento di fatto del lavoro sociale e culturale effettuato verso i giovani, i precari, i migranti, i settori più marginali della città, attraverso pratiche di integrazione e soggettivazione, offrendo spazi a chi cercava luoghi per esprimersi. E’ importante un po’ di storia: il centro sociale è passato da una iniziale occupazione di uno spazio pubblico in via Muratori ad un accordo -siglato anni fa- tra la Regione Umbria, la Provincia ed il Comune di  Terni per concludere pacificamente l’occupazione ed attivare una convenzione per valorizzare spazi in disuso dell’amministrazione pubblica. Quando fu siglato quel patto c’era a Terni una giunta di centro destra, perché la politica è una prassi per trovare accordi, nelle differenze, per la gestione
 E’ importante un po’ di storia: il centro sociale è passato da una iniziale occupazione di uno spazio pubblico in via Muratori ad un accordo -siglato anni fa- tra la Regione Umbria, la Provincia ed il Comune di  Terni per concludere pacificamente l’occupazione ed attivare una convenzione per valorizzare spazi in disuso dell’amministrazione pubblica. Quando fu siglato quel patto c’era a Terni una giunta di centro destra, perché la politica è una prassi per trovare accordi, nelle differenze, per la gestione  Ora a fine maggio trova scadenza l’accordo quinquennale con il Comune di Terni e la giunta attuale ha espresso una chiara volontà politica di attacco agli spazi sociali.
 Ora a fine maggio trova scadenza l’accordo quinquennale con il Comune di Terni e la giunta attuale ha espresso una chiara volontà politica di attacco agli spazi sociali. A gennaio, mesi prima della scadenza, ci sono state prese di posizioni sulla stampa sul centro sociale Cimarelli da parte dell’assessora Elena Proietti che, pur non avendo alcuna competenza sullo spazio di via del Lanificio (che è di competenza dell’assessorato ai servizi sociali), ha espresso una chiara quanto cieca volontà politica di “soluzione finale” contro il centro sociale, esprimendo una posizione politica di vendetta nascosta da pseudo motivazioni tecniche collegate all’agibilità. Che quello dell’agibilità sia un pretesto è chiaro, visto che l’agibilità manca a molti edifici gestiti dal Comune e secondo questa logica, tutti questi spazi andrebbero chiusi. Inoltre, quella dell’agibilità è una procedura di competenza non di chi gestisce gli spazi ma del Comune stesso, che in questo caso risulta inadempiente.
 A gennaio, mesi prima della scadenza, ci sono state prese di posizioni sulla stampa sul centro sociale Cimarelli da parte dell’assessora Elena Proietti che, pur non avendo alcuna competenza sullo spazio di via del Lanificio (che è di competenza dell’assessorato ai servizi sociali), ha espresso una chiara quanto cieca volontà politica di “soluzione finale” contro il centro sociale, esprimendo una posizione politica di vendetta nascosta da pseudo motivazioni tecniche collegate all’agibilità. Che quello dell’agibilità sia un pretesto è chiaro, visto che l’agibilità manca a molti edifici gestiti dal Comune e secondo questa logica, tutti questi spazi andrebbero chiusi. Inoltre, quella dell’agibilità è una procedura di competenza non di chi gestisce gli spazi ma del Comune stesso, che in questo caso risulta inadempiente. Non siamo mai stati amici dei precedenti sindaci o giunte comunali, cui non abbiamo mai fatto sconti, ma riconosciamo che hanno garantito l’esercizio democratico in città tramite la tutela delle differenze ed il riconoscimento del lavoro sociale, artistico, culturale e politico. Chiediamo la stessa agibilità democratica al sindaco Latini perché altrimenti si potrebbe pensare che il vero motivo politico per cui si vorrebbe chiudere lo spazio sociale sia politico, sia causato dalla sua collocazione politica, dal fatto che il centro sociale ha il nome del partigiano Germinal Cimarelli o che è fieramente antifascista, come è scritto sul muro della struttura.
Non siamo mai stati amici dei precedenti sindaci o giunte comunali, cui non abbiamo mai fatto sconti, ma riconosciamo che hanno garantito l’esercizio democratico in città tramite la tutela delle differenze ed il riconoscimento del lavoro sociale, artistico, culturale e politico. Chiediamo la stessa agibilità democratica al sindaco Latini perché altrimenti si potrebbe pensare che il vero motivo politico per cui si vorrebbe chiudere lo spazio sociale sia politico, sia causato dalla sua collocazione politica, dal fatto che il centro sociale ha il nome del partigiano Germinal Cimarelli o che è fieramente antifascista, come è scritto sul muro della struttura.  Il 18 Febbraio abbiamo presentato al Comune di Terni formale richiesta di rinnovo della convenzione. Abbiamo sin ora ricevuto il silenzio totale dell’amministrazione e un muro di gomma dai vari uffici tecnici del Comune. Noi vogliamo e chiediamo un confronto anche con questa amministrazione comunale. Lo chiederemo domani con richiesta formale al Sindaco Latini e all’assessore ai servizi sociali Cecconi, per definire il futuro di un’esperienza pluridecennale che fa parte di questa città, a cui migliaia di cittadini, di giovani, di persone stanno dimostrando solidarietà concreta, partecipando in massa a manifestazioni come quella di sabato 30, alle iniziative culturali e politiche, a quelle artistiche e musicali.
 Il 18 Febbraio abbiamo presentato al Comune di Terni formale richiesta di rinnovo della convenzione. Abbiamo sin ora ricevuto il silenzio totale dell’amministrazione e un muro di gomma dai vari uffici tecnici del Comune. Noi vogliamo e chiediamo un confronto anche con questa amministrazione comunale. Lo chiederemo domani con richiesta formale al Sindaco Latini e all’assessore ai servizi sociali Cecconi, per definire il futuro di un’esperienza pluridecennale che fa parte di questa città, a cui migliaia di cittadini, di giovani, di persone stanno dimostrando solidarietà concreta, partecipando in massa a manifestazioni come quella di sabato 30, alle iniziative culturali e politiche, a quelle artistiche e musicali. Pensiamo che la storia democratica di questa città abbia scritto importanti passaggi nel complesso rapporto tra i giovani e la politica. Dall’iniziale occupazione degli spazi siamo passati al riconoscimento, alla convenzione, nelle reciproche autonomie e nella totale indipendenza. E’ un importante passaggio che è stato fatto quello di dare spazi ai giovani in un’ottica di autorganizzazione, di valorizzare spazi vuoti e lottare contro il degrado, soprattutto sociale e politico.
Pensiamo che la storia democratica di questa città abbia scritto importanti passaggi nel complesso rapporto tra i giovani e la politica. Dall’iniziale occupazione degli spazi siamo passati al riconoscimento, alla convenzione, nelle reciproche autonomie e nella totale indipendenza. E’ un importante passaggio che è stato fatto quello di dare spazi ai giovani in un’ottica di autorganizzazione, di valorizzare spazi vuoti e lottare contro il degrado, soprattutto sociale e politico.

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
