Il governo Monti prosegue nella
demolizione di redditi, servizi pubblici e Beni comuni, triturando implacabilmente salari e pensioni, scuola e sanità, posti di lavoro e diritti, giovani e
precari. Come se non fosse bastata la manovra “salva-Italia” e il furto
delle pensioni, la legge Fornero e la spending review, Monti colpisce ancora con la “legge di in-stabilità” che accelera
l’ingresso dell’Italia nella “spirale greca” di tagli e recessione, a cui
seguono altri tagli fino alla catastrofe.
Tocca
di nuovo alla scuola, alla sanità, al
Pubblico impiego e ai servizi sociali fare
da agnelli sacrificali, malgrado l’evidente
inutilità dei sacrifici visto che il debito
pubblico continua ad aumentare così come la disoccupazione, la chiusura delle
fabbriche e i licenziamenti; mentre
spread e interessi sui titoli di Stato proseguono il saccheggio delle casse
pubbliche, già devastate da una corruzione istituzionale senza freni né pudori
e dalla dilagante evasione fiscale. I contratti del PI, della scuola e della
sanità, già fermi dal 2009, restano bloccati fino al 2014 senza neanche
l’indennità di vacanza contrattuale; la spesa per la salute pubblica sarà
ancora tagliata (tra i 600 e i 1500 milioni annui), l’IVA verrà aumentata di un altro punto.
E,
come schiaffo brutale alla scuola pubblica, il governo ha minacciato di
aumentare per legge di un terzo l’orario dei professori delle medie e delle
superiori a parità di salario, cosa mai successa in Italia (né altrove) per
nessuna categoria, cancellando altre decine di migliaia di posti di lavoro dopo
che il governo Berlusconi ne aveva già eliminati 150 mila, con un’ulteriore
espulsione in massa di precari, già derisi con il “concorsaccio”. E ora di dire basta!!
I COBAS raccolgono l’invito internazionale a
protestare insieme all’Europa che lotta il 14 novembre prossimo, giorno di
sciopero generale in Spagna, Portogallo, Francia e Grecia e di mobilitazione
europea della CES.
I COBAS hanno indetto per il 14 novembre lo sciopero
generale dell’intera giornata per tutte le categorie, invitando a
parteciparvi, oltre a tutti i lavoratori/trici, gli studenti, i disoccupati, i
giovani senza lavoro e coloro che vogliono impedire al governo di continuare a
colpire chi ha sempre pagato, salariati, pensionati, precari, disoccupati,
settori popolari, piccolo lavoro "autonomo". Nulla pagano gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi
finanziari e industriali, mentre le ruberie delle caste politiche raggiungono
il parossismo. E' ora che la crisi sia pagata da chi l'ha provocata e che
ha continuato ad arricchirsi anche in questi anni! Scenderemo in piazza insieme all’Europa che lotta per dire NO al
governo, alla distruzione di scuola, sanità e servizi sociali, alla
chiusura delle fabbriche, ai licenziamenti, alla cancellazione dei diritti del
lavoro, al blocco dei contratti e degli scatti, all’aumento dell’orario per i
docenti, al concorsaccio per i precari, alla deportazione degli insegnanti
“inidonei”;NO all'Europa dei patti di stabilità, del
Fiscal Compact, dell'austerità, dell'attacco alla democrazia SI' a massicci investimenti
nei Beni comuni e ambiente, all'assunzione dei precari, ad una politica economica
pagata dalle finanze dei ricchi, dal taglio delle spese militari e dalla
cancellazione delle missioni di guerra, dalla soppressione della corruzione e
dei privilegi delle caste politiche e manageriali;, SÌ ad una democrazia
vera nel paese e nei luoghi di lavoro.
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