Care colleghe e cari colleghi,
alleghiamo copia di una mozione contro la Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (i BES) e la successiva circolare del 6/3/2013 da discutere, apportare delle modifiche se è il caso e far approvare nei primi collegi docenti del 2 settembre.
Non permettiamo che tolgano il diritto al sostegno a migliaia di studentesse e studenti diversamente-abili. Negli ultimi collegi docenti di giugno tantissime scuole in tutta Italia hanno approvato mozioni NO BES ma non basta. Il nuovo anno scolastico deve aprirsi con una chiara presa di posizione pubblica di tutti noi docenti, di sostegno e di cattedra.
Fateci sapere quali scuole approvano mozioni
all'indirizzo email: coordinamento3ottobre@gmail.com
Coordinamento Lavoratori Scuola "3 ottobre" - Milano
Mozione
Collegio docenti dell’Istituto ______________ di __________
sulle ultime
indicazioni ministeriali inerenti i Bisogni Educativi Speciali
Il Collegio dei docenti
dell'Istituto______________ di __________ esprime una valutazione
negativa rispetto ai contenuti della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012
“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” e della successiva
circolare del 6/3/2013. Consideriamo l’estensione di misure previste da leggi
precise (la legge 170/2010 sui disturbi specifici di apprendimento) a una
platea vastissima di studenti, per via burocratica e con numerosi punti oscuri,
la premessa di una situazione confusa e contraddittoria, di dubbia legittimità che
con tutta probabilità sarà fonte inesauribile di contenziosi.
L'esperienza inglese del riconoscimento dei BES, abbinato a un
Sistema di Valutazione Nazionale in funzione del quale le risorse vengono
assegnate solo a chi raggiunge alti standard, è considerato attualmente un
errore gigantesco perché la categorizzazione ha condotto le scuole a
certificare troppi BES per giustificare una valutazione di livello non sempre
soddisfacente. Pensiamo che inclusione e risultati scolastici debbano lavorare
insieme per scongiurare un abbassamento dei livelli di apprendimento. Inoltre,
il mero riconoscimento burocratico dei BES, ai quali le scuole saranno chiamate
a sopperire con interventi uniformi, in piena contraddizione con la richiesta
di una sempre maggiore personalizzazione della didattica, è fortemente
aggravato dall'assenza di una chiara volontà di farsi carico dell'aumento del
25% di problematicità e criticità riscontrate nelle nostre scuole; svantaggi di
diversa natura che necessiterebbero, invece, di un aumento sensibile delle
risorse umane e degli investimenti. Come è possibile realizzare inclusione
scolastica di qualità quando si è costretti a lavorare in aule sovraffollate,
in scuole prive di mezzi, in assenza di risorse economiche adeguate per
l'attivazione di mediatori culturali, corsi di L2, progetti contro la
dispersione scolastica e quanto altro?
A fronte di un carico di lavoro sempre più oneroso che ogni
insegnante si troverà ad affrontare soprattutto in assenza di docenti
specializzati per il sostegno, in assenza di qualunque riconoscimento dei nuovi
compiti imposti, senza percorsi formativi totalmente gratuiti e realmente
calibrati sui BES, denunciamo come questi atti ministeriali tendano a
precostituire le condizioni della liquidazione del modello d’integrazione
proprio della scuola italiana e in particolare della figura dell’insegnante di
sostegno la cui assegnazione passa attraverso il riconoscimento della legge
104/1992 in quanto, come molti esperti del settore paventano, le famiglie degli
alunni che presentano disabilità non fisiche o lievi potrebbero essere così
indotte a richiedere alle scuole il riconoscimento del bisogno educativo
speciale del proprio figlio piuttosto che intraprendere la strada della
certificazione medico-specialistica, rinunciando in questo modo anche agli
altri benefici previsti dalla legge 104/1992.
Nella scuola
italiana occorre avviare una analisi seria dei fattori contestuali così come
indica l'ICF (International Cassification
of Functioning) e delle modalità attraverso le quali si progetta
l'inclusione pensando a tutti quegli investimenti utili per una corretta
personalizzazione degli interventi didattico-educativi. Riteniamo, inoltre, che
per ridurre lo svantaggio e intervenire in modo appropriato rispondendo alle esigenze
di tutti gli studenti sia necessario il rispetto e il rafforzamento della
normativa sul tetto massimo di 20 alunni per classe e la modifica del DPR 81/09
che ha abrogato la Legge 144/99 nella quale era previsto un limite al numero
degli alunni certificati per ogni classe perché in classi numerose e in
presenza di tante situazioni di svantaggio è impossibile riuscire a rispondere
ai bisogni educativi specifici di tutti gli studenti.
I Governi di
tutti i colori finora, per quel che riguarda la scuola statale, hanno basato la
loro politica sul contenimento della spesa, mascherandola a volte – come in
questo caso – con autorevoli quanto fuorvianti teorie pedagogiche. Le
indicazioni sui BES, così come sono stati concepiti dal MIUR e a costo zero,
rappresentano il “cavallo di troia” per lo smantellamento del sostegno (11 mila
solo il prossimo anno), come fase ulteriore della politica di tagli e di
privatizzazione della scuola pubblica. Il traguardo del modello di inclusione realizzato nel
nostro paese è ancora di riferimento per i tanti docenti di altre nazioni che vengono in
Italia per imparare dal nostro modello esempio di inclusione scolastica che si
realizza non dall'esterno (potenziando l'intervento dei Centri territoriali di
inclusione che dovrebbero, secondo le ultime direttive, sopperire alla mancanza
dei docenti di sostegno nelle classi in cui sono presenti studenti con bisogni
educativi speciali) ma, come ha sostenuto il prof. Luigi D'Alonzo, solo quando
tutti i docenti “respirano la polvere delle aule”. Il taglio dei posti sul sostegno attraverso i BES inoltre sarà il banco
di prova di un altro strumento utilissimo alla “razionalizzazione”
dell'organico, ovvero l'organico funzionale su “reti di scuola” che, creerà
“cattedre spezzatino” sparse in tutta la provincia tagliando altri posti di lavoro per i precari
e creando figure di insegnanti jolly che viaggeranno da una scuola all’altra,
così come potrebbe accadere agli insegnanti di sostegno di ruolo che – nella
prospettiva dei BES – saranno legati ai Centri territoriali piuttosto che alle
singole scuole, com’è attualmente.
Riteniamo necessario, invece,
rilanciare l’integrazione delle persone con disabilità nella scuola ponendo
fine alla stagione dei tagli e risolvendo il problema del precariato, particolarmente
diffuso tra gli insegnati di sostegno.
Chiediamo, pertanto, che il Ministero emani nuove disposizioni a
correzione delle scelte assunte che negli ultimi mesi sono state fortemente
messe in discussione dalle associazioni dei disabili, dai docenti di sostegno e
curricolari, dagli avvocati e dalle famiglie degli studenti disabili.
Il presente
documento viene condiviso con le famiglie, affisso all'albo e pubblicato sul
sito della scuola. Il DS si impegna a trasmettere lo stesso al MIUR, all’Ufficio
Scolastico Regionale e l’Ufficio Scolastico Regionale.
I docenti
dell'Istituto____________________ di____________
Powered by Blogger.