13 febbraio presidio per la laicità della scuola
pubblica
I Cobas della scuola e l’UAAR organizzano un presidio sotto il provveditorato di Terni dalle ore 10 del 13 febbraio per
esprimere solidarietà in occasione del contraddittorio per il procedimento
disciplinare aperto dall’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria contro il
prof. Franco Coppoli, a cui si
contesta la rimozione del crocefisso
dalle aule dell’istituto per geometri dove insegna.
Sembra
un paradosso che ancora nel 2015 si rischi il posto di lavoro per lottare
contro gli inaccettabili privilegi della chiesa cattolica e contro
l’ostentazione di un simbolo di una specifica religione nelle aule della scuola
pubblica di uno Stato che dovrebbe essere laico.
Non esiste
alcuna tradizione riguardo alla
presenza di questi simboli di una religione particolare nelle aule delle scuole
pubbliche, perché la presenza dei
crocefissi nelle scuole fu imposta dal fascismo, dopo la marcia su Roma,
con una circolare del 1922 e due regolamenti del ‘24 e del ’28, per trovare un’alleanza con la chiesa
cattolica attraverso i patti Lateranensi del febbraio 1929 che diedero vita
a quel sistema chiamato dagli storici clericofascismo.
Ricordiamo che nel nostra paese non esiste alcuna norma che
impone il crocefisso nelle aule delle scuole superiori. La Corte di cassazione ha
ritenuto la presenza dei crocifissi nelle scuole, da un lato,
incompatibile con il principio di laicità dello Stato (Cassazione penale,
sentenza Montagnana) e,
dall'altro, lesiva dei diritti di coscienza del pubblico impiegato, al
punto da ritenere giustificata l'autodifesa del
lavoratore (Cassazione civile, sezioni unite, sentenza Tosti).
Le aule della scuola pubblica sono piene di colori
e di mondo, di ragazze, ragazzi e docenti credenti, atei o agnostici e di tante
religioni diverse, ed è semplicemente
inaccettabile che un solo un simbolo abbia il privilegio di essere esposto
sulla testa degli insegnanti in una posizione di massima rilevanza simbolica.
L’imposizione del crocefisso ha un carattere
discriminatorio ed escludente, serve a marcare un territorio e imporre una
visione e una simbologia religiosa di parte, in uno spazio pubblico che deve
invece essere libero, includente, laico e aperto a tutti. I diritti non sono
una sorta di dittatura della maggioranza (tutta da dimostrare tra l’altro) ma
la tutela delle minoranze e delle diversità.
Per questo è
inaccettabile che ancora oggi chi lavora per lo Stato debba subire, senza
alcuna norma che lo prescrive -o attraverso bizantinismi giuridici che arrivano
ad affermare la non religiosità dei simboli religiosi- sanzioni disciplinari,
anche molto pesanti, per aver contrastato il privilegio, l’arroganza e l’invadenza
simbolica di quello che a molti appare un simbolo “naturale” o “neutrale”
proprio perché l’obiettivo di questa inaccettabile ingerenza ha ottenuto i suoi
risultati.
Alcune settimane
fa milioni di persone sono scese nelle piazze di tutta Europa a dimostrare
solidarietà della rivista Charlie Hebdo, il 13 febbraio nel solco laico e
libertario della rivista francese -ed in ricordo dell’uccisione sul rogo da
parte della Santa Inquisizione del filosofo Giordano Bruno- organizziamo un
presidio contro ogni integralismo religioso, in solidarietà con a battaglia
civile dei docenti Davide Zotti e Franco Coppoli e del giudice Luigi Tosti, contro
la presenza del crocefisso nelle scuole e nei pubblici uffici, affinché si realizzi
pienamente quella distinzione tra Stato e chiesa che è alla base della
modernità e perché infine gli ambienti formativi siano liberi da qualsiasi simbolo
religioso.
I COBAS DELLA SCUOLA - Terni
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