Lo  stato autoritario, quello che preleva dalle tasche dei lavoratori e  ignora quelle dei ricchi che esportano capitali nei paradisi fiscali, è  venuto a bussare, 4 anni e 3 mesi dopo il 23 ottobre 2007, nelle case  dei 4 ragazzi di Brushwood (i morti almeno, si spera, li abbiano  lasciati stare). Perché? Perché  se ti etichettano come nemico dei potenti, entri in una lista nera, che  l’apparato poliziesco/giudiziario dello stato, tira fuori ogniqualvolta  un pezzo del potere si sente minacciato. Così funziona la democrazia all’occidentale. Non conta ignorare persino  cosa  cercano, per limitare la libertà basta che si corrisponda alla  categoria del sovversivo come l’iconografia della cultura borghese lo  immagina.
  INFORMAZIONI SULLE PERQUISIZIONI L’iniziativa  di perquisire le abitazioni dei 4 ragazzi dell’operazione Ganzer/Comodi  del 23 ottobre 2007, è partita dal sostituto procuratore della  Repubblica di Roma Marcello Monteleone, delegando per la perquisizione  gli Ufficiali di P.G. in servizio al DAP - Nucleo Investigativo Centrale  e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza DIGOS di Roma. E’  stata ritrovata ( da quello che ci hanno detto gli stessi agenti, nel  2010), in un Ufficio Postale una busta con 2 proiettili indirizzata al  Vice Capo Vicario del DAP Emilio Somma, contenente un volantino  manoscritto in stampatello a firma FAI COOP. Il Giudice scrive  di  compatibilità di funzionalità grafica dello stampatello contenuto nella  lettera con quello di Michele e quindi su informativa del DAP del 19/20  gennaio “ si presume che gli autori potrebbero verosimilmente  identificarsi  nella cellula insurrezionalista operante dal 2007 su Territorio,  composta da Michele Fabiani, Andrea Di Nucci , Damiano Corrias e Dario  Polinori”. Conclude,  ordinando  le perquisizioni: “considerata la necessità di acquisire al  procedimento manoscritti in stile stampatello maiuscolo, degli stessi,  ovunque rinvenibili in quanto prova di reato”. 
  Al  termine delle perquisizioni sono stati sequestrati varie decine di  scritti, 37 a casa di Michele, ragioni per la quale i nostri ragazzi  sono stati trattenuti in commissariato fino alle 16,30. Il  fatto primo che abbiamo già sottolineato, che immaginare qualcuno mano  scrivere una lettera di minacce mentre è sottoprocesso per un reato che  gli si vuole attribuire, dove la prova “regina” dell’accusa sarebbe una  perizia calligrafica è come dargli la patente da stupido, ma tutti sanno  il valore dei ragazzi di Brushwood, perciò un po’ di serietà. Una seconda considerazione evidente; il Pubblico Ministero parla  di  una cellula anarchico insurrezionali sta operante dal 2007, composta da  Michele, Damiano, Andrea e Dario. Ma il giudice di Terni non ha forse  sentenziato che Damiano e Dario non ne  fanno parte ? Allora, il giudice Monteleone che fa, arruola anche coloro che i Giudici di Terni hanno assolto ? Terza  considerazione, non sa il giudice di Roma che è in possesso  dell’autorità giudiziaria una mole di scritti a mano di Michele, di  perizie calligrafiche del tribunale di Terni e dei difensori di Michele,  oltreché di buona parte delle lettere sequestrate visto che provengono  dal carcere o sono dirette al carcere ? Domande elementari che ci fanno pensare a qualcosa di molto raffazzonato oppure c’è altro.
  Una lettera con due proiettili,  nel  2010 come nel 2007, una lettera firmata COOP FAI nel 2010 come nel  2007, una lettera in parte manoscritta nel 2010 come nel 2007. Perciò  le cose non possono essere che due o al giudice Monteleone interessa un  colpevole qualsiasi, basta che corrisponda il colore, oppure sarà ora  di chiedersi seriamente: chi ha veramente scritto la lettera alla  Lorenzetti nel 2007
SE LA DEVONO FINIRE ! Lo stato autoritario dei pochi ricchissimi.
  Di  chi ha paura questo tipo di stato ? ce lo dicono i fatti: i lavoratori,  i ceti poveri della società, i giovani, chiunque manifesti idee dalla  parte degli sfruttati.
  Ad  ognuno poi il suo ministero, cioè la sua croce. A crocifiggere i  lavoratori ci pensano la ministra che piange e il primo ministro che  parla come chi gli dà a mangiare.
  Ai giovani che portano il peso delle idee scomode, quelle che non piacciono al potere,  la croce è quella del potere giudiziario.
  La legge è uguale per tutti. Non è vero !
 I  potenti non si toccano, sono proprio le “disgrazie” giudiziarie di  Berlusconi che lo confermano, decine di processi, centinaia dice lui,  nessuna condanna. Questo significa una cosa semplicissima per i ricchi, i  potenti, la macchina giudiziaria non funziona. C’è il rito, ma il  finale è sempre lo stesso.
  Per i poveri, i lavoratori, chi li difende, chi si ribella alle ingiustizie è diverso, c’è il carcere, c’è la condanna  anche se si è innocenti, a meno che non ci sia una mobilitazione che smascheri  pregiudizi e depistaggi. La storia della Repubblica italiana è piena di queste storie. COMITATO23OTTOBRE  4 febbraio 2012
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