Salerno 8               febbraio 2012, Questa               mattina dopo due giorni di chiusura della scuola causa               neve mi sono               rimesso in macchina per percorrere i miei 110 chilometri               giornalieri, dopo               l'uscita di Eboli vedo due agenti della stradale al centro               dell'autostrada, fanno rallentare le auto e le incolonnano               nella corsia               centrale, percorro poche centinaia di metri a passo               d'uomo, sulla destra               in corsia di sorpasso vedo un rottame che era un'auto, dal               lato opposto in               corsia d'emergenza un camion  e poco dopo qualcosa               d'indistinto ma la cosa               che mi fa mettere a fuoco quel qualcosa è un telo dorato               che lo copre, il vento               lo agita, lo sposta, lo gonfia, sotto intravedo il corpo               di una persona, passo               oltre scosso. Come un flash, per un attimo, penso a un               collega,               a quell'ora sono migliaia i docenti, i bidelli, gli               amministrativi, precari e               non che percorrono le strade della provincia per               raggiungere le Scuole, 50 100               200 anche 300 chilometri al giorno. Nel pomeriggio sono a               casa, mi raggiunge               una telefonata di Giuseppe, compagno di lotta in questi               anni, insegnante precario, mi dice che nell'incidente               della mattina è morto un collega, Fedele De Luca di 35               anni docente               dell'Istituto Alberghiero di Contursi Terme, lascia la               moglie un bambino ed               un altro in arrivo, domani.
Mi metto al               suo posto, penso a mia moglie alla bimba all'altro in               arrivo,               al caso, al destino, a quante volte il caso mi è stato               amico. La tristezza mi               assale, ma dura  poco, è la rabbia  a prevalere, carne da               macello,               questo siamo, in questi anni ci hanno delegittimati,               tagliati, resi tutti più               precari, sovrannumerari sempre, buttati su una macchina               verso l'agognata               scuola, ogni anno diversa, Castelnuovo, Sapri, Buccino,               Sala Consilina, Amalfi,               Positano, Scafati, Sarno, Montesano..... mezzi pubblici               neanche a parlarne, la               mannaia arriva anche lì, sempre meno treni, sempre meno               autobus ed allora tutti               sulla grande roulette rappresentata dalle nostre strade               comunali provinciali nazionali a scorrimento veloce               autostradali, una roulette al               contrario dove 1000 volte vinci ma in una perdi e spesso               per sempre.
Perchè               non reagiamo? Perchè ci nascondiamo nel fatalismo? Quando               percorri               tanti chilometri è la legge della probabilità che governa               tutto.
Quella di               Fedele è una morte bianca, un altro assassinio del quale               conosciamo mandante ed esecutore che come altre migliaia               di volte resteranno               impuniti e liberi di commetterne ancora.
Stonano               ancor di più le parole che in questi giorni, sono state               vomitate su di noi, sulla nostra generazione di sfigati               amanti del posto fisso e del lavoro vicino a mamma, un               merito ha questo Governo, quello di mostrare il volto               vero, bestiale, del sistema in cui viviamo.
Ma Loro possono perchè Noi glielo               permettiamo, senza la nostra passività, il nostro               individualismo, il nostro fatalismo, il "fino ad oggi               tutto bene", Loro sarebbero poca cosa. Ridiventiamo               protagonisti della nostra vita, ridiamogli dignità,               cominciando a dare il giusto peso alle cose più               importanti, la quotidianità, gli affetti, le cose che ci               piace fare, ripartiamo dalle piccole cose, dalla lotta               quotidiana per ridisegnare un sistema che ad esempio               faccia diventare un'eccezione morire di lavoro e non la               normalità com'è oggi.
Alessandro D'Auria 
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