Finora sul registro d’indagati c’è solo il suo nome. Ma presto potrebbero aggiungersene altri. Sono nove i capi di accusa contestati dal sostituto procuratore Elisabetta Massini a Moreno Fernandez, l’ex dirigente della Digos di Terni trasferito recentemente a Roma, indagato perché per la procura avrebbe pedinato il gip Pier Luigi Panariello. Interrogato venerdì scorso dal gip, il funzionario avrebbe risposto punto su punto alle contestazioni mosse dal pm, che per lui ha chiesto l’emissione di una misura cautelare interdittiva. Fra queste ci sono il favoreggiamento, l’abuso d’ufficio, la violazione e rivelazione di segreti d’ufficio e il falso in atto pubblico.
Le indagini Nel mirino dell’accusa sono finiti diversi episodi nei quali il dirigente della Digos avrebbe agito in deroga ai ‘paletti’ fissati dalla legge per il suo ufficio. Non solo i pedinamenti al giudice dunque, che costituiscono uno stralcio autonomo del fascicolo, ma anche pressioni e forzature – dal punto di vista della procura – che si sarebbero realizzate in alcune attività di indagine, ma anche nei contatti per far rimanere a Terni un collaboratore di giustizia. Fino alle intercettazioni di un profilo Facebook di una donna di Terni, senza le dovute autorizzazioni.
Il giudice pedinato Fra le contestazioni, però, ce n’è una più grave e certamente molto più delicata delle altre: quella relativa al presunto pedinamento del giudice Pier Luigi Panariello. Una contestazione che si è trasformata in uno stralcio di fascicolo che ha già preso la strada di Firenze, distretto di corte d’appello competente per tutte le questioni che riguardano i magistrati umbri.
Le indagini Il giudice Pier Luigi Panariello si è occupato, tra l’altro, di una indagine relativa ad alcuni Daspo irrogati a dei tifosi, e di un’altra indagine, sempre della Digos di Terni, di una presunta associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La vicenda è quella, già pubblicata da Umbria24, relativa ai presunti pedinamenti eseguiti nei confronti del magistrato. Un’attività che per l’accusa sarebbe stata condotta in modo ‘arbitrario’ e sulla base di risentimenti personali. E – soprattutto – senza l’avallo della procura.
Decisione del gip L’inchiesta promette di allargarsi e travolgere anche altre persone all’interno della questura di Terni. Intanto per i prossimi giorni è attesa la decisione del gip di Terni sulla richiesta di misura cautelare avanzata dal pubblico ministero Elisabetta Massini nei confronti dell’ex numero uno della Digos di Terni.
di Fabio Toni e Francesca Marruco, tratto da UMBRIA24
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