Nella giornata in cui otto milioni di studenti rientrano in aula in quindici regioni, il premier ha pubblicizzato la riforma che piace anche a Mariastella Gelmini. Tutto l’esecutivo ha ribadito l’impegno ad assumere «149 mila precari» a settembre 2015. Ma nessuno ha spiegato perché il contratto dei docenti dovrà fermarsi per un altro anno e gli scatti di anzianità saranno sostituiti con quelli «di competenza» comprimendo ulteriormente i già magri stipendi.
I docenti scioperano con i Cobas e gli studenti si preparano a protestare venerdì 10 ottobre
imo giorno di scuola per il
governo Renzi. Con la cartella e lo zaino in spalla, ma senza grembiule,
ieri molti ministri si sono seduti tra
In
una giornata di massiccia propaganda rivolta a quasi 8 milioni
di studenti di 15 regioni (domani aprono le scuole anche in Puglia e Sicilia),
Renzi ha ribadito l’impegno di assumere «149 mila precari» a settembre
2015. Nessun esponente dell’esecutivo ha spiegato perché il contratto dei
docenti è stato bloccato anche per il 2015.
Ai
docenti precari con il tirocinio formativo attivo (Tfa) che lo hanno contestato
a Palermo insieme agli studenti medi, Renzi non ha spiegato perché non
verranno assunti, dopo averli obbligati ad abilitarsi. In questa situazione
ci sono anche gli abilitati Pas: in totale oltre 80 mila persone. Nel 2015
queste persone rischiano di restare disoccupate se non riusciranno
a vincere una cattedra nel concorso che il Miur si appresta
a bandire. Nella «buona scuola» ci sarà infatti solo un’unica fascia di
insegnanti abilitati da utilizzare nei rari casi in cui le supplenze non
potranno essere coperte con i docenti di ruolo.
Il
nuovo anno scolastico è cominciato all’insegna dello slogan: lavorare
(non) tutti per guadagnare tutti di meno. In attesa della partenza della consultazione
pubblica e online sul «patto educativo» (www.labuonascuola.gov.it),
Renzi si è espresso in maniera criptica sulla risorse necessarie per le
assunzioni. «Faremo di tutto per assumere i precari. – ha detto — Non
vuol dire che li butteremo dentro, ma che stiamo cambiando il sistema per
far sì che ciò avvenga. Ma occorre fare uno sforzo da parte di tutti per cambiare
il sistema».
Il
premier intende finanziare il nuovo sistema (900 milioni di euro promessi
nella legge di stabilità 2014, altri 2,7 nel 2015) tagliando le supplenze
brevi. In questo modo rischia di mettere alla porta centinaia di migliaia
di precari non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, ma che lavorano
già da anni nella scuola. Ai 149 mila precari che promette di assumere,
Renzi chiede invece lo «sforzo» di rinunciare all’aumento dei loro magri stipendi.
In più dovranno rispondere alle chiamate del preside-manager per tappare
i buchi lasciati dai docenti assenti. Il governo la chiama «mobilità». In
realtà si tratta del vecchio «lavoro a chiamata» (job on call) adattato ad
un personale che dovrebbe ricevere uno stipendio ogni mese. A questi
precari il premier non ha spiegato perché gli «scatti di competenza» che
sostituiranno quelli di anzianità riguarderanno solo il 66% dei docenti
«meritevoli» e si tradurranno a regime in tagli agli stipendi
fino a 331 milioni di euro (da 26 fino a 75 euro a testa).
In
una giornata passata all’offensiva, dove non c’era spazio per contraddizioni
ma solo per un orizzonte radioso, la ministra dell’Istruzione Giannini si
è difesa dalle critiche al progetto sulla «buona scuola»: «Mai parlato
di aziendalizzazione», ha assicurato. E ha puntato
sull’«oggettività» della valutazione quantitativa che misurerà il
«merito». Un’oggettività contestata dagli studenti e dai comitati dei
precari in quanto espressione di una visione “neoliberista”
dell’istruzione ispirata alla concorrenza tra gli insegnanti e ad una
cultura basata sul “problem-solving” e non sulle capacità
critiche.
Mentre
la rete degli studenti medi ha fatto un blitz ieri al Miur, gli studenti
dell’Uds hanno contestato Giannini a Roma e la ministra della
Difesa Pinotti a Genova: «Non è la scuola a dover piegarsi ad
un modello di sviluppo ingiusto che investe in basse competenze e che
ci vuole solo precari – ha detto il coordinatore Uds Danilo Lampis — ma
è il modello di sviluppo a dover cambiare a partire da un rinnovato
ruolo dei saperi».
Venerdì
10 ottobre tutti gli studenti scenderanno in piazza per contestare la
riforma. I Cobas di Piero Bernocchi hanno dichiarato lo sciopero generale
proprio quel giorno. È probabile che in piazza ci saranno anche
i precari abilitati esclusi. Roberto Ciccarelli
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