Datagate, ecco come Microsoft avrebbe collaborato

Il caso del Datagate si fa più complicato con l’arrivo di nuove rivelazioni da parte del Guardian. A essere chiamata in casa stavolta è l’azienda di Redmond, la Microsoft, accusata dal giornale di avere strettamente collaborato con i servizi di intelligence americani per facilitare l’ intercettazione delle comunicazioni avvenute attraverso i suoi servizi. Microsoft avrebbe infatti consegnato alla National Security Agency (Nsa) le modalità di accesso ai dati di chat e email, facilitando l’acquisizione di informazioni in merito al programma Prism. Ecco tutte le accuse mosse all’azienda da parte del giornale. 

documenti ottenuti dal Guardian mostrano che la Microsoft, oltre a fornire alla Nsa i modi per aggirare i propri sistemi di cifratura, e avere possibilità di intercettare così chat attraverso il servizio di Outlook, e prima ancora le email attraverso Hotmail, avrebbe lavorato con i servizi di intelligence per favorire l’accesso anche al suo servizio cloud di SkyDrive. Ma non solo: dopo una modifica apportata aSkype la Nsa sarebbe riuscita a triplicare la quantità di videochiamate raccolte attraverso Prism e Microsoft avrebbe affiancato l’Fbi per capire i potenziali problemi di una caratteristica di Outlook.com che permette agli utenti di creare alias di email”, scrive il Guardian. Microsoft, dal canto suo, risponde specificando di operare in ottemperanza alle leggi di governo, e di “rispettare sempre e solo gli ordini per le richieste sugli account o identificatori precisi”.

Dichiarazioni a parte però sembra che, a dispetto di quanto si fossero affrettate a dichiarare le aziende tech coinvolte nel programma Prism (oltre a Microsoft, figurano anche nomi come la Apple, Facebook, Google e Yahoo) allo scoppiare del caso, i servizi di intelligence abbiano canali preferenziali di accesso ai servizi di email e chat. Canali stabiliti già da qualche tempo come rivelano i documenti venuti in possesso del Guardian, grazie a Edward Snowden, la talpa del Datagate.  

La Nsa avrebbe cominciato a interessarsi del modo per poter bucare chat di Outlook sin dalla sua fase di testing, a luglio dello scorso anno. Cinque mesi dopo una soluzione per superare il processo di criptaggio delle chat di Outlook era già risolto, grazie alle collaborazioni di Microsoft con l’Fbi. Allo stesso modo la Nsa avrebbe collaborato continuamente nei due anni passati per aumentare l’accesso ai dati di Skype, acquistato nel 2011 da Microsoft. In particolare sembra che una modifica introdotta nel luglio del 2012 abbia permesso di triplicare il monitoraggio delle videochiamate eseguito dalla Nsa, anche se una nota a piè pagina sul Guardian precisa come da Microsoft non sia stata aggiunta nessuna modifica in tal senso.  di Anna Lisa Bonfranceschi

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