Il Consiglio dei ministri ha approvato in via
definitiva, su proposta del Ministro dell'istruzione, università e ricerca, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il provvedimento per la
ridefinizione dell'organizzazione didattica dei Centri d'istruzione per gli
adulti, compresi i corsi serali. Ai Centri d'istruzione per gli adulti possono
iscriversi anche i giovani di sedici anni che non hanno assolto all'obbligo di
istruzione e gli adulti stranieri.
Il provvedimento punta a fornire, si legge nel
comunicato di Palazzo Chigi, ''una risposta importante, attesa da anni''.
L'obiettivo è ''superare il preoccupante 'deficit formativo' della popolazione,
che ancora permane in Italia, dove oltre 28 milioni di cittadini adulti sono in
possesso, al massimo, di un titolo di studio conclusivo del primo ciclo e oltre
l'80% d ella popolazione adulta non raggiunge il livello 3, ovvero il livello
necessario per garantire il pieno inserimento nella società della
conoscenza''.
La ridefinizione dell'organizzazione didattica,
prosegue il comunicato, è inoltre giustificata da alcuni importanti cambiamenti
demografici. Il primo riguarda la radicale trasformazione della popolazione
italiana: l'attuale indice di vecchiaia è già il più alto in Europa. Secondo
l'ISTAT la popolazione italiana nel 2050 sarà composta per il 34,4 % da over
65enni (oggi al 19%, mentre all'inizio degli anni '80 era al 13,1%). Aumenta
anche la presenza degli stranieri. Secondo l'ultimo rapporto della Caritas gli
stranieri regolari in Italia rappresentano il 7,5% e nei prossimi dieci anni si
prevede che raggiungeranno il 10% fino ad arrivare, nel 2050, al 20%.
Infine, un ulteriore elemento di criticita è
rappresentato dalla mobilità sociale che nel nostro Paese è tra le più basse in
Europa: più della metà di quanti hanno un genitore con, al massimo, la licenza
media tende a riprodurre questa situazione e solo il 5% di questi raggiunge la
laurea. Il sistema didattico attualmente in vigore non è adeguato ad affrontare
questi cambiamenti. Gli adulti hanno incontrato, sino ad oggi, molte difficoltà
a innalzare i loro livelli di istruzione e formazione, perchè l'attuale
organizzazione didattica dei corsi per adulti è rigida e ripropone, in larga
misura, gli stessi modelli seguiti per i ragazzi con meno di 18 anni, senza
alcun riconoscimento delle conoscenze e delle competenze acquisite sul lavoro e
nella vita quotidiana dalle persone (come avviene, da tempo, in molti Paesi
dell'Ue).
Con le nuove norme contenute nel regolamento potrà
emergere progressivamente e messo in valore il grande capitale umano,
rappresentato dai 'saperi sommersi', di cui sono dotati coloro che vivono e
lavorano nel nostro Paese.
da Tuttoscuola,
5.10.2012
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